L’episodio può essere detto anche “ Teofania”, oltre che Epifania, perché è una manifestazione di Dio. C’è il Padre che parla, c’è lo Spirito che è presente sotto forma di colomba, e c’è ovviamente Gesù nella più concreta visibilità in mezzo alle acque. Giovanni “battezzava” il popolo invitando e inducendo alla conversione, alla purificazione della propria vita, al pentimento dei peccati, alla conversione. Gesù non ha bisogno di sottoporsi a questo rito perché figlio di Dio, Dio egli stesso , tre volte santo. Egli lo fa per mostrarsi”esemplare” e facendosi “solidale” con noi, impegnato a vivere la sua vita come noi, essendosi fatto uomo come noi; una testimonianza per sollecitare a rinnovarsi con una sincera conversione. Gesù si fa modello. A noi tocca “ copiare” la sua testimonianza. Ma un altro significato ha l’episodio: è l’investitura, cioè il conferimento dell’incarico ufficiale, l’inizio della sua missione che come aveva profetizzato Isaia è : “ proclamare il diritto alle nazioni, annunciare la giustizia, portare la luce ai ciechi, la libertà ai prigionieri. Così Egli porterà a compimento le promesse antiche. E’ proprio questa la “ Grande Novella”, il Nuovo Regno che viene a instaurare . Il Padre ne è garante: “ Mi compiaccio di tutto questo ! Tu sei mio Figlio! Giovanni Battista capisce che la sua missione è completa e adesso cede il … passo , tocca a Lui, “ colui che viene dopo di me ed è più forte di me. Io battezzo in acqua e Lui battezzerà in Spirito Santo .” artefice della salvezza.