Infatti, spacciandosi per un pericoloso esponente mafioso, lo stalker si sarebbe piu’ volte presentato sui luoghi di lavoro della vittima, in piu’ sedi della regione, e anche su quelli frequentati dai familiari, con al seguito dei cani di grossa taglia, in particolare due minacciosi Doberman, verosimilmente affinche’ le minacce fossero colorite da un effetto piu’ scenico. Frasi come “ti faccio fare fuori con la lupara bianca”, “ti faccio scogliere nell’acido”, “tu non sai contro chi ti sei messo!”, “Non ho paura di sbirri e carabinieri!”, “io in carcere ci sono gia’ stato!” venivano ripetute frequentemente anche piu’ volte al giorno, telefonicamente o dal vivo. A volte, nelle concessionarie dove Pappalardo non era conosciuto, si presentava come un top manager dell’azienda, minacciando i malcapitati di un immediato licenziamento. Gia’ in passato, tra l’altro, l’indagato si era recato presso la concessionaria di Caltanissetta, dove e’ stato arrestato, costringendo ad intervenire gli agenti di polizia. La vittima e i propri familiari, nonche’ i colleghi, vivevano ormai da circa due mesi in un profondo stato d’ansia. L’uomo era ormai afflitto da una situazione asfissiante, poiche’ lo stalker trascorreva intere giornate perseguitandolo con continue minacce e atti intimidatori.