Caltanissetta, Chiara Barbera: scrittura creativa, un premio per “Attenti si gira!”

CALTANISSETTA – Chiara Barbera è una brillante e frizzante studentessa quindicenne del liceo classico “R. Settimo” che ha ottenuto un prestigioso riconoscimento nell’ambito di un concorso, (sezione scrittura creativa) con l’elaborato “Attenti si gira!”, durante il 53° Convegno Internazionale di Studi Pirandelliani. Abbiamo ascoltato la giovane nissena che ci ha “sommersi” con la sua passione per le parole e per la letteratura. Tanta giovanile esuberanza potrebbe apparire complessa da irreggimentare in un articolo. Proviamo a “stimolarla” utilizzando la sua inclinazione allo scritto: “Perchè non scrivi tu un articolo in cui racconti la tua esperienza e la conquista del premio?”. Detto fatto, in meno di due giorni, ci ha inviato il “pezzo” in cui racconta la sua vicenda. Di seguito l’articolo di Chiara Barbera.

Dal 1 al 3 dicembre 2016 si è tenuta ad Agrigento la 53° edizione del Convegno Pirandelliano, un evento al quale partecipano annualmente alunni provenienti da tutta Italia. Esso nasce con il fine di istruire gli studenti sul pensiero di Pirandello, e lo fa attraverso ampie relazioni tenute da professori universitari esperti provenienti da tutt’Italia e, a volte, anche dall’estero.

Questo convegno include anche un concorso, il quale si suddivide in varie categorie: scrittura creativa, sceneggiatura, cortometraggio, prova estemporanea di scrittura creativa e prova estemporanea di sceneggiatura + storyboard. La studentessa Chiara Barbera della II AL del liceo classico, linguistico e coreutico Ruggero Settimo di Caltanissetta, partecipando nella categoria della scrittura creativa con un testo intitolato Attenti, si gira!, ha vinto il primo premio a pari merito con altri due elaborati. Erano stati inviati circa un centinaio di lavori, o poco più. Per Chiara è stato un onore enorme sentire il proprio nome e quello della propria scuola e città al momento della premiazione. Si è trattato di un riconoscimento inaspettato che l’ha riempita di orgoglio. Il racconto premiato consiste nella riscrittura dell’ultimo capitolo del settimo libro de I quaderni di Serafino Gubbio Operatore, celebre romanzo di Luigi Pirandello pubblicato nel 1916, che mostra ai propri lettori una seconda faccia del progresso, la parte oscura che noi uomini non abbiamo mai avuto il coraggio di guardare. A quel tempo, infatti, il cinema era appena nato; nessuno si sarebbe potuto aspettare il potere che le macchinette, che la tecnologia dell’uomo, avrebbe potuto esercitare sull’uomo stesso. Il protagonista Serafino, un semplice operatore, si riduce ad una mano che gira la manovella. Niente, né la finzione, né la cruda realtà della morte, riesce a farlo riprendere da quella specie di universo parallelo nel quale la sua anima viene segregata per dare spazio alla sua macchinetta. E quando la tragedia avviene lì, davanti i suoi occhi, lui rimane impassibile. Era solo una mano, una semplice mano che cambiava il ritmo del suo movimento ad ogni comando della sua macchinetta. Ed è su questo tema, sul quale si basa l’opera di Pirandello, che Chiara ha incentrato il suo racconto, immaginando un futuro distopico dove le macchine si sono così evolute, da aver distrutto anche quel poco di umano che era rimasto nella terra, come la musica, il teatro, il cinema…

Questa idea è nata durante uno dei numerosi incontri pomeridiani precedenti al convegno avvenuti sotto la supervisione della professoressa Loredana Scintilla. Quest’ultima aveva il compito di illustrare il contenuto del libro e di suggerire idee per eventuali possibili riscritture.

Ne è seguita una riflessione di Chiara sull’incapacità delle persone di quel tempo di percepire il potenziale pericolo che le macchine rappresentavano per il loro futuro. Persino oggi, nel 2016, quasi tutti sono soggiogati dalla tecnologia e ognuno crede che essa non venga per nuocere, ma solo per aiutare nello svolgimento del lavoro giornaliero. Nel suo racconto, Chiara è riuscita ad immaginare un mondo dove il processo di sostituzione degli umani è evidente, un periodo durante il quale le macchine sono arrivate ad un punto tale da non poter essere più eliminate. Il risultato di tutto ciò è, come la Commissione del concorso ha evidenziato, un lavoro che si avvale di una scrittura quasi visionaria ed è costruito sull’idea-guida che il futuro sarà inevitabilmente dominato dalle macchine.

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