I sindaci del nisseno: la necessità di fare sistema ed il ruolo strategico della Città di Niscemi nello sviluppo del Libero Consorzio di Caltanissetta

Mattarella a Caltanissetta (79)CALTANISSETTA – Il dovere dei rappresentanti istituzionali è quello di promuovere iniziative che facciano gli interessi presenti e futuri dei cittadini, delle famiglie e delle organizzazioni sociali e produttive che animano il territorio. Siamo tutti chiamati a scelte fondate sulla responsabilità e non su una facile propaganda sensazionalistica che produce solo divisioni, indebolisce le istituzioni e  in ultima analisi asseconda il degrado dei nostri territori.

Non spetta a noi entrare nel merito delle scelte operate dal consiglio comunale di Gela (forse suggestionato dal protagonismo di taluni esponenti politici anche nisseni) che ha deciso di abbandonare la Provincia di Caltanissetta per aderire alla Città Metropolitana di Catania, distante non solo geograficamente ma anche per gli interessi legati allo sviluppo, alla cultura, alla storia e più in generale al contesto sociale ed economico.

Siamo convinti, infatti, che per favorire uno sviluppo armonico occorra rafforzare le omogeneità territoriali delle comunità locali con scelte in grado di incrementare la coesione locale, creando delle vere e proprie locomotive locali che valorizzino il valore delle specifiche potenzialità, storicamente sperimentate da secoli di valori e interessi condivisi.

Riteniamo doveroso rimarcare il valore strategico che rappresenta un’area territoriale forte e unita nel Centro della Sicilia,  un vero e proprio vettore di sviluppo in grado di trainare verso la crescita le zone interne dell’isola; quelle aree che fondano la loro storia millenaria sull’agricoltura di qualità, sull’eccellenza dei prodotti locali, su un’offerta culturale ed economica ambiziosa e credibile perché autoctona.

In questo disegno di indissolubile destino condiviso, l’unico foriero di possibili agganci a uno sviluppo fondato sul benessere delle generazioni presenti e future, riteniamo che per l’area nissena, cuore pulsante della Sicilia Centrale, sia irrinunciabile l’apporto della Comunità Niscemese e della sua sperimentata forza rigenerante del territorio della fascia meridionale del comprensorio nisseno.

Una condizione di riconosciuta indispensabilità, solo per fare un esempio concreto, al fine di promuovere in un ambito di continuità territoriale ampio e diffuso gli ottimi prodotti dell’agricoltura niscemese e valorizzare concretamente il suo ruolo di fulcro dello sviluppo locale delle aree di tutto il Centro della Sicilia.

Conosciamo e apprezziamo la sensibilità e la serietà dei rappresentanti istituzionali e delle forze sociali e produttive di Niscemi e per questo siamo convinti che sapranno resistere al richiamo delle interessate sirene di chi propone, a nostro avviso in maniera avventata, di accodarsi alla città di Metropolitana di Catania.

Il condiviso contesto civile ed economico dell’area nissena, di cui Niscemi è essenziale cerniera di collegamento con le altre aree del Sud della Sicilia e del Calatino, impongono a tutte le parti in causa scelte utili per le popolazioni e i territori dello stesso ambito di provenienza. In questo contesto, la Città di  Niscemi potrà concorrere  da protagonista per la ridistribuzione dei servizi del Consorzio stesso,  essendo centrale nella parte Sud della provincia, aspettativa che non potrebbe avere su Catania essendo chiuso da Gela e Caltagirone, sostenuta dalla volontà della città capoluogo  di valorizzare tutte le realtà presenti in provincia ed in maggior modo quelle più distanti dalla stessa in un ottica di coesione e rafforzamento dei rapporti istituzionali della stessa.

Per questo siamo certi prevarrà il senso di responsabilità a discapito di scelte avventuristiche che disperderebbero l’attuale centralità di Niscemi, frutto di un ambito di continuità territoriale: un contesto questo sì favorevole a incentivare le specificità locali per favorire una crescita congiunta della comunità niscemese e di quella dell’intero comprensorio nisseno.

