Sicilia: intesa con Stato vale 1,7 mld. L’assessore Baccei: “Welfare e investimenti”

PALERMO – Vale un miliardo e 685 milioni l’anno l’accordo tra Stato e Regione Sicilia al quale ieri ha dato il via libera definitivo il Consiglio dei ministri. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia Alessandro Baccei intervenendo alla conferenza stampa a Palazzo d’Orleans, assieme al presidente della Regione Rosario Crocetta che parlano di risanamento, di spinta agli investimenti e alle riforme, e di sostegno al welfare con misure come il reddito di inclusione. “L’importo complessivo, come gia’ definito nel documento di programmazione e nell’ultima legge di stabilita’ regionale, e’ di un miliardo e 685 milioni l’anno. Negli anni verranno dati in maniera diversa”. Quest’anno sono stati trasferiti 900 milioni previsti nella legge di stabilita’ nazionale, adesso ulteriori 500 milioni, mentre altri 285 milioni arriveranno dalla normativa dell’Iva dello split payment che, riconoscendo la territorialita’, ha aumentato le entrate dell’imposta. I previsti 500 milioni arriveranno gia’ come maggiori imposte Irpef. L’anno prossimo nelle casse regionali troveranno spazio un miliardo e 400 milioni come maggiori imposte Irpef e il resto dall’Iva, mentre dal 2018 le risorse saranno assegnate tutte come maggiore imposte Irpef.

 Uno schema realizzato, ha sottolineato Baccei, senza trasferimento di funzioni, saranno risorse nette in piu’ sul bilancio della Regione Sicilia. “Fino a oggi si ragionava in termini di entrate e trasferimento funzioni -ha proseguito- ma la nostra bravura e’ stata riuscire a farci riconoscere un percorso di riforme fatte e di trasparenza sul bilancio che ci ha permesso di sedere al tavolo di Roma, dimostrando che la Sicilia ha subito nel corso degli anni, non dal punto di vista giuridico, ma di fatto, dei torti”. Partendo da questo, il governo ha avviato delle interlocuzioni sulla base di due sentenze della Corte Costituzionale. “Una -ha ricordato- afferma che la Sicilia ha subito dei torti e bisognava scendere a nuovi patti con lo Stato e l’altra, piu’ recente, che prevede che l’ammontare delle tue rivendicazioni deve essere pari a cio’ che non puoi sostenere a bilancio. Quindi abbiamo rimesso a posto tutti i numeri e abbiamo dimostrato l’ammontare che non riuscivamo piu’ a sostenere e’ di un miliardo e 685 milioni”. Un fatto storico secondo Baccei e ora ci sara’ un percorso che prevedera’ in completamento delle norme di attuazione dello Statuto. “Con il passaggio di ieri chiudiamo un percorso di risanamento del bilancio iniziato con il governo Crocetta. Sono tre i grossi benefici di questa manovra: abbiamo evitato il default, ripresa per i capelli la Regione. Gia’ da quest’anno abbiamo 700 milioni in piu’ per lo sviluppo, perche’ non usiamo piu’ i fondi sviluppo e coesione per coprire la spesa corrente. Abbiamo comunque un 1,7 miliardo in piu’ di liquidita’ ogni anno. L’ultima, aver riportato in equilibrio i conti, con un anno di anticipo, e cosi’ non abbiamo piu’ un limite di spesa dovuto al patto di stabilita'”.E’ un accordo strutturale storico ha ribadito Crocetta – che rivede quello del 1965 tra Regione siciliana e Stato in materia di entrate. Un accordo che premia il lavoro fatti in questi anni, perche’ abbiamo messo in campo un’azione continua e rigorosa di monitoraggio e di riqualificazione della spesa”. “Gia’ i precedenti governi -ha proseguito- avevano tentato di rivedere la questione delle entrate della Regione, non ultimo il governo Lombardo che, dopo tre anni di trattativa, si e’ visto rispondere che non c’era ‘un centensimo’. Allora ci fu una indisponibilita’ da parte dello Stato perche’ c’era una Regione spendacciona, mentre l’accordo oggi e’ stato possibile perche’ negli ultimi tre anni i nostri bilanci sono stati rigorosi e abbiamo attuato le riforme necessarie per mettere a posto i conti”. Crocetta ha ricordato il lavoro svolto sul piano del risanamento passando da un disavanzo di 2 miliardi al 31 dicembre all’avanzo di 637 milioni del 31 dicembre 2015. “Abbiamo ridotto i compensi ai parlamentari del 40 per cento -ha proseguito- fissato un tetto ai dirigenti regionali che e’ il piu’ basso d’Italia, bonificato sistemi come quelli degli ex Pip, attuato il taglio delle doppie pensioni. E ancora abbiamo ridotto le spese dei forestali, riudendo i loro privilegi, da 380 milioni a 220 milioni, e utili in Sanita’ al posto delle perdite”. Sono tre gli accordi siglati tra la Regione il presidente del Consiglio ha spiegato Crocetta, approvati dal Consiglio dei Ministri ieri sera. L’ultimo e’ incentrato sull’accordo strutturale delle entrate: “Non vivremo piu’ di bilanci -ha sottolineato- che si fanno all’ultimo momento dopo approvazione della finanziaria. D’ora in poi vivremo di entrate proprie: siamo nelle condizioni di fare bilanci pluriennali senza piu’ dover aspettare la legge di stabilita’ nazionale. Non vivremo piu’ di finanza trasferita dallo Stato, ma di entrate nostre. Ormai c’e’ una macchina regionale che non fa piu’ i conti falsi per poter spendere ma si fanno previsioni corrette per poter organizzare la spesa”.
Nuove risorse, piu’ invesitmenti, ma anche interventi strutturali sulle fasce piu’ deboli: “Attraverso un accordo con lo Stato – ha continuato Crocetta – siamo valutando se sia possibile in via amministrativa, con una delibera di giunta, introdurre il reddito di cittadinanza. Ma dovra’ autorizzarci il Cipe. Il mio intendimento e’ di approvarlo in giunta e poi Chiedere il via libera allo Stato”. Non e’ tutto: “Chiederemo a breve lo stato di emergenza per gli incendi e lo faremo senza chiedere un centesimo allo Stato. Non chiediamo un’elemosina. Il senso di questo accordo e’ di grande dignita. Sono stati i siciliani, una piccola parte, a distruggere la Sicilia. Sarebbe un messaggio negativo se chiedessimo soldi allo Stato: per la prima volta una regione chiedera’ lo stato di emergenza senza richiedere risorse aggiuntive”.

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  • Gentile giornalista,

    Le ricordo che si chiama REGIONE SICILIANA E NON REGIONE SICILIA

    che se lo faccia dire da un figlio di emigrati siciliani come me è il colmo, lei ha pubblicato, si ricordi un errore enorme

    mi scusi la grammatica, non sono cresciuto in Italia

    Saluti

    Ezechiele

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