La proposta di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, avanzata dal direttore della Dia, d’intesa con il procuratore della Repubblica di Palermo, era fondata principalmente sulla pericolosita’ sociale dell’uomo, accertata da indagini che hanno peraltro evidenziato operazioni illegali nella commercializzazione di auto, nuove ed usate, nell’appropriazione di rilevanti quantita’ di merci e di danaro contante, assumendo in nero numerosi lavoratori e costringendo quelli in regola ad accettare salari notevolmente piu’ bassi rispetto a quelli risultanti dalle buste paga. Il capitale accumulato, interamente sottratto all’imposizione fiscale, era utilizzato da Moceri anche per praticare l’usura.
Tra le imprese illecitamente finanziate l’oleificio “Fontane d’oro sas” (oggi in amministrazione giudiziaria), con sede a Campobello di Mazara, intestato al prestanome Francesco di Luppino (detenuto), elemento di spicco della locale cosca mafiosa, tra gli uomini piu’ fedeli di Matteo Messina Denaro.
Il patrimonio confiscato comprende 35 unita’ immobiliari, tra Campobello di Mazara e Castelvetrano, 35 appezzamenti di terreno, 5 complessi aziendali, quote di partecipazioni in varie società di capitali, numerosi conti bancari e polizze assicurative.