L’intervista. TaoModa: l’edizione 2017 secondo Agata Patrizia Saccone

Cala il sipario su TaoModa 2017, un evento che di anno in anno assume sempre più una dimensione internazionale. Nove giorni dedicati alla moda e non solo, anche arte, cultura e sociale hanno arricchito lo scenario di TaoModa2017 che si avvale anche di patrocini prestigiosi, quali la Camera Nazionale della Moda Italiana, Confindustria Moda e di importanti sinergie con noti brand anche stranieri. Entusiasmante il Galà conclusivo dell’evento, che si è tenuto nella splendida cornice del Teatro Antico di Taormina dove alla presenza di migliaia di persone sono stati consegnati i Tao Awards, tantissimi i premiati tra giornalisti, stilisti ecc.. La serata è stata ripresa dalle telecamere di Rai Uno e La7.
Direttrice dell’evento Agata Patrizia Saccone, giornalista catanese espertissima di Moda, l’abbiamo intervistata per farci raccontare i dettagli di questo prestigioso evento

Agata buon giorno e grazie per aver accettato di raccontarci TaoModa, la prima domanda è quasi naturale, quando hai scoperto questa grande passione per la moda?
La mia passione per la moda nasce con me, da bambina venivo forte mentente attratta da questo mondo, e sia chiaro, io seguivo soltanto le passerelle internazionali! Ad esempio seguivo il programma Donna sotto le stelle in diretta su Rai Uno, evento che si svolgeva a Trinità dei Monti; quando sfilavano i grandi della moda come Valentino, Armani, Ferrè, Versace, ricordo, io ancora bambina, stavo li a sognare e coltivare la speranza di fare qualcosa di simile”.
Quando hai maturato la consapevolezza che questo sogno da bambina doveva diventare realtà?
Intanato sto per confidarti una cosa che pochi sanno, ovvero, il mio lavoro nasce dal concorso di Miss Italia, io sono stata nel 1995 concorrente insieme, pensa te, ad Anna Valle, l’anno quando lei vinse la fascia, io arrivai alle semifinali nazionali,ma ricordo che partecipai al concorso un po’ per gioco, poiché furono i miei amici di ad iscrivermi. In quell’ occasione mi accorsi, che per quanto potesse affascinarmi il mondo dei riflettori, la mia spiccata personalità non mi facilitava quel genere di percorso, cioè stare con le altre ragazze ecc… capii che questo mondo dovevo viverlo intensamente ma da un’altra prospettiva. Dopo l’esperienza di Miss Italia tornai a Catania mi iscrissi alla facoltà di Economia e cominciai a lavorare per realizzare il mio sogno.
Quali sono i sacrifici per realizzare un evento di dimensioni così ampie?
TaoModa è una macchina assai complessa, una rassegna che dura nove giorni e come tale va monitorata e costruita con un lavoro certosino e mai improvvisato. E’ come un puzzle, dove ogni tassello deve stare al proprio posto, altrimenti non riesci a costruirlo mai, ed è per questa ragione che TaoModa comporta una mole di lavoro notevole che mi impegna tutto l’anno; cioè non si interrompe mai la produzione. Pensa, che già a giugno di quest’anno, ho iniziato a lavorare alla nuova edizione del 2018. L’evento comprende nove giorni di rassegna e oggi TaoModa si pregia di essere la rassegna di settore più rilevante del centro-sud italia e alla moda coniuga arte, design, sociale food e cultura, in sintesi, la moda è come un diamante con tante sfaccettature che vengono raccontate attraverso la kermesse. L’evento è anche aggregazione, spirito di squadra, spesso nel sud italia si incorre nell’errore di essere individualisti; io con TaoModa penso di aver dimostrato di essere in antitesi con tale concetto, perché al contrario ho reso l’evento assolutamente aggregante, coinvolgendo praticamente il mondo, dal Giappone alla Russia all’America. Tra l’altro quest’anno abbiamo avuto tra gli ospiti i fondatori statunitensi di Operation Smile che hanno celebrato il 35° anno della fondazione proprio sul palcoscenico di Taormina, così come proprio lo scorso anno, invece il Giappone ha celebrato il 150° anno di rapporti commerciali con l’Italia ed abbiamo avuto come ospite l’ambasciatore giapponese. TaoModa è aggregazione, internazionalizzazione e soprattutto “oggi” è l’evento che costituisce un importante indotto turistico e quindi economico per la Sicilia. La manifestazione è candidata a ricevere un premio speciale su proposta di Autostrade Italiane e Coldiretti, poiché è stata considerata tra le manifestazioni italiane che apportano maggiori flussi turistici

Quali sono state le novità di quest’anno?
TaoModa 2017 ha avuto un importantissimo momento che è stato innanzitutto la mostra omaggio a Gianfranco Ferrè nel decennale della nascita della fondazione Gianfranco Ferrè che coincide con la scomparsa dello stilista. Questo è stato un tassello importantissimo della rassegna e dal punto di vista culturale proprio perché oggi gli abiti di Gianfranco Ferrè costituiscono un importante patrimonio del Made in Italy e sono custoditi e tutelati dalla fondazione quale patrimonio culturale. Questa è stata una esclusiva della quale TaoModa si è pregiata, la mostra è approdata per la prima volta nel centro-sud Italia grazie alla nostra rassegna e ai rapporti personali che ho con la famiglia Ferrè che teneva a celebrale il decennale in un evento importante, tra gli eventi italiani hanno scelto il nostro. Altro evento saliente della rassegna è stato quello dedicati al sociale, con la Masterclass dal titolo “la coperta dell’accoglienza” dedicato alle donne migranti. Abbiamo insegnato ad alcune donne migranti come muovere i primi passi in questo ambito, ovvero tagliare, cucire ecc.. e in occasione della Masterclass è andato in onda uno speciale su Rai news 24.

Il bello, la moda come motore di sviluppo della Sicilia, secondo Te è possibile?
Il bello già fa parte della Sicilia, moda e turismo sono un connubio perfetto per lo sviluppo della Sicilia, basti pensare che le maison internazionali come Dior e Vuitton spesso si avvalgono delle maestranze siciliane per confezionare alcuni capi delle loro collezioni. In Sicilia esiste un polo che si occupa del confezionamento degli abiti da parte delle Maison, parliamo di produzione industriale, ma aldilà delle produzioni industriali, mi piace parlare delle maestranze artigianali, che costituiscono un valore aggiunto del nostro territorio, molte maison si avvalgono delle maestranze siciliane per farsi realizzare lavorazioni particolari che purtroppo non vengono da noi valorizzate, ma costituiscono l’eccellenza del nostro artigianato. La Sicilia, per me dovrebbe puntare di più sulla comunicazione, perché raramente queste eccellenze vengono comunicate all’esterno.
Ultima domanda, mi dicono che il backstage era tutto siciliano, ovvero, truccatori parrucchieri ecc.. erano giovani e meno giovani che studiano ed operano in Sicilia.
Assolutamente sì! Mi sembra normale valorizzare le competenze della nostra Isola, abbiamo persone che non hanno nulla da invidiare a nessuno. Ma oltre agli hair stylist e make up artist tra i siciliani c’erano anche gli stagisti dell’Accademia Belle Arti di Catania e il corpo di ballo della coreografa Fia Di Stefano.
Questo ti fa onore Agata
Non lo so se questo mi fa onore, ma sono convinta che sia giusto così!

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