Caltanissetta, Michele Pilato: “Abbiamo il coraggio di voltare pagina?”

CALTANISSETTA – Lo aspettavamo proprio! “Noi con Salvini”, sarà la dicitura che campeggerà sul simbolo con cui la Lega Nord sbarcherà al Centro e al Sud Italia nelle prossime elezioni. L’ennesima proposta di matrice leaderistica che la “casta” politica italiana mette in campo nel tentativo di accreditarsi come credibile classe dirigente. Ahi noi, però, sappiamo che questi tentativi si risolvono sempre con l’affermazione di un sistema che mortifica il cittadino impedendogli di essere artefice responsabile del proprio futuro.

Riflettiamo! Quanti partiti o movimenti oggi si identificano in un singolo personaggio e quanti pongono effettivamente alla base del proprio agire il protagonismo dei cittadini? La risposta è quasi scontata, tra gli schieramenti politici vecchi e nuovi, lo scenario e lo stile non cambiano; cambia soltanto il nome del “leader maximo” che spadroneggia sugli associati, elargendo benefici ai propri “colonnelli”.

Non è il caso di indicare nomi ne richiamare simboli, ognuno di noi ha tutti gli elementi per fare le dovute considerazioni. Ma la domanda è: abbiamo il coraggio di voltare pagina?

Nella nostra città si sta palesando un tentativo, sicuramente interessante, di comporre una nuova tipologia di soggetto politico con un’organizzazione che riconosce alla propria base la leadership e che agisce in una dimensione politica più ampia, di autoformazione, di cambiamento culturale e insieme di cura delle relazioni sociali.

Questo è ciò che si è innescato, a mio parere, lo scorso maggio con la proposta rappresentata dal Polo Civico – Patto Etico Responsabile. Un progetto politico che non si configura con al vertice un leader indiscusso e indiscutibile, o un padrone che seleziona il proprio staff assumendolo a libro paga, né usa metodi fintamente democratici in forma “digitale o analogica”. L’idea vincente è che, partendo dal governo dei territori, si realizzino modelli innovativi d’impegno politico che contribuiscano a modificare le forme e le condizioni del patto sociale e del rapporto tra rappresentati e rappresentanti. Ma è necessario definire l’assetto organizzativo; un soggetto – “attrattore politico” – che si caratterizzi come spazio di azione e relazioni, per contrastare i processi di personalizzazione ed accrescere la capacità di federarsi tra gruppi ed esperienze differenti, spingendo per la composizione di rapporti tra comunità territoriali contigue, per ottimizzare i servizi al cittadino e sostenere iniziative di cogestione e autogoverno democratico.

Ci si può domandare: che cosa deve differenziare questo Movimento politico da un tradizionale partito politico o da un altro movimento? Per un verso un tale “promotore politico” deve far sì che i cittadini, di qualsiasi opinione siano, possano sentirsi integrati e coinvolti nell’elaborazione di politiche pubbliche, senza l’obbligo dell’affiliazione e con l’obiettivo di costruire un senso collettivo di appartenenza. Per un altro verso la forma organizzativa deve sottrarsi alla logica leaderistica, impedendo una gestione oligarchica e promuovendo, invece, la logica della condivisione partecipativa e relazionale. In questo senso, l’organizzazione interna dovrebbe fondarsi su strutture autonome di base nelle forme di gruppi di animazione territoriale o tematica, con una conduzione dinamica e circolare, per impedire forme di rigida rappresentanza verticistica che favoriscono l’opportunismo ed il carrierismo e che di fatto scompaginano il principio del “una persona un voto”.

Si tratta dunque di disancorare le idealità fondanti le grandi culture politiche del novecento dalla rappresentazione conflittuale che negli anni si è artatamente combinata.

I processi quali la globalizzazione, la crisi ecologica, i fenomeni migratori, l’informatizzazione, la trasformazione del lavoro, la precarizzazione, hanno creato un nuovo quadro politico che deve presupporre un nuovo metodo e nuove forme di organizzazione politica. Quindi, è necessario ridefinire la cornice entro la quale far partire una nuova stagione che sappia dare risposte concrete al mutamento sociale, ricomponendo i conflitti che non trovano adeguata rappresentazione nello spazio politico attuale.

