Michele Pilato: “Affonda la Sicilia e si tira dietro Caltanissetta”

titanic-sinkingCALTANISSETTA – Riceviamo e pubblichiamo.

Mentre a Palermo un trio inedito (Ferrandelli, Buttafuoco e Fava) pensa che il male della Sicilia sia la vituperata autonomia, anche a Caltanissetta si fa a gara a chi la spara più grossa, con l’obiettivo di azzerare un’esperienza politico-amministrativa che a solo un anno e pochi mesi di vita sta vivendo il suo primo psicodramma: essere veramente il cambiamento o rivivere l’incubo delle passate esperienze!

Ognuno, ovviamente, è libero di pensare quel che crede; ma da cittadino penso che un ragionamento politico debba avere, da qualsiasi posizione venga fatto, come unico obiettivo il Bene Comune.

Da Palermo ci dicono che per migliore le condizioni della Sicilia occorre disfarsi dell’autonomia, pensando, forse, a quel medico che vedendo il proprio assistito incapace di camminare speditamente perché azzoppato, gli proponga di tagliarsi le gambe per potere utilizzare una carrozzina spinta da una persona in migliori condizioni; parimenti a Caltanissetta, alcuni esponenti politici, ci dicono che per migliorare la situazione bisogna disfarsi del Sindaco, perché, dopo appena un anno, con la sua bacchetta magica, non ha avuto la capacità di risolvere tutti i problemi della città.

Quindi le soluzioni sono nel primo caso la perdita di qualcosa, nel secondo la sostituzione di qualcuno?

E’ indubbio che siamo arrivati al dunque, la Sicilia rischia la bancarotta e a Caltanissetta si rischia di vedere infranti i buoni propositi.

Penso che un cittadino che abbia a cuore veramente le sorti della propria terra non debba indossare gli abiti del “fanatico tifoso”. Quindi, non intendo fare la parte del saccente, ne quella del fazioso supporter, mi limiterò a porre qualche domanda ed avanzare una piccola considerazione: quando impareremo che questa terra non ha bisogno di soloni? Quando riusciremo a mettere al bando i masanielli voltagabbana? Quando comprenderemo che le istituzioni sono un patrimonio comune da tutelare e non il luogo dell’autoreferenzialità o degli interessi di parte?

Il cambiamento, nella “Terra del Gattopardo”, si identifica spesso con l’avvicendamento dei singoli. Ma ormai abbiamo compreso che i singoli non riescono da soli a modificare l’ambiente ne a risollevarlo dai suoi atavici vizi. Anzi, nelle malsane condizioni nelle quali le organizzazioni politiche e burocratiche versano, i protagonismi individuali rafforzano gli agenti patogeni dell’inefficienza e dell’interesse personale, fino ad arrivare a favorire le storture della slealtà politica e della corruzione. Come la muffa che si rigenera, espandendosi con le sue spore perché si è incapaci di risanare l’ambiente “umidiccio” nel quale si vive, così succede nelle comunità, quando al solito slogan del tanto meglio tanto peggio, si da forza a quelle frange di voltagabbana e masanielli che si combinano e ricombinano allo scopo di mantenere lo status quo nel quale rimestare i propri interessi di bottega.

Allora il vero cambiamento parte con l’isolare e debellare le spore ingombranti e sgradevoli dei voltagabbana, rispettando ed onorando il ruolo costruttivo delle opposizioni, ponendosi nelle condizioni di definire rimedi di gestione e di metodo che facciano della partecipazione non più uno slogan, ma un sistema col quale far crescere una coscienza civile ed un identità comuni.

In questo senso, da cittadino comune, mi sento di chiedere a tutti i protagonisti della vita pubblica locale atti di responsabilità, col l’obiettivo di riformulare una presenza nelle istituzioni costruttiva. C’è tempo per campagne elettorali e slogan elettoralistici. Oggi serve compattezza e condivisione. L’ente locale è l’istituzione più prossima al cittadino, ma per le scelte infauste dei governi centrale e regionale, sono lasciati alla deriva senza alcuna scialuppa ne risorsa.

Occorre che le comunità compattamente facciano sentire la propria voce, non contro il Sindaco, l’assessore o il consigliere comunale, anch’essi cittadini della comunità locale e che comunque devono fare la loro parte, ma unitamente ad essi per rafforzare l’idea che sono le comunità con i cittadini i veri protagonisti della vita pubblica.

Questo è il fondamento del principio della partecipazione e su questo che si deve basare lo sforzo comune di migliore le condizioni di vita quotidiana per definire le condizioni di sviluppo sociale ed economico anche per il futuro delle giovani generazioni.

                                                                                                          Michele Pilato

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  • La triade sta rovinando la città di Caltanissetta se aggiungiamo un regista che ama solo stare dietro le quinte furbescamente perchè sa di sparale grosse ........ la quadra si chiude !! Caltanissetta paragonarla al disastro Sicilia solo perchè a governarla c'è gente incapace e propensa al clientelismo , all'apparenza ed all'ego dopo di chè " profondo Rosso " !!

