“Contrariamente ad altri colleghi piu’ scettici, ho sempre sperato in una riapertura della fabbrica di Termini Imerese. Anche perche’ avevo la consapevolezza che un’esperienza simile non poteva finire, cosi’ con un buco nell’acqua”. Sono le parole di Giuseppe Tarantino, 49 anni, uno dei primo venti operai che oggi varchera’ i cancelli dello stabilimento di Termini Imerese, a Palermo, che oggi si riaprono dopo cinque anni. Perito elettrotecnico, operaio di manutenzione, dal ’99 realizzava componentistica per la lancia Ypsilon. Tarantino, sposato, con tre figli, oggi alle 9 comincera’ il primo turno partime di 4 ore assieme agli altri venti lavoratori che si occuperanno di progettazione per il marchio Blutec, l’azienda che ha preso il posto della Fiat. “Con il passare del tempo questa speranza si andava sempre piu’ affievolendo – ha proseguito Tarantino ricordando gli ultimi quattro anni segnati da proteste e cassa integrazione – poi e’ subentrato lo scetticismo, fino a quando non ci hanno comunicato l’inizio di questa nuova avventura. Sono ottimista ma anche consapevole che il futuro rimane un punto interrogativo. Facevo bene l’operaio di manutenzione e oggi ci attende questa nuova avventura: l’azienda sta nascendo e’ noi dobbiamo crescere assieme a lei. Oggi c’e’ Blutec e dobbiamo uscire da un ottica assistenzialista altrimenti non abbiamo dove andare”. I primi lavoratori a rientrare in fabbrica, tra i 700 ex Fiat, non hanno ancora completato le ore di corso necessarie per apprendere l’uso di un software di modellazione tridimensionale per la realizzazione di componentistica, previsto dalla prima fase del piano industriale siglato tra Blutec e Invitalia. Accanto all’entusiamo del primo giorno, anche il ricordo per i momenti bui legati agli anni della vertenza: “Sono stati anni difficili, pesanti da gestire, tra le le necessita’ del quotidiano, il mutuo da pagare e i figli che crescono. Ci sono state tante voci che parlavano di un rilancio sempre finite con un nulla di fatto. Ci sono stati dei momenti in cui abbiamo pensato anche di lasciare l’Italia e di andare in Inghilterra dove abbiamo amici. Fortunatamente mia moglie lavora – ha concluso – altrimenti non so come avremmo fatto in questi anni e sopravvivere”
Siamo qui senza trionfalismi, senza bande musicali, con la consapevolezza che siamo davanti a un territorio disperato. Oggi comincia un’esperienza piena di incognite ma dopo cinque anni, vedere 20 lavoratori rientrare e’ un grande passaggio”. Lo ha detto il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, davanti ai cancelli dello stabilimento ex Fiat, ora Blutec, nel primo giorno di lavoro degli operai. “Ora – ha proseguito – ci attendiamo che gli impegni annunciati al tavolo ministeriale a Roma siano confermati. In particolare, le anticipazioni di 20 milioni da parte della Regione a Blutec per l’acquisto dei macchinari e gli ammortizzatori sociali per i lavoratori ex Fiat e indotto”. Dopo tanti anni e’ possibile essere ottimisti? “Oggi proviamo una sensazione bipolare – ha detto – da un lato c’e’ l’entusiasmo del primo giorno, dall’altro la preoccupazione di trovarci di fronte a un’esperienza carica di tante incognite, che possa rivelarsi l’ennesima inizativa spot. Oggi festeggiamo ma magari domani ci interrogheremo sulle criticita’ che questa operazione puo’ avere. Molto dipendera’ dalla capacita’ delle istituzioni e azienda di mantenere gli impegni presi”. Ma suona come una beffa che tra i principali clienti della componentistica ci sia proprio Fca? “Sembra paradossale ma e’ il punto di forza dell’operazione. Cosi’ come la scelta del direttore dello stabilimento che lascia Fca per venire a Termini e’ una cosa che ci lascia ben sperare ma la citta’ e’ ancora in ginocchio. Fino a oggi non abbiamo chiesto sconti o aiuti per tenere conti i ordine. Se riparte lo stabilimento, riparte anche il Comune”.