Caltanissetta, lettera al sindaco: oggetto, la balaustra del piazzale Redentore

IMG_3204CALTANISSETTA – Signor  Sindaco, desidero portare alla Sua conoscenza quanto segue: nonostante lo sforzo non riesco a trovare le parole adatte per descrivere la situazione che mi si è presentata affacciandomi in una parte della balaustra in pietra che delimita il piazzale del Santuario Redentore.

Ho avuto però abbastanza coscienza per effettuare qualche scatto fotografico nella parte esterna della balaustra e ai rifiuti di pietra lasciati sul posto.

La balaustra, come si rileva dallo scatto fotografico allegato,  è stata ricollocata mediante incollaggio sulla vecchia fondazione in calcestruzzo armato, già in forte stato di degrado. Parte della stessa, con una piccola spinta orizzontale è già in movimento e quanto prima, cioè quando si completerà il degrado del calcestruzzo sottostante, non sarà più idonea a sostenere l’appoggio delle persone con il rischio di cadere nel vuoto.

Non è certo colpa dell’attuale Amministrazione, e forse neanche della precedente. Però mi chiedo se l’impresa cui furono assegnati i lavori di ripristino era abbastanza competente per la preventivazione ed esecuzione dell’opera. Tanto per indicare un dato tecnico, si evidenzia che non è stato previsto il rifacimento in calcestruzzo armato della base che sostiene l’intera balaustra che sarebbe servita anche come sostegno al muraglione di cinta del piazzale in cui sono presenti lesioni verticali; non è stata valutata l’opportunità di realizzare un’inferriata di acciaio che forse sarebbe stata, secondo il mio parere, più sicura e meno inquinante di una balaustra in pietra lavorata.

Non volendo entrare nel merito dei costi, ho rilevato che i resti della vecchia balaustra, che sono catalogati dal CER (Codice Europeo Rifiuti) come “rifiuti”, invece di essere portati nella pubblica discarica, come prevede il Dlgs del 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni , sono rimasti sul terreno sottostante il muraglione del piazzale con carattere di definitività, come si rileva dalla presenza di vegetazione sui vari cumuli di materiale, sì da creare il conclamato degrado dell’area.

Da una valutazione risulta che per togliere i resti della vecchia balaustra e conferire gli stessi alla pubblica discarica occorre una somma di circa € 5.000 (Cinquemila) o forse più, dovendo trasportare a mano i resti della vecchia balaustra fino al calpestio del piazzale. Faccio presente che la presenza di lesioni sul muraglione in pietrame non consente lo stazionamento di un autocarro munito di gru in prossimità della balaustra, perché il peso del veicolo e il carico da sopportare relativo ai rifiuti di pietrame potrebbero compromettere la stabilità del piazzale.

Per una visione dei luoghi allego due scatti fotografici riguardanti lo stato di degrado della vecchia fondazione in calcestruzzo che sostiene la balaustra e il cumulo di pietrame abbandonato alla base del muraglione.

Cordiali saluti   Angelo Sole

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  • Complimenti ai tecnici del comune che hanno sviluppato la perizia del relativo progetto .

  • Egregio Sig. Sole. Ho letto il suo intervento, e ritengo di doverLe rispondere semplicemente con un commento, nell'auspicio che la correttezza che ha dimostrato nel descrivere ciò che ha osservato si estenda nel voler valutare i chiarimenti che ritengo doveroso offrirLe come ex amministratore, che della questione ha avuto modo di occuparsi.
    Com'è noto l'area del Redentore è di proprietà della Curia di Caltanissetta. La stessa è da sempre interessata ai cosi detti usi civici, essendo liberamente frequentata da concittadini per culto o svago.
    Nell'ultimo anno dell'Amministrazione di cui ho fatto parte, nel contesto delle riunioni del Comitato che si istituzionalizzò presso la Curia Vescovile, coordinato dall'Arch. Giuseppe Di Vita dell'Ufficio Tecnico Dicocesano, formato dalle Istituzioni Locali e dai Comitati di quartiere, Il Comune di Caltanissetta che rappresentavo insieme all'Assessore Giarratano, ritenne di concorrere al mantenimento di quest'area con trentacinquemila euro di somme che impegnammo, racimolandole nelle esigue risorse, che volemmo finalizzare ad interventi di manutenzione e restauro duraturi, riservandoci, come ci sembrava corretto, di valutarne l'utilità in ordine alle oggettive finalità.
    Orbene, con una prima parte di quelle somme provvedemmo ad alcune sistemazioni del sito, alla pulizia del monumento e, rilevato che le condizioni del muro che sostiene il terrapieno, come Lei correttamente ha osservato, mostravano delle visibili condizioni di criticità, con un apprezzabile quadro fessurativo, ci dichiarammo disponibili ad effettuare i lavori di ripristino definitivo della balaustra, solo a seguita di un'indagione diagnostica sulle condizioni statiche del muro, che ci impegnammo in quella sede a finanziare, per la quale acquisimmo, a seguito di sopralluogo, un preventivo\progetto diangostico da parte di un noto ed accreditato Laboratorio di ricerca cittadino, cui va il merito di avere offerto un prezzo molto contenuto, privandosi dell'utile di impresa attesa l'iniziativa benefica. All'esito delle risultanze della campagna diagnostica avremmo potuto decidere se effettuare o meno l'intervento di ripristono della balaustra in marmo, ovvero subordinarla e ricomprenderla in un più importante progetto di consolidamento, che ci eravamo proposti di condurre nell'ambito delle inziative di programmazione in corso di avvio per l'anno 2014 finalizzate a reperire le certamente più ampie risorse finanziarie, incompatibili per le casse comunali e della Curia.
    Detta soluzione, sembrava incontrare il favore di tutti i componenti del comitato.
    In quella sede, atteso l'approssimarsi degli eventi estivi, abbiamo proposto l'idea di mettere in opera delle staccionate lignee, molto economiche ed esteticamente trattate, ubicate ad una distanza di sicurezza dall'attuale bordo. Lo spazio tra la staccionata ed il bordo poteva essere interessato alla collocazione di decorazioni floreali atte a mitigare la soluzione, necessariamente provvisionale, ma comunque idonea a restituire una dignità e sicurezza ai luoghi contemperando la sopravvenuta ed evidente esigenza di assicurare le condizioni per garantire l'efficacia di un intervento di ripristino definitivo e duraturo. Dalla data dell'avvicendamento con la nuova Ammnistrazione non ho avuto più notizie delle scelte effettuate, ma ritengo che la S.V., possa togliere il "forse" dalle responsabilità della nostra Amministrazione, su un intervento che non ha nè commissionato, nè progettato.
    La ringrazio infine per l'attenzione che dimostra e per il Suo senso civico e la saluto cordialmente.
    Arch. Andrea Milazzo

    • Architetto Milazzo, ho solo osservato e sono convinto di togliere il "forse".
      Cordialmente.
      P.I. Edile Angelo Sole

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