L’approfondimento. Sanremo: la sfida di Baglioni, immaginazione e discontinuità.

SANREMO (dall’inviato Enzo Castellano) – Comincia la settimana della grande sfida di Claudio Baglioni: un Festival di Sanremo, edizione numero 68, che sia per davvero all’insegna della discontinuita’ e dell’immaginazione ed anche popolarnazionale, anziche’ il nazionalpopolare di baudiana memoria, e capace di arrivare a un pubblico televisivo trasversale. Dare un segnale di demarcazione. Si parte martedi’ ma ormai quello che andava preparato e’ fatto, adesso si tratta di gestire il programmato. Affidandosi comunque alla buona sorte. E sapendo che alla fine i conti si faranno con l’Auditel, che non fa sconti ad alcuno e che sara’ quello a cui poi tutti faranno riferimento, approvazione oppure pollice verso. Si va in scena sapendo che un anno fa la media share delle cinque serate e’ stata del 50,7%, la migliore dal 2005; la media spettatori pari a 10,8 milioni; oltre 40 milioni di contatti in 5 serate, come dire 7 italiani su 10; ben 37,3 milioni di interazioni sui social Fb, Twitter e Instagram nelle cinque serate; 2,5 milioni in diretta streaming, 7,5 milioni i video visti su RaiPlay. E la finale di un anno fa registro’ il 58,4% di share e una media ascolti di 12 milioni 22mila spettatori, con +6% di share e +800mila spettatori, e fu la migliore dal 2002. Baglioni (compenso sotto i 600mila euro e per il solo 2018), e con lui Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, i compagni di avventura sul palcoscenico dell’Ariston, deve misurarsi anche con questo e puntare quindi ad uno show dove la musica sia per davvero la padrona di casa e attraverso essa offrire uno spettacolo che tenga il pubblico a casa incollato davanti alla tv.

E non a caso il parterre di ospiti musicali si allarga sempre piu’. Da Laura Pausini e Fiorello della prima sera a Sting con Shaggy, James Taylor, Giorgia, Gianna Nannini, i Negramaro, Gianni Morandi – l’altro dei “Due Capitani” -, Biagio Antonacci, Gabriele Muccino e il cast “A casa tutti bene”, Francesco Renga, Max Pezzali e Nek, Il Volo, Piero Pelu’, Gino Paoli, Danilo Rea… E poi ci sono i 20 big in gara, con grandi ritorni: Ron, Ermal Meta-Fabrizio Moro, Nina Zilli, Noemi, Ornella Vanoni con Bungaro e Pacifico, Max Gazze’, le Vibrazioni, Elio e le Storie Tese, Luca Barbarossa, Annalisa, Mario Biondi, Enzo Avitabile con Peppe Servillo, Giovanni Caccamo, i Decibel (e quindi Enrico Ruggeri), Diodato e Roy Paci, Lo Stato Sociale, Renzo Rubino, The Colors, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli, Red Canzian. I quali poi saranno impegnati nella serata delle cover, o duetti, e tra gli ospiti ci saranno tra gli altri gli Avion Travel, Marco Masini, l’attore Alessandro Preziosi, i Neri per Caso, Simone Cristicchi, Arisa, Skin, il Piccolo Coro dell’Antoniano e Paolo Rossi, Anna Foglietta, Sergio Cammariere, Giusy Ferreri, Alice, Tullio De Piscopo ed Enrico Nigiotti. E poi ci sono le Nuove Proposte: Lorenzo Baglioni, Alice Caioli, Giulia Casieri, Eva, Mirkoeilcane, Leonardo Monteiro, Mudimbi e Ultimo. A proposito di Nuove proposte, sono stati 646 i brani arrivati alla commissione.

 Per tenere vivo fino all’ultimo lo spettacolo, quest’anno non ci saranno eliminazioni tra i big, tutti in finale sabato 10, “mandare i campioni a casa e’ una violenza” dopo averli invitati, ha spiegato il direttore artistico. Altra novita’: ogni brano durera’ 4 minuti anziche’ 3 minuti e 15 secondi. “Sembra uno scherzo – ha detto Baglioni quando l’ha annunciato – ma e’ come un pittore che puo’ avere una parete molto piu’ grande da affrescare, come se una partita di calcio durasse 2 ore anziche’ un’ora e mezza. Il Festival non deve subire certi marcamenti che arrivano da altre zone musicali e i musicisti e compositori hanno accettato” E nella serata delle cover l’artista in gara riproporra’ il proprio brano riarrangiato ed eseguito con il supporto di altri. Quanto agli ospiti stranieri, Baglioni ha posto una condizione, o “regola d’ingaggio” come l’ha egli stesso definita: che propongano brani che rimandano alla canzone italiana. “Noi diramiamo gli inviti ad artisti stranieri, ma la regola d’ingaggio e’ questa. E cio’ costituisce una grossa novita'” a tutto vantaggio della canzone del nostro Paese, ha detto nella prima conferenza stampa di presentazione del Festival, lo scorso gennaio. Come pure, no ad ospiti hollywoodiani “che spesso venivano come fossero ‘vacanze romane’, intendendo per queste le ‘vacanze sanremesi’, e non credo che il Festival debba ospitare di tutto ma tutto quello che si fa dev’essere al massimo livello ed avere un’intonazione”.

