Corleone, mafia: blitz dei carabinieri, 12 arresti

PALERMO – Nuovo colpo alla mafia di Corleone. I carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelari nei confronti di 12 persone accusate a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione e danneggiamento.

Applicata contestualmente la liberta’ vigilata per 2 anni a carico dei due mandanti di un progetto di omicidio. L’operazione, denominata “Grande passo 4”, frutto delle indagini sviluppate dal Nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale e dalla Compagnia di Corleone e orientate sul mandamento mafioso corleonese e sulle cosche di Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano, ha consentito di ricostruire gli assetti di vertice e i rapporti con gli esponenti apicali dei clan vicine. Sono stati, inoltre, documentati numerosi reati, espressione della capacita’ di intimidazione e controllo del territorio.

Tra i dodici arrestati nell’operazione “Grande passo 4”, che ha assestato un duro colpo ai vertici corleonesi, c’e’ anche il nipote di Bernardo Provenzano, il padrino morto a luglio. Carmelo Gariffo, in prima fila ai discussi funerali, progettava di riorganizzare il clan, di rilanciarne gli affari e la capacita’ di gestione della rete di interessi e rapporti. Conosce i segreti di Cosa nostra, ha gestito la latitanza, la circolazione dei pizzini del capomafia, lo ha assistito nei suoi affari. Da tre anni ormai fuori dal carcere, parlava di pizzo e appalti e della necessita’ di rilanciare Cosa nostra a Corleone, “Basta uno, non c’e’ bisogno di cento”, ha detto intercettato dai carabinieri a proposito della necessita’ di individuare “una persona adatta eventualmente a comandare”, ma “non facciamo cose affrettate”. Tra i suoi collaboratori piu’ stretti due forestali, finiti anch’essi in manette. E tra i destinati dell’ordinanza di custodia cautelare anche i boss gia’ arrestati Pietro Marasacchia, Vincenzo Pillitteri e Antonino di Marco, quest’ultimo dipendente del Comune di Corleone, sciolto ad agosto scorso.

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