Mussomeli, da genitori a figli la tradizione continua: Santa Fara e fave cotte

MUSSOMELI – La famiglia del prof. Indovina al completo, e con loro il vicinato, sabato pomeriggio, alle 18, alla festa di Santa Fara, che si celebra nell’omonima cappella. Una messa , in aperta campagna, celebrata da mons. Gaetano Canalella, a cui ha partecipato anche una delegazione della Confraternita del SS. Sacramento di San Giovanni. Al termine della messa, sono stati benedetti i panini e, subito dopo, preceduta dai tamburinari di Cammarata, dalla cappella è snodata la breve processione campestre fino a raggiungere la fattoria dell’azienda agricola del professore Indovina, dove già avevano preso posto altre persone che, tradizionalmente, non mancano mai a questo appuntamento di quasi fine agosto. E’ apparsa assai compiaciuta la signora Silvana Caruselli, moglie del professore Indovina, organizzatrice e factotum della festa, che la morte  della suocera Giuseppina La Rizza, mamma del prof. Indovina   “si impegna, ha detto il professionista, anima e corpo più di mia madre, per mantenere sempre viva la tradizione. E’  importante che si mantenga sia nel ricordo di mia madre, sia per avvicinare le persone alla chiesa, perché Santa Fara è un’espressione importante delle chiesa. La moglie del professionista ha aggiunto: “Mia suocera è stata una bella guida spirituale,  anche perché credeva profondamente  nel senso della campagna, del rinnovamento, dell’amicizia,  della solidarietà tra gli uomini; è una cosa che ci ha tramandati e noi siamo felici di continuare a fare”. L’incontro festaiolo è continuato nel piazzale della fattoria  con il gruppo folcloristico, guidato  da Domenico Ingrascì  e con la distribuzione della fave cotte, come da antica tradizione, volendo ricordare Santa Fara, protettrice delle messi, come ha spiegato lo stesso professore Indovina. Una festa campestre di famiglia, allargata a tutta la contrada.

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