1. Briganti BernardoArciprete-Parroco Marianopoli
2. D’Anna GiuseppeDocente stabile Istituto Teologico
Rettore Santuario diocesano S. Francesco all’Immacolata
a Caltanissetta
Assistente diocesano FUCI
3. Dello Spedale RinoParroco San Pietro a Caltanissetta
Direttore Ufficio diocesano Pastorale Giovanile
4. Di Rocco GiuseppeArciprete-Parroco moderatore Calascibetta
5. Fonti AngeloRettore Santuario diocesano Maria SS. della Catena
a Caltanissetta
6. Giovino VincenzoRettore Santuario diocesano Signore della Città a
Caltanissetta
Cappellano Casa madre Suore Francescane del Signore
a Caltanissetta
Parroco SS. Crocifisso Borgo Petilia (CL)
7. Giugno LeandroVicario parrocchiale Maria SS.ma dell’Itria a Delia
Rettore chiesa S. Antonio e Direttore Oratorio
Cappellano Suore Francescane del Signore a Delia
8. Graci IvanParroco San Domenico Savio a S. Cataldo
Cappellano Carcere Caltanissetta
9. Guarino MassimoVicario parrocchiale chiesa madre Marianopoli
10. La Paglia AntonioArciprete -Parroco a Santa Caterina Villarmosa
Assistente diocesano Settore Adulti di Azione Cattolica
11. Modica SalvatoreCanonico Penitenziere aggiunto (Cattedrale)
12. Paternò MarcoAssistente Diocesano Unitario di Azione Cattolica
Vicario Parrocchiale Unità Pastorale di Sommatino
13. Pilato AngeloParroco Cozzo di Naro (CL)
Collaboratore Parrocchia San Pietro a Caltanissetta
14. Tumminelli SalvatorePenitenziere diocesano (Cattedrale)
Collaboratore Parrocchia Cattedrale
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Dagli organi di stampa e informazione abbiamo appreso di importanti decisioni da parte del vescovo mons. Mario Russotto. Mi riferisco alle nomine e ai trasferimenti di alcuni sacerdoti appartenenti alla Diocesi di Caltanissetta. In particolare, mi riferisco al trasferimento di don Salvatore Tumminelli, dalla parrocchia San Pietro (che amorevolmente e sapientemente governa dal 1977) alla Cattedrale, in cui, secondo le disposizioni del vescovo Russotto, sarà penitenziere diocesano e collaboratore parrocchiale. La domanda è scontata: perché, come mai questo trasferimento? Come mai cambiare, privare un’importante parrocchia cittadina, una comunità di un fondamentale riferimento umano e spirituale, di un vero e proprio padre? Di un pastore? Perché una scelta di questo tipo deve essere assunta da una sola persona (il vescovo) e non collegialmente? Quale chiesa comunitaria in questo gesto? Quale beneficio? Diciamolo: i vescovi hanno troppi poteri e, a volte, offrono della chiesa contemporanea un’immagine arcaica, conservatrice. Medioevale.
I vescovi hanno troppi poteri.
Cosa pensare, ad esempio, del trasferimento di don Salvatore Tumminelli?