I Sindaci

Salvatore Caruso – Acquaviva Platani

Salvatore Gioacchino Losardo – Bompensiere

Luigi Casisi – Butera

Salvatore Maria D’Anna – Campofranco

Gianfilippo Maria Bancheri – Delia

Carmelo Montagna – Marianopoli

Vincenzo Marino – Mazzarino

Giuseppe Vitellaro – Milena

Federico Messana – Montedoro

Giuseppe Sebastiano Catania – Mussomeli

Rosario Carapezza – Resuttano

Salvatore Chiantia – Riesi

Michelangelo Saporito – Santa Caterina Villarmosa

Giampiero Modaffari – San Cataldo

Leonardo Burgio – Serradifalco

Salvatore Crispino Sanfilippo – Sommatino

Giuseppe Grizzanti Sutera

Giuseppe Montesano – Vallelunga Pratameno

Alessandro Plumeri – Villalba

Giovanni Ruvolo – Caltanissetta

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  • Purtroppo la gente non si rende conto dell'errore che sta facendo. Tutti a fidarsi di persone che spacciano la città metropolitana come "grande futuro". Una città, quella di Catania, che è stata più volte in dissesto finanziario, cosi come pesi della sua provincia. Ricordiamoci che negli anni dell'ultimo governo Berlusconi, era il 2008, il Cipe stanziò ben 140 mln di euro a fondo perduto, per questa città che da "illuminata" ha finito addirittura per vedersi rescisso il contratto con l'ENEL. Insomma una città che evidentemente di grande organizzazione, ha solo eventi e festini vari, pagati dai contribuenti e spacciati poi dai vari sindaci megalomani come esempio di sviluppo e industrialità...Di questo e di altro, Bianco ne ha parlato ai sindaci dei Comuni come Gela e Niscemi? O si è solo buoni a parlare di annessioni di territori e di primati geografici, come se stessimo giocando a Risiko? Si è detto alla gente che aumenteranno espenenzielmente le polizze RCA e altre spese? O che i documenti li andranno a chiedere non piu a Caltanissetta ma a Catania (prefettura, motorizzazione,INPS Agenzia delle Entrate etc..) Inoltre, se città come Paternò, Acireale e Caltagirone, esempi di grossi centri hanno sempre lamentato la perifericità lasciatagli da Catania, che tutto prende e nulla lascia, e manifestato la volontà di uscirne dal comprensorio! Veramente voi cittadini di Niscemi pensate di fare la scelta giusta? Non bastano le parole al vento di 2 0 3 politicanti dell'ultim'ora a cambiare i fatti concreti e le regole in gioco. Niscemi ancora più di Gela, nel momento in cui passerà, se lo deciderà, a Catania, diventerà totalmente residuale. Dopo i proclami della prima ora di Bianco, ci si dimenticherà, di questi territori, usati solo come bottini di guerra, per consentire al sindaco di pavoneggiarsi e rivaleggiare, su abitanti e Kmq,in modo totalmente provinciale, con Palermo...Insomma fate un po quel che volete, sappiate solo che non starete meglio, ma molto peggio di prima, e non sperate di poter fare la provincia di Gela, questo è l'accordo mal celato dei vari politicanti del golfo, che vorrebbero mettersi d'accordo con Caltagirone e Piazza Armerina. Non ci siete riusciti prima, con tutti i presidenti della Provincia di Caltanissetta che avete avuto di Gela, e adesso con il presidente regionale, e dovreste riuscirci oggi o domani che avrete contro pure il prezzemolino Enzo Bianco? Ma fatemi il favore...... Siete ancora in tempo pensateci bene, prima di passare all'anonimato più totale, all'ombra della presenzialista e priama donna Catania, altrimenti... chi è causa dei suoi mal, piangerà se stesso.

  • I comuni del nisseno si sono accorti solo adesso dell'esistenza della città di Niscemi nella loro ex provincia?
    Dopo che ci hanno spogliato di ogni servizio, depotenziato l'ospedale per potenziare il Sant'Elia, le strade provinciali sono fatiscenti.
    Ci hanno tolto la comodità di recarci a Gela per il disbrigo di molte pratiche: motorizzazione, visite INPS, agenzia entrate e territorio.
    Ormai vi conosciamo, il vostro è solo un appello disperato perché vi rendete conto che StregaNissetta sta morendo.
    Auguri al vostro ospitando consorzio. I cittadini niscemesi hanno già scelto. Catania fino alla morte!

  • Oltre a tenere unita ciò che resta della provincia, bisognerebbe trovare nuovi alleati,come la provincia di Enna. Insieme uniti forse riusciremo ha sopravvivere come entità territoriale.

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