Le misure sono a carico di dieci italiani e quattro stranieri: a tre, gia’ sottoposti a fermo lo scorso 10 novembre, e’ stato notificato, stamattina, il provvedimento che ne dispone la custodia cautelare in carcere; mentre per gli altri undici sono stati eseguiti i domiciliari. Il sistema corruttivo, come gia’ accertato nel precedente filone investigativo, si basava su continui scambi tra pubblico e privato, avendo come fulcro, un ufficio pubblico all’interno dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del lavoro. Qui, oltre Vito Gambino, gia’ destinatario con alcuni familiari, di un provvedimento restrittivo, sarebbe emersa la responsabilita’ di un’altra dipendente pubblica, Anna Maria Cristina Mantione, accusata di favoreggiamento reale, che collaborava il Gambino cui forniva una carta prepagata Postpay, formalmente intestata alla figlia. La carta avrebbe rappresentato un piu’ sicuro canale di approvvigionamento del denaro illecito, pagato a Gambino. Tra i destinatari dei provvedimenti, anche due commercialisti, Salvatore D’Antona e Gaetano Pappalardo, consulenti, rispettivamente a Trapani e Salerno, di numerosi circhi. Coinvolto anche Giuseppe Bivona, titolare di una struttura ricettiva di Agrigento, che avrebbe permesso ai titolari dei circhi di eleggere la sede legale presso la sua attivita’ commerciale. Inoltre, Guglielmo Allemano, stretto collaboratore dei vertici dell’organizzazione, fungendo da mediatore tra Gambino e impresari circensi che avrebbero assunto, in alcuni casi, solo fittiziamente, i lavoratori stranieri. Sono destinatari di misure anche Mohammed Sajedul Islam, Mohammed Bilal, Prem Singh, gia’ sottoposti a fermo ed ora colpiti da provvedimento di custodia cautelare in carcere; Enis Franchetti, Alberto Vassallo, Yesenia Mantarro, Marco Contino, Davide Canestrelli, Jagvinder Singh, invece, gia’ in precedenza indagati e ora sottoposti agli arresti domiciliari.