Caltanissetta, Capaci Bis. Periti: “Folla sul luogo della strage, ha alterato i reperti”

CALTANISSETTA – “L’arrivo di molte persone, sul luogo della strage di Capaci, altero’ la conservazione dei reperti rinvenuti. Le analisi sull’esplosivo, fatte subito dopo l’attentato, furono eseguite utilizzando le migliori tecniche esistenti all’epoca”. Lo hanno affermato i consulenti tecnici Claudio Minero e Marco Vincenti, deponendo a Caltanissetta nel processo bis per l’attentato contro il giudice Giovanni Falcone. “Un fatto del genere non si era mai verificato”, hanno sottolineato i due periti nominati dalla Procura, che hanno riferito: “Si trattava di una situazione completamente nuova per chi doveva raccogliere i resti di esplosivo e di terreno. Dobbiamo considerare -hanno affermato- che l’esplosivo conservato in una latta in fondo al mare si conserva meglio perche’ sta meno a contatto con l’ossigeno e quindi e’ meno soggetto ad ossidazione”. Il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, che ha permesso di aprire un nuovo filone d’indagine sull’attentato al giudice Falcone, ha sempre sostenuto che parte dell’esplosivo utilizzato per l’attentato di Capaci proverrebbe da ordigni bellici inesplosi recuperati in fondo al mare e sganciati dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale.

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