Sicilia: Confindustria, fermi 2 mld investimenti, imprese in fuga. Catanzaro: “Siamo davanti ad atteggiamenti anti-impresa”

“Siamo davanti ad atteggiamenti anti-impresa che mettono in ginocchio non solo il singolo imprenditore, ma intere collettivita’. E’ inconcepibile che Uffici della stessa Regione siciliana diano indicazioni opposte sugli stessi argomenti disconoscendo quanto gia’ deciso in precedenza e che una impresa sia messa in crisi da simili condotte”

PALERMO – I vincoli dettati dai Piani paesaggistici della Regione bloccano in Sicilia investimenti per circa due miliardi di euro, “come gli investimenti previsti da Terna per completamento dell’anello a 380 Kv che consentirebbe all’Isola di avere una rete elettrica stabile ed efficiente”. “Se vogliamo che la Sicilia sia attrattiva per nuovi investimenti e per quelli che ci sono gia’ dobbiamo garantire certezza – afferma il presidente di Sicindustria, Giuseppe Catanzaro – non e’ possibile pensare di cambiare le regole del gioco mentre si e’ in campo. La tutela dell’ambiente e’ una nostra priorita’ e le nostre imprese spendono ingenti risorse per garantire il rispetto delle normative. Questo e’ un loro dovere. Ma accanto al dovere c’e’ il diritto di avere regole chiare, tempi certi e interlocutori terzi capaci di applicare la legge in maniera laica”. In particolare, spiega Sicindustria, in ballo ci sono attualmente gli 800 milioni programmati da Terna per la rete ad alta tensione; i 180 milioni pianificati da A2A per il termovalizzatore nel Messinese; i 100 milioni bloccati in provincia di Ragusa. E ancora, i 500 milioni fermi a Siracusa destinati ai porti turistici e altre infrastrutture ricettive e il miliardo di euro stimato da Ance per opere stradali, autostradali e della depurazione. “Il fatto che alcune Soprintendenze appongano vincoli paesaggistici su impianti esistenti da decenni senza effettuare la necessaria ricognizione delle attivita’ esistenti sulle aree oggetto di pianificazione – aggiunge Catanzaro – genera sfiducia in chi, fidandosi delle autorizzazioni gia’ acquisite dalla Regione, ha investito centinaia di milioni di euro e spinge chi ha in animo di investire in Sicilia a cambiare strada. Nei fatti si dice alle imprese chiudete gli impianti andate altrove. Siamo davanti ad atteggiamenti anti-impresa che mettono in ginocchio non solo il singolo imprenditore, ma intere collettivita’. E’ inconcepibile che Uffici della stessa Regione siciliana diano indicazioni opposte sugli stessi argomenti disconoscendo quanto gia’ deciso in precedenza e che una impresa sia messa in crisi da simili condotte”.
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