La favola del Leicester campione d’Inghilterra: esplode la festa, Ranieri in trionfo

leicester-415x249I «tempi supplementari», le birre strette in mani nervose e poi la festa attesa da giorni è scoppiata in differita, davanti alla tivù. Via via si è trasformata nella lunga diretta di un’emozione collettiva che ha invaso strade, pub, locali e ogni anfratto di una città esplosa e rimasta a godere fino all’alba la detonazione di una gioia blu. Scesa la notte si sono alzate le luci sul Leicester campione d’Inghilterra per la prima volta in 132 anni. A consegnare ai Bluesun titolo incosciente e inaspettato, è stato un sofferto 2-2 agguantato all’83’ dal Chelsea, andato sotto 2-0, contro il Tottenham in un posticipo trasformato in un thriller. Il punto che mancava alla conquista del campionato delle Foxes l’ha regalato, ironia del destino, l’ex squadra di Mourinho che ha scritto pure il punto esclamativo e il lieto fine a una favola irripetibile.

La vittoria di Ranieri. Gli sfavoriti hanno vinto, la rivoluzione dei poveri non è fallita ma compiuta. Il cervello di un’operazione folle è di un italiano, Claudio Ranieri «The Tinkerman», il 64enne vecchio pasticcione l’aperitivo della festa l’ha vissuto in volo, alzando un calice di champagne sopra le nuvole bianche di quel cielo azzurro che ha contribuito a inondare di blu, il blu delle maglie del Leicester. Dopo l’1-1 di domenica a Old Trafford contro il Manchester United, il tecnico era corso a Roma per stare accanto ai 96 anni di mamma Renata, cui forse ha fatto il più bel regalo che un figlio può lasciare ai propri genitori: renderli orgogliosi. «Sarò l’ultimo a sapere se abbiamo vinto o no», aveva lasciato detto prima di volare via. In realtà è tornato in tempo anche lui per gustarsi il big party, atterrato in Inghilterra poco prima dell’inizio del match del Tottenham, ultimo avversario a inchinarsi. Imbarcandosi da Ciampino scaramanticamente aveva detto: «Sto bene, bene. Sono solo un po’ raffreddato… Ma le partite vanno giocate»

Pioggia di milioni. Da oggi in Inghilterra «The Italian job» non è più solo l’osannato film del 1969 con Michael Caine che tenta di rubare un carico d’oro a Torino con una serie di sguscianti Mini Cooper, e non è più nemmeno lo slogan abusato dai tabloid per raccontare i successi di coppa dei club di Sua Maestà in terra italica. «The Italian job» è una storia nuova, un colpo all’italiana con un bottino di 170 milioni in premi e diritti tv che finirà nelle casse del Leicester, di altri 15 milioni spariti dai caveau dei bookmaker e intascati da scommettitori occasionali, quegli allocchi creduloni che avevano accettato di puntare soldi (con la consapevolezza di buttarli) su una quota assurda di 5000 a 1, gettata lì dagli allibratori per quella che doveva essere una rapina legalizzata e si è invece trasformata in un boomerang per le case di scommesse. «Robin Hood è la favola che più mi piace: rubare ai ricchi per dare ai poveri» aveva confessato Ranieri, e la gente di Leicester ha creduto a quel moderno Ulisse romano che in carriera aveva conosciuto molti porti e tanti naufragi in panchina, prima di approdare e farsi re del mondo in uno sperduto angolo d’Inghilterra.

Tutti a casa Vardy. La città dei perdenti, la provincia anonima del Regno di Sua Maestà costruita in gran parte sul lavoro e il sudore di sudditi di seconda classe e di ex figli delle colonie dell’Impero britannico, trova redenzione e una sponda di libertà anche sul suo fiume: il Soar che altro non vuol dire che librarsi, planare. E in volo si sono alzati i 330 mila abitanti, portati per mano verso il titolo da una squadra di rigenerati. Il simbolo di un manipolo di emarginati riscattati è il bomber Jamie Vardy: 22 gol e il premio di miglior giocatore dell’anno consegnatogli dai giornalisti inglesi. A casa sua, di quello che era un operario in una fabbrica di protesi, la squadra si è ritrovata per vivere gli ultimi attimi di angoscia e accogliere i primi vagiti del trionfo. Quando l’arbitro Mark Clattenburg ha fischiato la fine e certificato il 2-2 tra Chelsea e Tottenham, è scoppiata la festa. A casa Vardy e in tutte le altre.

La scommessa di Lineker. È l’ora dei sorrisi e delle lacrime e di pagare le chissà quante scommesse tra amici. Lo farà anche Gary Lineker. Lo storico ex del Leicester (ancora resiste il suo il record di 24 gol fissato nel 1984/85) e icona dell’Inghilterra, cui si devono battute pungenti e sentenze passate alla storia come («Il calcio è un gioco semplice in cui alla fine di solito vincono i tedeschi»), dovrà presentarsi in mutande alla prima puntata della prossima stagione di Match of the Day, il 90° Minuto targato Bbc.

La storia siamo noi. Il trionfo di Leicester è solo il primo capitolo della favola. Al Local Hero pub di Aylestone Road i tifosi piangono, bevono e cantano di tutto. Pensando alla partecipazione del prossimo anno in Champions League, il coro più gettonato è «Barcelona, we’re coming for you».

La favola ora vuole diventare leggenda e richiamare la storica doppietta del Nottingham Forest di Brian Clough, un Mourinho ante litteram, che nel 1978 vinse il suo primo campionato e l’anno dopo conquistò la Coppa dei Campioni. Nessuno ci avrebbe puntato un penny allora, ma questa è già storia vecchia e vissuta a Leicester. (Fonte corriere.it)

Condividi