Un Festival dove non mancheranno anche altri temi, come quello della violenza di genere, il femminicidio. Michelle Hunziker l’ha detto: “mi piacerebbe portare un momento dedicato alla femminilita”, alla forza delle donne, al senso di squadra. Non in modo retorico ma in maniera speranzosa. In Italia abbiamo tanti argomenti che riguardano il mondo femminile”, e’ una “piaga mondiale”, senza dubbio, “ma in Italia abbiamo anche una percezione diversa di quello che sta accadendo all’universo femminile, e ci tengo tanto perche’ sono 10 anni che combattiamo contro la violenza sulle donne e tutto il resto”. Un Festival che Baglioni ha voluto all’insegna dei colori – come si vede negli spot televisivi – e quindi dell’immaginazione per la forza che i colori stessi sono capaci di esprimere. Un Festival che mescola arte e pop, cosi’ come dalla mescolanza dei colori ne escono altri di colori. Un Festival che celebri si’ la canzone, ma sapendo che essa e’ una sorta di “intruglio magico tra parole e musica, un’arte povera che pero’ dura nel tempo con grande forza evocativa, almeno dal punto di vista della memoria collettiva, nella capacita’ di ricordare momenti altamente emozionali”. Baglioni lo ha detto in conferenza stampa che, come in una sorta di folgorazione, il primo pensiero quando gli e’ stata prospettata l’idea di essere al timone del Festival e’ stato per il ‘flower power’, l’importanza che i fiori con i loro colori possono rivestire in un evento.. I fiori ci sono sempre, in ogni luogo, quel che cambia di volta in volta e’ il senso, il perche’ di questa o quella scelta. E dire ‘flower power’ e’ qualcosa che rimanda – ha sostenuto Baglioni – a un altro slogan, quello che animo’ il ’68, “l’immaginazione al potere”. Viene subito da pensare alla coincidenza legata al numero 68: cinquant’anni fa, con la nascita del movimento, e il 2018 con la 68^ edizione del Festival…E in piu’ quest’anno sono cinquanta gli anni di carriera artistica di Baglioni stesso…Le due date si cumulano quindi nel nome dell’artista romano.

La scenografia messa a punto da Emanuela Trixie Zitkowsky disegna l’Ariston come una tavolozza dai mille colori, grazie a mille metri quadrati di video e di luce. Scenografia pensata come un auditorium, e’ concepita prospetticamente per espandersi nel Teatro Ariston. Maglie larghe in acciaio – quasi vie – costruiscono un legame con l’esterno attraverso percorsi di luce. Il bianco trionfa, gli elementi architettonici donano volumi di scena a rappresentare un agglomerato urbano, una citta’ del futuro. Attraverso due spirali video che si innalzano e si elevano in torsione elicoidale “per aiutare la musica ad innalzarsi verso nuovi orizzonti”. Quello che Emanuela Trixie Zitkowsky ha ideato e’ un sipario progettato in quattro lame che scende e preserva gli spazi preannunciando nuove visioni attraverso le sue 4.870 lampadine a goccia che richiamano il passato ma custodiscono nel nucleo nuove tecnologie proiettate nel futuro. “Nel cuore della scena – racconta – un fiore strutturale chiude la prospettiva a simbolo della purezza di tutte le arti e sboccia aprendo i suoi petali di luce svelando il suo interno: cuore pulsante che diviene introduzione all’ascolto della musica (la scala). Il fiore luminoso si diffonde verso l’alto fino ad arrivare nella bianca platea occupando il boccascena e sovrastando il pubblico. Un volumetrico pentagramma ove nuove note danno vita all’anno zero della musica italiana cosi’ come concepito dal direttore artistico”, cioe’ l’architetto Claudio Baglioni. In casa Rai si dice che un Festival cosi’ e’ decisamente cosa nuova, e si spera in almeno un 40% di share, anche se l’obiettivo di andare oltre c’e’ sicuramente. Anche per Angelo Teodoli, neo direttore di Rai1, rete di cui pero’ e’ stato a lungo uomo-macchina, sara’ una bella prova.

Il budget di spesa e’ simile a quello di un anno fa, poco piu’ di 16 milioni di euro, e la risposta degli investitori e’ stata molto importante, avvicinandosi gia’ ai primi di gennaio ai 26 milioni incassati da viale Mazzini un anno fa. Ormai quel che e’ fatto e’ fatto. L’Ariston e’ pronto ad accendersi del Festival, il pubblico a casa gia’ dopo le prime due serate dara’ l’idea di cosa ne pensi. Non resta che aspettare. Anche per sapere se Baglioni cantera’ o meno. Piu’ probabile la prima ipotesi, magari con Morandi: per il pubblico dell’architetto-capitano sarebbe un affronto non vederlo cantare su quel palco.

Condividi