Convegno a Dittaino su Legalità e Sviluppo, Venturi: “Appalti in Sicilia, ribassi eccessivi. La situazione è drammatica”

ENNA – “Il destino degli appalti per ora in Sicilia è drammatico, perché abbiamo ribassi delle opere pubbliche che vanno dal 38 al 40 per cento. Questo significa mettere fuori le imprese cosiddette ‘normali’, quelle medie”. E’ la denuncia di Marco Venturi, Presidente di Confindustria Centro Sicilia, a margine del convegno su ‘Legalità e sviluppo’ nella sede Irsap di Dittaino (Enna). “I protocolli di legalità sono molto importanti – prosegue Venturi – da dieci anni Confindustria li sta firmando su tutto il territorio nazionale con le Prefetture. Vanno benissimo anche le ‘white list’ delle Prefetture e i rating della legalità. Il passo successivo che dobbiamo fare è quello di garantire le imprese legali normali, quelle che vivono di mercato, quelle medie, che non possono fare questi ribassi perché rischiano di andare fuori mercato, perché l’impresa illegale che prende soldi dalla mafia è quella che riesce a fare i prezzi migliori, facendo così concorrenza sleale”.

“Oggi secondo me, il passo ulteriore che bisogna fare con coraggio – dice ancora Venturi, tra i primi imprenditori siciliani a denunciare il racket – è di chiedere una qualificazione diversa del ministero, andare oltre le Soa, gli enti di certificazione delle aziende soprattutto edili. E puntare a far fare una qualifica con un protocollo alla Guardia di Finanza. Mettiamo sul mercato solo quelle aziende che si muovono sul mercato. Quelle che hanno fondi neri, quelle che lavorano nell’illegalità devono andare fuori”. E invita a un maggiore controllo facendo anche protocolli “con le Agenzie del lavoro e con le Agenzie delle entrate per fare delle verifiche quotidiane sul rispetto delle regole. Tutte le imprese devono avere le stesse regole del gioco”.”Oggi dobbiamo garantire le imprese che si muovono nella legalità e nella normalità e mettere fuori mercato coloro che vivono nella zona grigia della mafia, del racket, quelle imprese che sembrano pulite e non lo sono e che pagano solo il 50 per cento della busta paga ai loro dipendenti. E’ un prassi diffusa in tutta la Sicilia. Oggi nel commercio ci sono diversi commercianti che pagano le buste paga al 50 per cento. Tutto questo va denunciato, è umiliante e turba il mercato”.

View Comments

  • Poniamo l antimafia un po da parte ma non certo la legalitá. Anche se capisco che qualchesoggetto con indosso la cravatta sempre e sui media perde il lavoro e lo facciamo riacquistare a migliaia di lavoratori che non lavorano da più di 2 anni se non in nero alimentando l economia illegale (e quindi favorisci la legalità). Ma tutto questo è evidente che non interessa nessuno della gente interessata alla visibilità ed ai loro giochi sottobanco.

  • Caro Marco non è come affermi tu! Per che quei ribassi li praticano anche le imprese legali come siamo noi e li facciamo per lavorare. Quel protocollo di legalità che dici tu con il beneplacet di guardia di finanza ed agenzia delle entrate si tramuterebbe in una tragica moria di imprese sane che non possono pagare i loro contributi e tasse se non quelle per poter assicurare il Durc e la regolarità esattoriale oltre a nn poter pagare i loro fornitori. Non si può vedere mafia dovunque anzi quei soggetti possono pagare per quello che affermi tu. Invece dell antimafia risolleviano l economia, efficentiamo la pubblica Amministrazione.

Condividi