Pensioni: Istat, nel 2051 possibile assegno a 70 anni

ROMA – Sulla base degli scenari demografici elaborati dall’Istat nel 2051 si potra’ andare in pensione a quasi 70 anni. Lo ha spiegato il presidente dell’Istat Giorgio Alleva nell’audizione sulle due proposte di legge costituzionale (C.3478 e C. 3858), a modifica dell’articolo 38 della Costituzione. Secondo la dinamica demografica del Paese,
“dai 66 anni e 7 mesi, in vigore per tutte le categorie di lavoratori dal 2018, si passerebbe a 67 anni a partire dal 2019, quindi a 67 anni e 3 mesi dal 2021. Per i successivi aggiornamenti, a partire da quello nel 2023, si prevede un incremento di due mesi ogni volta. Con la conseguenza che l’eta’ pensionabile salirebbe a 68 anni e 1 mese dal 2031, a 68 anni e 11 mesi dal 2041 e a 69 anni e 9 mesi dal 2051”.
Alleva ha ricordato che l’Istat fornisce ufficialmente i parametri demografici ed economici necessari affinche’ il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto col ministero dell’Economia e delle Finanze, possa determinare la revisione dei coefficienti di trasformazione. “Il prossimo rilascio, non ancora ufficialmente richiesto dai due ministeri competenti, sara’ verosimilmente prodotto nel 2018 con dati riferiti al 2016”. Per quanto riguarda l’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento, l’aggiornamento successivo entrera’ in vigore dal primo gennaio 2019 e sara’ costituito sul triennio 2013-2016. Dal primo gennaio 2021, poi, gli aggiornamenti saranno su base biennale.

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  • Il dramma sociale in corso, cui si pongono rimedi peggiori del male stesso.
    Non è esattamente "scientifico" che la vita si allunga per tutti. Non di rado per chi sta bene finanziariamente, è vissuto e vive dentro un'esistenza meno problematica di altri.
    I poveri ci sono ed esistono sempre più numerosi, e non si consolano di poter vivere due o tre anni in più...
    Ma oggi, per i costi sempre più insostenibili a favore dei privilegi dei politici e della politica conseguente, ognuno di noi sa che il futuro, specie per i propri figli è drammatico.
    Già lo è per le forze di LAVORO di tutta Italia, se un lavoro fa capo a persone. e a diritti-doveri.
    Nascondersi dietro il tifo partitico, e dunque di parte, non serve a molto, direi a nulla.
    Occorre un governo di salvezza nazionale, come per tutte le crisi di emergenza. In Italia le emergenze sono croniche.
    Allora diamo vita a un governo che risolva almeno tre emergenze: occupazionali, della sanità e della scuola.
    Uno Stato che si dica conforme all'attuale Costituzione, sempre degnissima, non toglie ai poveri per continuare a dare ai ricchi, e non tassa i poveri per fare restare invariate le pensioni d'oro per chi ha già avuto tutto e di più.
    Uno Stato insomma che abbatta le caste.
    Ma ci vogliono donne e uomini che dentro le caste non sono mai stati. Gli italiani sanno ancora riconoscerli?
    Filippo Grillo

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