Gianfranco Fuschi, funerali Nino Italico Amico: “Amministrazione assente. Errare è umano, perseverare diabolico”

CALTANISSETTA – RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Già in occasione dei funerali dell’ex consigliere comunale e bandiera della Nissa Ugo Gagliardi ebbi modo di rilevare l’assenza ed il silenzio assoluto dell’Amministrazione Comunale che, al contrario, doveva ricordare ed onorare un cittadino che ha dato lustro a Caltanissetta. Tanti Nisseni ci rimasero male, ma, qualcuno provo’ a giustificare tale mancanza con la “tenera età” di Sindaco e giunta, anche  se io credo che se si è “sbarbatelli” bisognerebbe avere l’umiltà di informarsi.

Oggi l’amministrazione (?) Ruvolo si è ripetuta e se possibile in peggio in occasione dei funerali di Nino Italico Amico, visto che l’amministrazione comunale di San Cataldo è stata presente con il Gonfalone e quella di Caltanissetta completamente assente; non un fiore, non una corona, nessun Gonfalone. Una vergogna. 

     Ma questi pseudo amministratori sanno chi è stato Nino Italico Amico  ? Sanno che è stato presente in Consiglio comunale distinguendosi per  la puntualità e l’efficacia dei suoi interventi ? Sanno che è stato scrittore (I canti della Salce, Inchiostro rosso, ecc),

Sanno che si è  distinto per onestà, curiosità intellettuale, difesa dei diritti dei cittadini e dei siciliani in particolare ? Sanno le sofferenze che la sua famiglia profuga della Dalmazia ha dovuto subire ?

La figura alta di Nino si staglia nel cielo di questa città,oltre la pochezza di una amministrazione che non riesce a guardare oltre il presente più mediocre in attesa di finire nel cestino della storia dove sarà relegata non appena sarà possibile votare.

 GIANFRANCO FUSCHI

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  • Un greve silenzio accompagna al regno dei morti un altro illustre nisseno, amato ma evidentemente anche invidiato da molti che non gli hanno mai perdonato di essere, come amava definirsi, "un uomo libero" !

    Perchè gli uomini liberi mentre sono in vita suggestionano, emozionano e trascinano donne ed uomini coraggiosi, mentre contemporaneamente disorientano e atterriscono donne ed uomini pavidi che poi, dopo la loro morte, forse con l'oblio tentano di placare il sentimento di inferiorità che forse hanno provato confrontandosi con queste persone rare.

    Perchè tale è stato Nino Italico Amico, da quando la sua famiglia tornò a Caltanissetta fuggendo fortunosamente dalle terre non più italiane dell'Istria portando con sè niente altro che gli abiti che aveva addosso e una sovrumana voglia di non arrendersi e di ricominciare.

    E così con fatica, impegno e merito personale, senza "aiuti" e anzi superando preconcetti e invidie politiche, riusci a ricostruirsi una vita contando unicamente sulle proprie capacità e sorretto dai propri ideali.
    Ideali che in un primo tempo coincisero con quelli della austera destra di allora ma che non gli impedirono di sostenere la grande battaglia socialista e radicale per il divorzio, sognando sempre come riuscire a risvegliare una città che sembrava senza prospettive.

    Ecco allora che fa nascere "Telenissa", la seconda TV libera dopo Telebiella, cablando alcuni palazzi intorno a via Carnevale a Caltanissetta, poichè le leggi ancora non permettevano la libera diffusione via etere.
    L'emittente però, nonostante l'impegno di tutte le sue risorse economiche e il sostegno lavorativo di un pugno di "folli", non riesce a sopravvivere in una zona povera di attività produttive che la alimentino con la loro pubblicità, e allora lascia il suo lavoro di insegnante per intraprendere quello di notaio, prima a Taormina e poi a San Cataldo, senza mai ostentazioni e sempre con una visione "alta" del ruolo della cultura e della politica.

    Fonda così "I Liberi di Sicilia", divenuto poi "Partito Siciliano d'Azione", un nuovo partito sicilianista che vuole unificare i tanti piccoli movimenti simili e impugnare lo Statuto della Regione Siciliana, fino ad allora e tutt'ora tradito e negletto.
    Si candida a Sindaco di Caltanissetta, ben sapendo di essere soccombente, e viene eletto consigliere comunale a ... furor di popolo, portando in quel consesso il suo contributo sempre alto, positivo, nobile, sempre e solo in difesa degli interessi e dei diritti dei cittadini e dei siciliani.

    La sua salute non gli consentirà di raggiungere impegni maggiori ma continuerà ad essere tra i più vivaci uomini di cultura del nostro tempo, scrivendo articoli, poesie, romanzi e coltivando fino alla fine il gusto del bello e soprattutto dell'onestà e della libertà.

    E così io, che indegnamente ho avuto il privilegio di essere tra i suoi amici, voglio continuare a ricordarlo: un uomo libero e onesto, generoso e altruista, un esempio per le generazioni future.

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