Istat, il 28,7% degli italiani è a rischio povertà

ROMA – Nel 2015 si stima che il 28,7% delle persone residenti in Italia sia a rischio di poverta’ o esclusione sociale ovvero, secondo la definizione adottata nell’ambito della Strategia Europa 2020, si trovano almeno in una delle seguenti condizioni: rischio di poverta’, grave deprivazione materiale, bassa intensita’ di lavoro. E’ quanto si legge nel rapporto dell’Istat su condizioni di vita e reddito. La quota e’ sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%) a sintesi di un aumento degli individui a rischio di poverta’ (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensita’ lavorativa (da 12,1% a 11,7%); resta invece invariata la stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%).
Il 20% piu’ povero degli italiani percepisce solo il 7,7% del reddito equivalente totale, percentuale che scende al 6,7% se non si considerano gli affitti figurativi. E’ quanto si apprende dal rapporto dell’Istat su condizioni di vita e reddito. Il quinto piu’ ricco degli italiani ha invece in mano il 37,3% della ricchezza totale, il 39,3% senza gli affitti figurativi. Il reddito delle famiglie piu’ benestanti e’ quindi pari a ben 5,9 volte quello delle famiglie appartenenti al primo quinto. Nel periodo 2009-2014, la contrazione di reddito in termini reali e’ stata molto piu’ forte per le famiglie del primo quinto della distribuzione, il cui reddito equivalente medio, inclusivo degli affitti figurativi, e’ diminuito del 13%, a fronte di una riduzione media del 9,0%. Ne e’ seguito un aumento della disuguaglianza, con il reddito delle famiglie piu’ ricche passato da 4,6 a 4,9 volte il reddito delle famiglie piu’ povere.
In Italia la diseguaglianza tra redditi e tra le maggiori in Europa. Lo segnala l’Istat nel suo rapporto su condizioni di vita e reddito. “Una delle misure principali utilizzate nel contesto europeo per valutare la disuguaglianza tra i redditi degli individui e’ l’indice di Gini. In Italia esso assume un valore pari a 0,324, sopra la media europea di 0,310, ma stabile rispetto all’anno precedente”, si legge nel rapporto, “nella graduatoria dei Paesi dell’Ue l’Italia occupa la sedicesima posizione assieme al Regno Unito”. Distribuzioni del reddito piu’ diseguali rispetto all’Italia si rilevano in altri Paesi dell’area mediterranea quali Cipro (0,336), Portogallo (0,340), Grecia (0,342) e Spagna (0,346). Il campo di variazione dell’indice e’ molto ampio: dai valori piu’ alti di Lituania (0,379) e Romania (0,374) dove la distribuzione dei redditi e’ fortemente diseguale, a quelli piu’ bassi di Slovenia (0,236) e Slovacchia (0,237), che invece hanno distribuzioni del reddito piu’ eque In Italia l’indice di Gini e’ piu’ elevato nel Sud e nelle Isole (0,334) rispetto al Centro (0,311) e al Nord (0,293)
Condividi