Non si butta più nulla insomma e men che mai il pane i cui consumi, stante alle ultime rilevazioni, sono drasticamente crollati. In città esistono cinquantaquattro punti vendita dove venivano prodotti mediamente due quintali di pane al giorno. La quota di invenduto era ridotta al minimo. Questo accadeva fino a pochi anni fa, adesso la situazione è completamente cambiata e rappresenta, in un certo senso, lo specchio fedele di una fase recessiva dalla quale si fa fatica ad uscire. E nel capoluogo dove le fasce di povertà si vanno rapidamente estendendo, il settore della panificazione paga un prezzo certamente alto. (Stefano Gallo – GdS.it)
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u pobbrlema nun sunnuli sordica mancanu.ma li purarii ca cci mintinu nnu panuzzu...7* tu: cm