 Michele Pilato

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  • Gent.mo Sig. Marcello,
    innanzitutto la ringrazio per il suo commento che, oltre ad essere stimolante in se, mi da la possibilità d’integrare le mie riflessioni che, nello spazio di un articolo, non potevano essere esaurienti.
    Io credo che oggi riuscire a trovare in un movimento o partito politico ciò che lei identifica come intenzione - “l’originalità di volere riportare la politica alla politica”- a me sembra un fatto talmente “originale” che potrebbe, da solo, validare la proposta sottesa all’iniziativa politica di un Polo Civico organicamente strutturato.
    Di fatto, dal mio punto di vista, Lei ha ragione ad essere scettico. Ma lo sono anch’io!
    Sono scettico rispetto a tutte quelle iniziative che promanano da singoli personaggi - Salvini è solo l’ultimo di una lunga serie - ; sono scettico rispetto a quelle proposte politiche calate dall'alto, sbarcate, approdate o inventate per opportunismo o semplice protesta; sono scettico rispetto a tutte quelle lamentele che non siano presupposto di impegno e proposta. Infine, sono rattristato per chi non si pone più grandi prospettive e grandi ideali.
    Credo che il nostro scetticismo per evitare il rischio del qualunquismo debba confrontarsi con la realtà.
    Lei dice: “Caltanissetta è afflitta da una cronica carenza dell’A-B-C del vivere civile”.
    Condivido perfettamente! Allora, cominciamo col confrontarci tra cittadini, stipuliamo un patto etico di solidarietà che ci faccia condividere, con gradualità, prospettive di partecipazione sempre più alte; che ci induca a non vilipendere, noi per primi, la nostra Città. Cerchiamo di essere promotori di civiltà, fautori del bene comune e instillatori di sfiducia e passione civile. Se riusciamo a fare questo, tralasciando l’idea che la politica sia solo simbolismo o equilibrismo, aprendo il nostro pensiero alla modernità, ai nuovi assetti sociali ed alle nuove forme di impegno civile, attraverso gli strumenti della democrazia partecipativa e deliberativa, noi stessi saremo protagonisti “politici” e non avremo più bisogno di personaggi e imbonitori così come è stato finora. Da questa maturità civile e politica, a mio avviso, si potrebbe generare una compagine politica moderna con basi movimentistiche non circoscritta alla sola esperienza locale, ma che abbia nella dimensione locale la sua forza e nel metodo partecipativo la sua credibilità.
    Forse, anche in questo intervento, non sono riuscito ad essere chiaro e me ne scuso.
    L’intento, comunque, non era quello di sponsorizzare una sigla politica o l’azione amministrativa di una Giunta, ma di evidenziare che la centralità di Caltanissetta potrebbe non essere soltanto un fatto geografico, ma la prospettiva di un nuovo assetto politico basato sulla centralità del cittadino.
    Michele Pilato

  • quanto da Lei scritto potrebbe essere condivisibile se non smentito poi dai fatti. Se da un lato è vero che il movimento da Lei citato ha (nelle intenzioni) l'originalità di volere riportare la politica alla politca , dall'altro nei fatti, appunto, non mi pare che ciò stia accadendo. Chiaramente circoscrivo il ragionamento a livello locale anche perché non mi pare che il patto etico solidale trovi collocazione al di fuori dei confini della città e quindi stride con il concetto di globalizzazione , nel caso in specie, politica.
    Il nostro sindaco è davvero una gran brava persona, così come la gran parte, se non la totalità, della giunta, ma ciò non basta, come non basta avere "grandi idee " o "grandi progetti " perché pensando solo alle grandi cose si rischia di provare a costruirle su macerie e costruendo sulle macerie tutto frana prima o poi.
    Caltanissetta è afflitta da una cronica carenza dell'A-B-C del vivere civile. È disordinata, sporca, indisciplinata nel rispetto delle regole più basilari, povera, ma superba, Narcisa sino all'inverosimile, clientelare, etc etc; insomma tanti fastidiosi difetti che sovrastano i suoi pregi.
    È in questo caso quindi che un movimento come da lei descritto deve fare la differenza. Un movimento , come lo ha spiegato lei , deve partire dall'A-B-C e gettare così le fondamenta per grandi cose e le faccio piccolissimi esempi, ma significativi: il centro dite che è il salotto della città? Bene non vorrei mai venire a casa vostra il solo pensiero della sporcizia che troverei nel vostro salotto mi terrorizza; ha per caso notato L'oscena giostrina montata davanti al negozio Gruttaduria sul marciapiede (del salotto della città) ? Mi domando se al suo Assesssore (mi riferisco sempre al patto etico solidale) avete detto che è uno scempio o se parlate solo di grandi progetti..... Sono arrivate le cartelle a saldo della TARSU delle quali molte errate , costringendo migliaia di cittadini per lo più anziani e fare ore di fila per chiedere verifiche e rettifiche.
    le domando: è saltata qualche testa per il disagio arrecato ai cittadini?? Il Patto Etico e Solidale è stato etico e solidale in questa vicenda? E con chi? Qualcuno si è scusato pubblicamente? Non mi sembra. insomma potrei continuare all'infinito. E allora mi scusi, ma non vedo la differenza tra Salvini e il patto etico solidale, come non la vedo con il PD o con l'UDC insomma con tutti quanti e questo le assicuro che è drammatico. Auspico di vedere quello che lei descrive , ma la vedo veramente dura se non si ha l'umiltà di cambiare prospettiva!!!!
    Marcello Rizzo

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