Caltanissetta, apertura della caccia: associazioni chiedono maggiore vigilanza e prevenzione del bracconaggio

In occasione dell’apertura della caccia prevista per sabato 2 settembre dal vigente “Calendario Venatorio 2017-2018” emanato dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura, le Associazioni ambientaliste del nisseno – WWF Sicilia Centrale, Legambiente, LIPU – Lega Italiana Protezione Uccelli, CEA – Centro Educazione Ambientale di Niscemi, Italia Nostra e Associazione Guardia Boschi – hanno inoltrato una nota alle principali Autorità competenti in materia di vigilanza venatoria con la richiesta di attivare interventi di prevenzione e repressione del bracconaggio su tutto il territorio provinciale.

Nel documento indirizzato al Prefetto, al Questore, ai Comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, ai Dirigenti dell’Ispettorato Forestale e del Servizio per il Territorio dello Sviluppo Rurale ed al Commissario del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, le sei organizzazioni “esprimono viva preoccupazione per il probabile ripetersi, anche nella imminente stagione, di diffusi atti di bracconaggio e, in generale, del prelievo illegale di fauna selvatica. In Sicilia – e quindi anche nel Nisseno – tali fenomeni hanno raggiunto in questi anni una dimensione preoccupante e rappresentano un fattore rilevante quale minaccia per alcune specie selvatiche. A fronte di tale situazione – prosegue la nota – nella nostra provincia la vigilanza venatoria istituzionale non è sufficiente, anzitutto in termini di personale coinvolto; purtroppo, inoltre, il territorio presenta vaste zone agricole scarsamente abitate e frequentate che non sono consuetudinariamente oggetto di presenza assidua delle FF.OO., comunque sempre più impegnate – e le scriventi Associazioni ne sono perfettamente consapevoli – negli ordinari servizi urbani e con organici sempre ridotti rispetto alle svariate esigenze del territorio”.

WWF Sicilia Centrale, Legambiente, LIPU, CEA, Italia Nostra e Associazione Guardia Boschi ricordano, inoltre, che “connessi a tali forme di caccia di frodo, vi sono anche vari illeciti relativi alle norme sull’uso delle armi, con conseguenti rischi per la pubblica e privata incolumità: ogni anno, infatti, con l’inizio della stagione di caccia le scriventi Associazioni ricevono spesso segnalazioni e proteste da parte di numerosi cittadini che lamentano, ad esempio, spari pericolosi a pochi metri dalle proprie abitazioni rurali ecc. Non va trascurato, inoltre, che nella Provincia di Caltanissetta insistono diverse e vaste aree protette (Riserve naturali regionali, Siti della rete ecologica europea “Natura 2000” come S.I.C. e Z.P.S., IBA Important bird Areas, ecc.) nonché ambienti umidi (es. dighe ed invasi artificiali “Cimia”, “Disueri” e “Comunelli”) di elevatissimo interesse faunistico per la presenza di specie prioritarie a livello comunitario”.

Per tali motivi le Associazioni hanno chiesto alle Autorità di “garantire ed implementare adeguati controlli antibracconaggio ed una specifica azione di diffusa vigilanza preventiva nel corso della stagione venatoria 2017/2018. In particolare, è stato chiesto di attenzionare l’applicazione delle direttive del Ministero dell’Interno che hanno ripetutamente invitato Questure e Prefetture a provvedere, col massimo rigore, alla revoca o sospensione della licenza di porto d’armi ad uso caccia laddove emergano fatti, eventi o condotte a carico di cacciatori che non rispettino le limitazioni del calendario venatorio, ovvero “che possano far dubitare, anche per indizi, del possesso o della permanenza dei requisiti di affidabilità richiesti” dalle norme vigenti in materia di armi, in quanto l’autorizzazione al porto d’armi “postula che il beneficiario osservi una condotta di vita improntata alla piena osservanza delle norme penali e di quelle poste a tutela dell’ordine pubblico, nonché delle regole di civile convivenza”.

Condividi