Roma, Marino si è dimesso. Il suo messaggio: “Aggredito, posso ripensarci entro 20 giorni”

Ignazio-MarinoROMA – Si è dimesso il sindaco di Roma Ignazio Marino. L’addio è arrivato dopo il pressing del Pd e le dimissioni del vicesindaco e di due assessori. Per Marino è stata una giornata sotto assedio, col rischio di una sfiducia da parte del Pd. Orfini nel pomeriggio ha incontrato gli assessori, poi una delegazione è andata dal sindaco: ‘E’ finita’.

Questo il testo integrale del suo messaggio. “Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall’inizio c’e’ stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento. Ma esiste un problema di condizioni politiche per compiere questo percorso. Queste condizioni oggi mi appaiono assottigliate se non assenti. Per questo ho compiuto la mia scelta: presento le mie dimissioni. Sapendo che queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non e’ un’astuzia la mia: e’ la ricerca di una verifica seria, se e’ ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche. Questi i motivi e il quadro in cui si inseriscono le mie dimissioni. Nessuno pensi o dica che lo faccio come segnale di debolezza o addirittura di ammissione di colpa per questa squallida e manipolata polemica sulle spese di rappresentanza e i relativi scontrini successivamente alla mia decisione di pubblicarli sul sito del Comune. Chi volesse leggerle in questo modo e’ in cattiva fede. Ma con loro non vale la pena di discutere. Mi importa che i cittadini – tutti, chi mi ha votato come chi no, perche’ il sindaco e’ eletto da una parte ma e’ il sindaco di tutti – comprendano e capiscano che – al di la’ della mia figura – e’ dal lavoro che ho impostato che passa il futuro della citta’. Spero e prego che questo lavoro – in un modo o nell’altro – venga portato avanti, perche’ non nascondo di nutrire un serio timore che immediatamente tornino a governare le logiche del passato, quelle della speculazione, degli illeciti interessi privati, del consociativismo e del meccanismo corruttivo-mafioso che purtroppo ha toccato anche parti del Pd e che senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio”.

LA GIORNATA. A lasciare la giunta in giornata erano stati il vice sindaco Marco Causi e due assessori, quello ai Trasporti Stefano Esposito e l’assessore al Turismo di Roma, Luigina Di Liegro. Anche quest’ultima era entrata in giunta con Causi, Esposito e Rossi Doria nell’ultimo rimpasto, quello che avrebbe dovuto aprire la “fase due” della giunta Marino.

Dopo un incontro col commissario Pd di Roma, Matteo Orfini, il dimissionario Causi e Alfonso Sabella sono saliti in Campidoglio per vedere Marino: a loro il compito di comunicare al sindaco che “era finita” e che sarebbe stato “meglio dimettersi”. Nel frattempo nella sede nazionale del Pd, Orfini ha anche incontrato diversi consiglieri dem.

Già per tutta la mattinata era andato in scena il pressing del Pd per far dimettere il sindaco. Il sindaco però continua a resistere mentre il Pd sta studiando una exit strategy sulla vicenda.

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