In dettaglio, contrariamente a quanto inopinatamente sostenuto dagli esponenti locali di Italia dei Valori di Niscemi, non solo Caltaqua ha già provveduto ad effettuare i rimborsi in questione a tutti gli aventi diritto che ne hanno fatto richiesta nelle forme, nei modi e nei tempi individuati di concerto con l’ATO Idrico CL6, ma in ottemperanza a quanto disposto da una sentenza della Corte Costituzionale del 2008 NON procede più alla riscossione di tali quote nelle fatture relative agli utenti che ricadono, come nel caso del comune di Niscemi, in aree nelle quali il servizio di depurazione dei reflui non è attualmente disponibile.
In particolare, così come emerge dalle periodiche comunicazioni inviate all’ATO Idrico CL6, per quanto riguarda il comune di Niscemi, alla data di ottobre 2014 erano stati individuati 9.636 aventi diritto alla restituzione della quota di depurazione. A fronte di questa platea di aventi diritto sono state presentate nei termini 4.218 pratiche delle quali 3.878 sono state esitate positivamente e solo 340 respinte per diversi motivi. I rimborsi sono stati con sequenzialmente effettuati nelle fatture emesse tra la fine dell’anno 2014 e l’inizio del 2015 a beneficio di 3.717 utenze in quel momento ancora attive per un importo complessivo di 283.613,08 euro. Per i restanti 161 contratti frattanto non più attivi (sempre riferiti al periodo in cui sono stati effettuati i rimborsi) le somme relative, pari ad euro 9.495,95, sono state messe a disposizione degli aventi diritto.
Caltaqua desidera infine ribadire la linearità ed assoluta correttezza del proprio operato che non può essere messo in discussione da dichiarazioni inesatte, quanto meno avventate e smentite da una linearità di condotta che, in ogni ambito, ha da sempre contraddistinto l’azione della società.