Durante il controllo, il sedicente titolare non era in grado di fornire alcuna licenza e/o autorizzazione prevista dai regolamenti ed, inoltre, si faceva intervenire il medico dell’A.S.P. che redigeva proposta di sospensione immediata dell’attività “ de qua “ perché i locali erano totalmente privi delle richieste caratteristiche strutturali, in particolare per ospitare soggetti disabili e non autosufficienti. All’uomo sono state contestate le violazioni di cui agli artt. 86 e 109 del T.U.L.P.S., essendo privo di licenza e per non avere il registro degli alloggiati, indispensabile per le comunicazioni agli organi di P.S.. I due ricoverati sono stati affidati ai parenti, sul conto dei quali proseguono gli accertamenti di rito.
Nell’espletamento di suddetta attività di controllo, importante anche il contributo offerto“ dagli assistenti sociali del comune di Gela poiché è stata immediatamente interrotta una attività di assistenza assolutamente “ fuori legge “ che esponeva a rischi gravissimi gli ignari ricoverati, peraltro non autosufficienti e con disabilità, qualora si fossero verificati incidenti ( es. incendi, etc. ) senza che la struttura fosse dotata di tutte le caratteristiche “ ad hoc “, al fine di intascare le rette dai parenti, oscillanti tra i 1000 e 1500 euro al mese.