  • Michele, avresti fatto meglio a stare zitto e a non farti vedere, come in campagna elettorale. Tutti i commenti che ti hanno fatto sono veri e dicono una verità assoluta: non sapete governare, siete un disastro per Caltanissetta, avete fatto persino rimpiangere Campisi.
    Ma chi ve lo fa fare, il vostro libro dei sogni racconta, appunto solo favolette, non siete stati capaci di mantenere una sola delle promesse fatte ai nisseni, se almeno non continuaste a tediarci con le assurde dichiarazioni che pubblicate con frequenza imbarazzante, potreste evitare di mantenere alta l'attenzione della gente sulle scempiaggini che commettete quotidianamente. Ascolta, suggerisci al tuo amico sindaco che è meglio dimettersi prima che gli finisca come qualche suo collega più famoso ma , sopratutto, per non far pagare a noi il peso della sua o vostra incapacità.
    Maurizio Reas

  • u signor pilatu addivinta spirtu tutta na vota.AHAHHAHHA, siamo alla frutta con questa dichiarazione, nuddru ammiscatu cu nenti

  • Appunto, Signor Pilato: Quando riusciremo a mettere al bando i Masaniello voltagabbana?

  • Smaccatamente e mielosamente di parte; non avrei mai pensato di rimpiangere il pur mediocre Campisi. Patetico.

  • cittadino???? Ma se questo signore è l'ombra di Ruvolo da 10 anni almeno... Ma chi prendi in giro!!! Sei patetico come il tuo amico sindaco. Vallo a consolare che ancora chianci

  • Caro Michele,
    permettimi di darti del caro, eri più convincente da giò..vane, quando componevi assieme a Carlo Campione e Giovanni Ruvolo un promettentissimo trio (GiòinAzione). Però non sempre i talenti riescono a percorrere compiutamente il percorso che li porta a divenire ...fenomeni. Anzi, a volte, rimanendo vittime dei propri sogni giovanili, alcuni si intestardiscono al punto di autosuggestionarsi, riescono perfino col pallone tra i piedi a dribblare non solo i propri compagni di squadra ma anche se stessi. Non si accorgono che i cori che lo inneggiano sono esclusivamente dei cortigiani della sua curva. Gli esperti, gli esteti del buon gioco, i veri intenditori hanno già capito che...gli manca la stoffa.
    Credimi ..il tuo capitano (il sindaco, è a lui che mi riferisco e non a te) può militare in un modesto campionato di dilettanti, ma nel calcio vero, quello fatto da atleti temprati, abituati a masticare sabbia o erba, quello fatto da gente che fa squadra, quello dove occorre illuminare il gioco e trovare giocate esemplari, in quel calcio non potrà mai trovare posto. A maggior ragione come allenatore, visto che, con poca umiltà ma grande arroganza, continua a far giocare un portiere a centrocampo e un attaccante in porta. In politica, come nel calcio, le chiacchiere sono chiacchiere i fatti sono fatti. Ricordati che conta solo la dura legge del Goal.

  • Ciao Michele hai scritto una bella nota a difesa del tuo amico storico Giovanni e' solo tale resta. Considerata la tua buona fede e, spero, l'onesta' intellettuale che ti ispira ti pongo alcune questioni:
    A) perché finanziare il campo di bocce e non le manutenzioni di tutti gli impianti sportivi in decadimento della città?
    B) perché il servizio di ristorazione scolastica in loco non è stato finanziato e oggi si fa uso del servizio di ristorazione veicolato?
    C) perché la raccolta differenziata tarda a partire?
    D) perché rivolgersi a un professionista catanese per la comunicazione e, invece, chiedere ad altri professionisti di prestare gratuitamente la loro attività per la corte dei miracoli del sindaco?
    E) perché le strade cittadine sono un "colabrodo"?
    F) perché il piano triennale delle opere pubbliche non è stato esitato coinvolgendo il consiglio comunale e la II commissione consiliare considerata la tanto decantata democrazia partecipata?
    G) perché i soloni del PD, i dott.ri Angelo Lomaglio e Giuseppe Galle', che tu e Giovanni avete tanto combattuto quando anche voi facevate parte del PD e poi siete diventati transfughi?
    H) perché la vara è andata a Expo 3 giorni prima che chiuda?

    Tutte le questioni poste afferiscono alle scelte politiche del sindaco e i capitani di ventura non hanno potuto contrastarle, per cui è facile additare agli altri la colpa delle proprie manchevolezze. Poi per la Sicilia lascia stare, perché siamo vuoto a perdere e l'autonomia e' stata un altare di ruberie e privilegi a scapito dei contribuenti onesti!

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