“E sedutosi… li ammaestrava”: Lo voglio guarisci! (di don Salvatore Callari)

Credo che l’ascolto della prima lettura della liturgia di questa sesta domenica  del tempo ordinario possa suscitare in noi qualche  perplessità. Ci troviamo di fronte a una “ Parola di Dio”  che certamente contrasta  con la nostra moderna sensibilità. Però, con piacere, rileviamo che la lettura del Vangelo serva a “ bilanciare” i criteri di giudizi dell’Antico Testamento  e del Nuovo : la legge di Mosè e la legge di Cristo. La prima ci informa che la legge ordinava  di allontanare  dalla comunità chi era, colpito dalla  lebbra. Doveva essere riconoscibile dalle vesti e doveva  gridare “ immondo, immondo” per essere  riconosciuto  e fare allontanare la gente.  Doveva ritenersi immondo finché aveva la lebbra. E’ una disposizione dura, o addirittura crudele. Ma dobbiamo valutare  non con i criteri e mentalità di oggi, ma secondo la mentalità di allora che così esigeva  in difesa della salute della comunità, facendo evitare il contagio. Una buona ragione a servizio dell’uomo. Interessante è anche  il concetto che la lebbra era considerata  un segno del peccato. E in ragione di questo veniva colpito da tale piaga.  Gesù nel Vangelo,  dimostra  compassione per un lebbroso che , contravvenendo alla legge, si avvicina a Lui e lo invoca: Se vuoi, puoi guarirmi! E Gesù prontamente : Si! Lo voglio, guarisci !  Non è una forzatura esegetica  la considerazione che Gesù , senza troppa ostentazione, né difficoltà sposta il valore della salvezza dal campo materiale  ( guarigione-liberazione dalla lebbra )  al campo spirituale (  liberazione dal peccato) Se la lebbra è segno della punizione per il peccato commesso, Gesù vuole dire che se scompare  la lebbra scompare anche il peccato. E più esplicitamente, Gesù non solo libera dalla lebbra ma anche dal peccato, perdona il peccato. Ed è quello che costantemente fa, è venuto per cercare i peccatori; a loro riserva tutta la sua compassione e benevolenza . “ Sono venuto per cercare quello che era perduto”. E l’uomo che accoglie la parola del Maestro sa che camminerà nel sentiero della vita .Purché  voglia invocarlo con senso di vera fede, sicuro che il Lui è la garanzia della verità e che è la luce che illumina il mondo.

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