Comitato spontaneo amanti degli animali Caltanissetta, petizione on line sul randagismo: raccolte 5mila firme. Verranno consegnate al sindaco

CALTANISSETTA – Raccolte, tramite la piattaforma digitale delle petizioni on line “change.org”,  oltre cinquemila firme che verranno presto consegnate al sindaco di Caltanissetta Dott. Giovanni Ruvolo.

La petizione, con la quale si chiede in maniera esplicita al Primo cittadino nisseno di intervenire in maniera risolutiva sul dilagante fenomeno del randagismo attraverso una seria e costante politica di sterilizzazioni dei cani randagi presenti nel territorio e un controllo severo delle cucciolate e dei cani padronali, ha riscosso in pochissimi giorni un successo inaspettato. Migliaia le firme  dei sostenitori da tutta l’Italia e da alcuni paesi europei, che tramite la petizione hanno conosciuto la triste realtà della città nel cuore della Sicilia fatta di decine di branchi di cani randagi liberi di riprodursi senza limiti, decine e decine di cucciolate abbandonate con crescente frequenza nei cassonetti della spazzatura, avvelenamenti di cani randagi e non, politici o semplici cittadini che in maniera più o meno esplicita incitano a ricorrere a “rimedi estremi” per risolvere il problema …..

I pochi volontari presenti sul territorio si battono da anni affinché al fenomeno del randagismo venga data la giusta rilevanza e si attuino le dovute soluzioni, ma ad oggi nulla si è mosso, solo tante parole (talvolta violente e fuori luogo) e nessuna azione concreta.

Sempre attraverso la petizione si chiede al sindaco di Caltanissetta di attivare le sterilizzazioni delle colonie feline e di adempiere a tutti gli obblighi sanciti dalla legge regionale 15/2000 sul randagismo, oltre alla creazione di un rifugio per animali abbandonati da gestire in sinergia con le associazioni di volontariato ed alla creazione di aree adeguate e attrezzate  per lo sgambamento dei cani padronali.

E’ ancora per pochi giorni possibile firmare la petizione prima della consegna delle firme al primo cittadino nisseno collegandosi al link:

https://www.change.org/p/al-sindaco-giovanni-ruvolo-chiediamo-la-riattivazione-del-servizio-di-sterilizzazione-la-costruzione-di-un-rifugio-e-di-un-area-sgambamento-cani?recruiter=150168715&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=share_facebook_responsive&utm_content=small

 Comitato spontaneo amanti degli animali Caltanissetta

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  • Lettera da me inviata all’assessore Falci e per conoscenza al sindaco Ruvolo sul problema del randagismo.

    Gentile Assessore Amedeo Alberto Falci

    Le scrivo in riferimento alla sua esortazione a non alimentare i randagi che ha scatenato una valanga di commenti sul web.
    Ritengo il suo consiglio alla popolazione controproducente in quanto i cani affamati diventano più aggressivi per potersi procurare il cibo e quindi più pericolosi.
    Mi permetto di esporre il mio punto di vista sul fenomeno del randagismo in Italia e di darle alcuni consigli per debellare questa piaga anacronistica presente nella sua città, senza affrontare le implicazioni morali della questione, ma solo quelle pratiche.
    Io riassumo il motivo per cui le percentuali dei randagi presenti al Nord sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle dei randagi presenti al Sud in poche parole: al Nord i cani si tengono in casa, al Sud si tengono fuori di casa.
    Nel Meridione è ancora ampiamente diffusa una vecchia cultura contadina secondo la quale i cani sono esseri senza diritti al servizio dell’uomo, da utilizzare per la caccia o la guardia degli edifici e da tenere fuori di casa. Una cultura che al Nord è stata in gran parte superata. Nel Settentrione, al giorno d’oggi, molti dei cani di proprietà vivono in casa e sono considerati animali da compagnia.
    La convivenza crea un legame affettivo tra uomini e cani che costituisce l’arma più efficace contro i maltrattamenti e l’abbandono. Le persone affezionate ai loro cani, infatti, sono più propense a farli vaccinare e controllare regolarmente da un veterinario e meno inclini a disfarsene quando diventano vecchi o si ammalano. Inoltre, se costrette a rinunciare ai loro cani per problemi economici o di salute, piuttosto che abbandonarli sul territorio preferiscono trovare loro un’altra famiglia o portarli in un canile, dove hanno maggiori possibilità di essere adottati rispetto a quelli malridotti abbandonati da coloro che hanno dei cani un concetto esclusivamente utilitaristico.
    Per quanto riguarda il tema delle sterilizzazioni, chi tiene una cagna in casa e non la lascia circolare liberamente per la propria città non ha bisogno di farla sterilizzare per evitare che metta al mondo dei cuccioli, in quanto non esiste il pericolo che si accoppi e se anche questa per una distrazione rimane gravida anziché abbandonare i cuccioli è più probabile che trovi loro una sistemazione.
    A mio avviso consigliare di non sfamare i randagi significa rimanere ancorati al passato, a quella stessa cultura che ha causato il problema del randagismo. Le leggi sono importanti, ma non bastano, solo una differente mentalità può ridurre drasticamente questo fenomeno. Di conseguenza la invito a organizzare delle campagne di sensibilizzazione finalizzate a educare i suoi concittadini a trattare in modo differente i cani, a concepire il loro ruolo diversamente rispetto a quanto è stato loro insegnato dai genitori e dai nonni, a considerarli non più come animali “di fatica” bensì come animali da compagnia, con diritti da rispettare.
    Dobbiamo distinguere gli insegnamenti ricevuti erronei da quelli giusti. Quello di tenere i cani fuori di casa, in giardino, cortile o addirittura sulla strada, ha come conseguenza il randagismo e genera solo un grave disagio alla società e un lucroso affare per le organizzazioni criminali e gli approfittatori.
    I cambiamenti sono difficili da affrontare, è più semplice ripetere gli stessi atteggiamenti che ci sono stati inculcati, anche se si sono rivelati fallimentari, ma in questo modo non si progredisce e non si migliora.
    Anche Caltanissetta può diventare una città libera dal randagismo come tante città del Nord, come la mia, Vercelli, dove non vedo un randagio dagli anni ’80. Basta che i suoi abitanti abbiano il coraggio di cambiare.

    Cordiali saluti.

    Ombretta Cattin

  • Animalisti o no? questo è il dubbio!!! Ma come mai tanta risonanza non si registra per le persone, i piccoli, di fronte all’arrivo delle teorie di “genere“ nelle scuole italiane e dalla volontà di affermare quanto riconosciuto dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, all’art. 26: “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”.?

  • Mi sorge spontanea una domanda per gli appartenenti al "Comitato spontaneo amanti degli animali Caltanissetta"
    L'amore per gli animali riguarda la loro protezione anche da chi si nutre della loro carne o per "animale" si intende solo il cane o il gatto ?
    questa domanda non è retorica, in quanto, molti dicono di amare gli animali, ma in realtà acconsentono alla loro barbara uccisione e si nutrono delle loro carni.
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    Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l'uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto...
    - Leonardo da Vinci

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