Mussomeli, Pino Messina e la mostra dei cappellini. (L’intervista video)

MUSSOMELI –  In paese, quando si parla di “Pinu di Maraanna”  si individua subito il personaggio di cui si sta parlando che non ha bisogno di altra presentazione, in quanto la sua figura porta immediatamente nel quartiere dove ha trascorso la sua infanzia e parte della sua vita, e cioè a Sant’Enrico,  o in quella casa all’angolo  della Via Caltanissetta, dove ha stabilmente gestito col suo  amico “Amico”, “Pinu Patalinu”,  il negozio “Casabella”. Stiamo parlando del  67enne Pino Messina: un personaggio che, pazientemente e spirito di sacrificio ha saputo costruire il suo avvenire. E’ sposato con Concetta Genco e papà di Anna Maria. Va subito detto, che, dopo aver completato  la terza media  Pino non ha voluto continuare negli studi, preferendo, invece, intraprendere  concretamente un’attività lavorativa e quindi aprirsi un futuro.  Infatti,  ancora adolescente  aveva frequentato la “putìa” dello zio falegname “zi viciu Tabuni” per un apprendistato che durò, tuttavia, fino a quando, quest’ultimo, prendendo armi e bagagli,  partì per l’America. Un mancato falegname,  dunque, che non si perse d’animo, optando successivamente, ma ancora per pochi mesi, per il mestiere di imbianchino sotto la guida di tale Vincenzo “deciliri”. Un approccio questo che gli fece esplodere la passione per la decorazione che lo portò ad una duratura e proficua avventura, targata “CASABELLA”,  in perfetta sintonia e collaborazione col l’anzidetto Pino Amico, per gli amici “patalinu”. Da sottolineare che, ininterrottamente per 54 anni, i due hanno lavorato insieme nell’assoluta concordia e con una vasta clientela, conquistata diligentemente sul campo,  accaparrandosi la fiducia della gente. Un tipo, allegro, il Messina,  socievole, pronto a mettersi in discussione. E adesso, ormai in pensione,  lo attende un’altra avventura nel campo dell’associazionismo , avendo aderito a far parte della nuova Associazione denominata “LA TERZA ETA’” a cui ha assicurato, assieme ad altri, il massimo impegno. Ed è sua l’idea della mostra dei cappellini, inaugurata qualche giorno fa,  in occasione della presentazione dell’Associazione “La Terza Età”.  Lo abbiamo intervistato,  e, come un fiume n piena, ci ha parlato di questo suo hobby, anche con qualche punta di commozione, ricordando il passato. Ci ha detto che il suo primo acquisto è stato a Palermo in Via Garibaldi, un cappellino con l’anguria, essendo abbastanza goloso, come ci ha confessato lo stesso. “Arrivando  poi in paese, ha continuato Pino,  ho visto che tutti erano simpatizzanti verso questi cappelli che indossavo ed ho detto perché non fare una piccola collezione ed ho così iniziato.  Evidentemente  questi cappelli,  che ho messo in esposizione,  non sono tutti perché sono una metà della versione estiva che tengo, dopo c’è quella invernale che supera di gran lunga questi . Sono molto legato a questi cappellini e debbo dire  che, si sta estendendo la moda dei cappellini;  infatti,  ci sono molti professionisti  che  me lo chiedono sempre  da dove arrivano ed io gli dico che mi arrivano dalla Florida; però dopo la continua  insistenza   di  comprare i cappellini per poi regalarli, ho detto no, allora andate in Via Garibaldi a Palermo, vi presentate a mio nome, così vi rispetta nel modo di comprare i cappelli. Ora, facendo parte di quest’Associazione , il sindaco ci ha chiesto di organizzare  una serata  tutti noi dell’Associazione per fare qualche cosa per il paese ed abbiamo pensato di fare un intrattenimento musicale con una piccola mostra  di cose sull’antico. Ho subito pensato ad organizzare una mostra della mia collezione di cappelli. Successivamente, anche un mio carissimo amico cuoco, Calogero Favata  ha messo a disposizione  delle mignonette da mettere in esposizione, penso  che ne abbia 1400 – 1500 pezzi. Non tutti, comunque, potranno essere esposti. Ma ci ripromettiamo che se la cosa va a successo  faremo tante e tante belle iniziative che a Mussomeli non si sono mai fatte e cercare di avvicinare le persone a fare qualche piccolo sforzo di dare un piccolo contributo al paese in modo che le spese si riducano e proporre le nostre iniziative per stare bene tutti insieme. Ci siamo messi all’opera, abbiamo disturbato diversi amici, artisti del passato,  stasera, (in occasione della presentazione dell’Associazione)  saranno presenti, e non c’è stata una sola persona che mi ha detto no, sono tutti pronti a fare la loro parte. Ma quanti cappellini sono?  Fra quelli invernali e quelli estivi penso che siano  110 o 120 compreso quello alla “Vasco Rossi”. In quale anno inizia la raccolta dei cappellini?  E’ iniziato nel 2000, sempre ripetendo, passando da Via Garibaldi  che io andavo spesso a Palermo che avevo un negozio di articoli da regalo  mi sono fermato in queste strade, ancora  piene di miei ricordi .Fra questi cappellini in mostra ce n’è qualcuno comprato localmente  in occasione della fiera primaverile  della “Madonna delle Vanelle”?  Purtroppo no, cappellino della Madonna delle Vanelle ce n’era uno con le iniziali Gianni Morandi  (allora c’era la moda di Gianni Morandi) , siccome io facevo il decoratore, non pensavo mai di arrivare a fare una collezione  e quindi me lo mettevo sempre quando lavoravo”.   Insomma , di quel cappello di Gianni Morandi  è rimasto solo il ricordo, mentre  tutti gli altri hanno una loro storia.

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