Il tecnico Fabrizio Blandi sottolinea: “La nostra idea era di fare, innanzitutto, vedere di come il rugby non sia uno sport violento, di contatto. Oggi i ragazzi giocano senza contatto, rugby toccato, in maniera quasi spontanea; il rugby è uno sport che si può praticare nel quotidiano. E’ bello che abbiamo un torneo maschile ed uno femminile, è bello che abbiamo uno scambio tra due licei sportivi del nostro territorio; speriamo di potere ripetere questo progetto con le scuole elementari e medie. Importante fare conoscere il nostro sport, consegnare il nostro bigliettino da visita ed aver iniziato un rapporto con le scuole. Grazie alla Nissa Rugby, a tutto lo staff (oggi hanno partecipato anche le ragazze), grazie alla famiglia Lo Celso che ci da questa opportunità e speriamo di rivederci il prossimo anno non con cento ma…duecento o trecento ragazzi”.
Per rendere merito al lavoro della società nissena, allo stadio anche l’assessore allo sport Carlo Campione: “Siamo contenti di sostenere uno sport emergente che insegna valori, di aprire al rugby anche a livello scolastico; i ragazzi inoltre imparano a stare con gli altri, a relazionarsi. La Nissa Rugby e l’attività di promozione porta a valori, tutti dovremmo capirlo, tutti dovremmo frequentare di più la palla ovale”.
Del progetto abbiamo infine parlato con due insegnanti, Manuel Monasteri del “Farinato e Michela Di Gangi del “Volta” di Caltanissetta che racconta: “Quest’anno abbiamo voluto realizzare questo progetto, considerando che è uno sport di principi e valori che allarga nel terzo tempo. Ragazzi entusiasti nel partecipare e hanno percepito le competenze di base di questo sport”. Monasteri aggiunge: “Noi abbiamo scelto per il primo anno questa convenzione mediante una società di Enna che ci ha suggerito Blandi con il quale abbiamo intrapreso questo cammino. Inizialmente è stato farraginoso far capire ai ragazzi il rugby, ma poi il risultato è stato entusiasmante, perché hanno colto il vero significato della disciplina, della palla ovale da poter poi ribaltare anche nella scuola”.