I Fatti di Etico. La libertà finisce dove comincia quella dell’altro

Vi siete mai chiesti cos’è la libertà? Chiedetevelo ora e datevi una risposta immediata: state constatando che non è semplice definire la libertà.

In verità la libertà non si può spiegare. La si può sentire come l’aria, respirarla, goderla e rimpiangerla quando non c’è . Ma allo stesso tempo la libertà non da certezze, lascia dubbi, fa fare errori  e ha molti limiti e molto spesso non ce la si gode.

Si potrebbe dire che libertà è anche la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di dire no a una qualsiasi forma di autorità sia essa filosofica, religiosa o politica.

Ma è anche certo che libertà è il diritto di fare ciò che le leggi permettono. Se un cittadino avesse il diritto di fare ciò che è proibito, non sarebbe libertà, perché chiunque altro vorrebbe avere lo stesso diritto. Si passerebbe dalla libertà al libertinaggio, anzi all’anarchia.

La nostra società oggi spinge forte sull’acceleratore della libertà sfiorando, superando, calpestando le regole alimentando, più che virtù, vizi e, più che rispetto, prevaricazioni.

I danni e le storture che sta producendo l’eccessiva libertà hanno superato i pregi e i vantaggi. Siamo giunti a un punto in cui la libertà incide pesantemente sul tessuto sociale, avvelena i rapporti umani e incattivisce l’umanità.

Forse è giunto il tempo di riflettere profondamente sul concetto di libertà, perfino di rimettere in discussione la libertà, o meglio gli ambiti della libertà e i vincoli dentro i quali agire. Sia chiaro: qui non è in discussione la libertà di pensiero, d’azione e d’impresa. Ma quella libertà comportamentale che sta compromettendo la vita intima e familiare, pubblica e privata, quella che va ben oltre le leggi, ben oltre il buonsenso, ben oltre l’educazione.

La libertà, si usa dire, finisce dove comincia quella dell’altro. Ma questa definizione cova in se l’egoismo, l’egocentrismo e il narcisismo. In pratica: chiunque ostacoli la mia libertà lo abbatto, come mostrano troppi casi di cronaca e di delitti familiari; fosse anche mio figlio, impedisce la mia libertà, dunque lo sopprimo. Troppo spesso purtroppo abbiamo visto si arriva anche a questi estremi.

​La libertà assoluta, quella che sborda nell’anarchia e nel nichilismo, non tollera neanche le leggi che pure nascono a garanzia della libertà. Ma se la libertà è sciolta da tutto e viene prima di tutto, nulla può arrestarla, se non la forza, che diventa infatti la soluzione sempre più praticata per affermare la propria libertà contro quella altrui o per arrestare gli effetti di alcune libertà invasive o aggressive. Quindi non più la forza per sopprimere la libertà ma semmai il paradosso di imporre con la forza la mia libertà.

Ma sia chiaro soprattutto un concetto: nessuno si sogni di vincolare la libertà di opinione, perché nessuno ha libertà di decidere cosa posso o non posso dire. Nel rispetto reciproco e nell’ambito della buona educazione. La libertà è come la vita, nessuno può avere il potere, l’arbitrio di sopprimerla o di violarla. La libertà non è assoluta e di conseguenza nessuno ha il diritto assoluto sulla mia vita e sulla mia morte.

Nessuno può rendersi così onnipotente da decidere della libertà o della vita degli altri neanche sotto la spinta di un impulso di …libertà!

La libertà è bella ma non deve illuderci, non deve farci sentire onnipotenti, altrimenti il rischio è quello che ci porti alla rovina. Non possiamo pensare di essere e vivere senza regole, dipendenti delle nostre voglie, del nostro istinto, delle nostre bramosie.

Mettiamo in discussione il concetto di libertà riconducendolo nell’ambito delle regole e non solo quelle scritte; le regole del bene, dei valori, dell’educazione, della famiglia, della fede , anzi delle fedi, del quieto vivere di una società civile. Soltanto così potremmo riappropriarci della nostra libertà che non è un fine o una meta ma il percorso della nostra vita.

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