Le indagini del febbraio 2015 avevano permesso di trarre in arresto Slama Sabri, notato scendere da un pullman appena arrivato da Napoli in piazza Pietro Nenni a Vittoria. Qui era stato sottoposto a controllo e a perquisizione personale, che pero’ in un primo momento era risultata negativa. Tuttavia, il modo di fare dell’uomo, molto nervoso ed agitato, aveva insospettito ancor di piu’ i carabinieri che avevano condotto il giovane presso l’ospedale “Guzzardi” per accertamenti medici. Il sospetto dei militari aveva trovato fondamento quando, dagli esiti delle radiografie, veniva evidenziato che all’interno della cavita’ rettale erano contenuti oltre 40 grammi di eroina. E ancora l’arresto di Slimani Mohamed pizzicato mentre cedeva, in pieno centro nei pressi di un istituto scolastico vittoriese, 4 dosi di eroina purissima ad un 29enne incensurato originario di Scicli. Poi l’arresto di un incensurato libico di 39 anni, Snoussi Moussa Mohamed Moussa, da poco giunto in Italia ma subito assoldato nella rete dello spaccio al dettaglio, sorpreso nella centralissima Piazza Daniele Manin mentre cedeva dodici dosi di eroina a un 26enne incensurato di Caltagirone. Per quanto riguarda l’hashish, sempre a marzo, erano scattate le manette per Francesco Parasole che, nel corso di una perquisizione domiciliare, era stato trovato in possesso di oltre 64 grammi di hashish. Da questi riscontri si e’ partiti per ricostruire la gang che guadagnava diverse migliaia di euro a settimana con le partite di droga provenienti da Palermo e Napoli. La droga giungeva sulla piazza vittoriese trasportata da insospettabili corrieri che, per eludere i controlli delle forze dell’ordine, si spostavano con gli autobus pubblici, celando la sostanza anche nella cavita’ rettale. Vi era poi una vera e propria rete di fiancheggiatori, delle vere e proprie sentinelle, che facevano da staffetta e che indirizzavano gli acquirenti verso i pusher e che, all’occorrenza, avvertivano dell’arrivo di pattuglie. Utilizzato un codice: gli arrestati, infatti, chiamavano le partite di droga con i termini “macchina”, “pizza” o “cilindretto”