“E sedutosi … li ammaestrava”: Chi vuol essere il primo sia l’ultimo (di don Salvatore Callari)

Sembrano parole di un enigma scherzoso e sono, invece, un  punto di rilievo dell’insegnamento di Gesù. Ed è ardito  il passaggio che crea un criterio di classifica, non solo nuovo, ma assai dissimile da quello che è usato dagli uomini: ecco la classifica : chi è l’ultimo ? si faccia avanti , diviene il primo .

Non si prospetta  l’idea  del ricorso ad una fantomatica autorità competente . Nel regno dei cieli gli ultimi saranno i primi. Credo che le letture di questa domenica  ci permettano, o forse,  più opportunamente, ci vogliano indurre a scoprirvi, o puntualizzare con esattezza, due identità, e non sarebbe errato  dire:  identikit . Quello di Gesù e quello del discepolo. Gesù insiste ancora, come abbiamo sentito nella domenica precedente sulla natura, o missione del “servo” del Messia, del Figlio

dell’uomo: “ sarà consegnato … sarà ucciso…  risusciterà.” Il discorso non veniva ben compreso, né dalla gente , né dai discepoli. Ma Gesù non smorza la durezza delle sue affermazioni. Egli è colui che sarà sacrificato secondo il progetto del Padre, per salvare l’umanità. L’identikit di  Cristo è “ l’uomo della croce “  Gli apostoli, intanto , forse sognando  un futuro  i grandi organizzazioni  da dirigere, di comunità da governare,  di assemblee religiose da guidare,  si preoccupano di stabilire chi sarà il più grande , il capo,. Fu assai decisa  la stroncatura di Gesù: chi vuol essere il mio discepolo sia disposto  ad essere servitore degli altri, non abbia effimere aspirazioni, ma sia semplice come un bambino che  non pensa a queste cose.  Allora, chi sarà il vero discepolo ? Qual è  il  suo identikit ?  E’ quello del

“ fratello che aiuta il fratello “. Che fa della carità il suo codice essenziale. Papa Francesco rivolgendosi a tutti i cristiani e membri della chiesa, dal più alto al più umile, nel suo linguaggio natio dice che non devono “ primerear” , primeggiare. Lungi allora il carrierismo, ricerca del potere, né ambizioni vanitose. Anche il più  semplice cristiano può cadere nella tentazione di volere “ supraniari” bramoso di autorità, di apparenza, di “ galleggiare”  (imitazione del gallo,)  ( in termini popolare “gaddiari” . L’esemplare è Gesù e il bambino: le virtù richieste, la carità e l’umiltà..  Qualsiasi autorità, piccola o grande, è “ servizio”. Si incomincia dal Papa, il cui titolo più pertinente è  “ Servus servorum Dei”, servo dei servi di Dio.  Non il primo per comandare, ma il primo per servire. E che altro è  il ministero del Papa, se non un servizio a tutto il popolo di Dio ?

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