Omicidio del boss nisseno Gino Ilardo, cugino di “Piddu” Madonia: 4 ergastoli per mandanti ed esecutori

Quattro ergastoli inflitti ai mandati e agli esecutori dell’omicidio di Gino Ilardo, l’uomo che – come ha detto l’accusa – il 31 ottobre del 1995 ha portato lo Stato a un passo dalla cattura di Bernardo Provenzano. Era stato assassinato a Catania in via Quintino Sella il 10 maggio del 1996, quando si apprestava a diventare collaboratore di giustizia. Dopo quasi ventuno anni arriva le sentenza della Corte d’Assise, presieduta da Rosa Anna Castagnola (ha sostituito Rosario Cuteri, ormai in Corte d’Appello), che oggi pomeriggio ha pronunciato il dispositivo dopo nove ore di camera di consiglio. Carcere a vita per Giuseppe Madonia, Vincenzo Santapaola (figlio di Coluccio, cugino del capomafia Benedetto), ritenuti i mandanti, e per gli esecutori Maurizio Zuccaro e Benedetto Cocimano.
Gino Ilardo, cugino di Giuseppe Piddu Madonia, prima della sua uccisione era stato un confidente dei Ros ed in particolare del colonnello colonnello Michele Riccio. Prima di essere ucciso vi era stata una riunione a Roma, con i vertici delle procure di Caltanissetta e Palermo Giancarlo Caselli, Teresa Principato e Giovanni Tinebra. Ilardo era ad un passo dal diventare collaboratore di giustizia. Un fatto questo secondo la Corte d’Assise che avrebbe provocato un’accelerazione al piano criminale di eliminare Ilardo, capo della famiglia di Cosa nostra nissena.
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