Caltanissetta, l’architetto Gregorio Geraci su elenco esperti a titolo gratuito: “E’ una manfrina”

CALTANISSETTA – Ho deliberatamente atteso che scadessero i termini fissati dal Comune per la compilazione dell’elenco degli aspiranti esperti a titolo gratuito per dire la mia in proposito.

A cominciare dalla richiesta dei curricula. Questa non è una città tanto grande da rendere difficile l’identificazione di una persona: basta chiedere qui e là per sapere di ciascuno chi è, a quale parrocchia appartiene e che film ha fatto! E poi il curriculum di un giovane, anche se piuttosto corto, non significa che non sappia fare nulla, mentre un anziano potrebbe aver avuto una carriera lunga ma di cose poco impegnative o, peggio, fatte in maniera approssimativa, o aver svolto pochi incarichi ma di grande valore o responsabilità. Perché dunque affidarsi ad uno strumento di incerta valutazione qual è la descrizione che ognuno fa di sé piuttosto che dare credito alla cosiddetta “voce di popolo” che ognuno di noi si porta appresso?

Poi c’è la questione della gratuità: alcuni Ordini professionali, compreso il mio, si sono affrettati a criticare la scelta dell’Amministrazione di chiedere prestazioni non pagate usando persino l’arma della legittima diffida ai propri iscritti.

Al riguardo, già più volte ho avuto modo di ricordare che, per risolvere un problema di salute, legale, fiscale o di qualunque altro genere non si cerca il professionista che chiede il compenso più basso ma, di solito, il migliore o, comunque, quello con le migliori referenze e … costi quello che costi!

In più aggiungo che personalmente non sono interessato a risparmiare sulla parcella ma piuttosto ad aggiudicarmi una prestazione che risolva al meglio il problema; per altro, se il risultato è buono, otterrò comunque dei vantaggi che, con tutta probabilità, saranno maggiori del prezzo pagato per la consulenza.

Inoltre, a pretendere la gratuità si corre il rischio di ricevere in cambio prestazioni incomplete o svogliate e di sentirsi dire, in caso d’insuccesso, “per quello che hai pagato, cosa pretendi?”. Invece, il committente che non lesina sui compensi professionali ha il diritto di esigere una prestazione al migliore livello possibile e potrà sempre puntare il ditino chiedendo, in cambio di soldi buoni, una performance altrettanto buona.

E, annotazione non ultima, perché gli attuali amministratori non danno il buon esempio e, prima di chiedere agli altri di lavorare gratis, non rinunciano ai loro compensi? Sarebbe un modo di comportarsi bello e coerente, non vi pare?

Ora, a me viene il sospetto che, in nome di un’antica tradizione e secondo una ormai consacrata furbata, tutta questa manfrina serva solo a giustificare agli occhi del popolo la scelta di uno specifico professionista che, dietro il paravento della gratuità, troverà poi qualche altro modo indiretto di farsi pagare: se così fosse, invito l’Amministrazione a non cercare di nascondersi dietro un dito ed a nominare chi vuole.

Io, per quanto mai beneficiato finora da alcuno e sicuro di non appartenere a nessuna consorteria di “eletti”, non me la sono mai presa ritenendo che il diritto di chiamarsi chi vuole non possa essere negato al capo di un’amministrazione.

Purché lo eserciti alla luce del sole.

Gregorio Geraci

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  • Già subito dopo l'uscita del bando sulla stampa avevo invitato gli amministratori cittadini a rinunciare alle loro indennità come buon esempio a fronte della richiesta di prestazioni gratuite da parte dei professionisti nisseni.
    Il Sindaco e i suoi assessori sono rimasti in silenzio perché la famosa partecipazione era un bluff: a quanto pare loro "partecipano" solo con chi è d'accordo con loro e chi non lo è non merita alcuna considerazione.
    Questo capita anche quando si gestiscono situazioni più grandi delle proprie capacità politiche e più difficili del previsto: la campagna elettorale è decisamente un'altra cosa....
    Nel mio intervento, a titolo personale, sono stato insultato da un anonimo vigliacco che ho denunciato e che - sono certo - sarà identificato come uno dei mille voltagabbana di questa città che magari vuole uno strapuntino ben pagato dal boyscout.
    Tutti gli Ordini - qualcuno tempestivamente, qualcun altro in ritardo - hanno contestato la richiesta: il lavoro si paga e quello intellettuale - che nella volgarità dei tempi viene valutato meno di quello materiale perché "non si vede" - si dovrebbe pagare di più perché frutto di studi e di sacrifici.
    In sintesi: ci sono state pochissime domande; un flop che il Sindaco ha spacciato per un successo, come - temo - sarà tutta la sua sindacatura: per usare un efficace luogo comune, il re nudo di Andersen.
    A questo punto aspettiamo la prossima puntata. La città crescerà poco, ma ci faremo molte risate. Amare, però.

  • Sono d'accordo su quasi tutti i punti, tranne su quello del curriculum.
    Io sono un informatico e mi sono appena trasferito in città. Sono arrivato tardi per offrire i miei servigi al comune (lavoro per un'altra amministrazione), ma se avessi partecipato, avevate voglia e tempo di chiedere in giro chi fossi, mentre ho un curriculum rispettabile che ho costruito lontano dalla "parrocchia" degli amici degli amici.

    • Caro Emanuele hai perfettamente ragione. Ma credo fossero provocatorie le affermazioni di Geraci (..."basta chiedere qui e là per sapere di ciascuno chi è, a quale parrocchia appartiene e che film ha fatto!" oppure " Perché dunque affidarsi ad uno strumento di incerta valutazione qual è la descrizione che ognuno fa di sé piuttosto che dare credito alla cosiddetta “voce di popolo” che ognuno di noi si porta appresso? " Quindi sono d'accordo con te. Ora consentimi un piccolo appunto: sarai a Caltanissetta da poco ma hai fatto già fatto in tempo ad imparare lo sport nisseno più popolare......: l'anonimato. Io spero sempre che quelli che vengono "da fuori" possano apportare comportamenti, usi e consuetudini che migliorino la nostra paesana visione della vita "in comune". Per cui, visto che avresti voluto partecipare a ...migliorarci, presentati, non c'è ragione di nascondere la propria discendenza. Del resto per tornare alla tua intelligente osservazione, anche se volessimo provare proprio con te, a conoscerti attraverso quello, che di te, dicono "qui e là" o "la voce del popolo" come faremmo a sapere di tale Emanuele ....?.... (l'anonimo). Scusa per lo sfogo, ma io lotto perché ognuno possa sempre esprimere liberamente la propria opinione. Con il rispetto e la dignità che derivano dal portare a conoscenza il proprio nome e cognome.

      • Salve,
        le mie esatte generalità sono ininfluenti ai fini della discussione. Rimpiango quel tempo, su Internet, in cui erano le idee a contare e non le identità. Il mio nome di battesimo è più che sufficiente e la prego di non cadere nella fallacia della dialettica nota come "argomentum ad hominem". Per il resto, sono contento di essere irrintracciabile presso la vox populi. Tuttavia non lo sono per la redazione, né nei contesti professionali in cui opero. E non lo saranno al prossimo bando, non tema!
        Valutare dei professionisti secondo le dicerie e non secondo meriti oggettivi fa tanto provincia, se lo lasci dire.

        • Salve sig. Emanuele, innanzitutto La prego di scusarmi se Le ho dato del Tu. E' stato un eccesso confidenziale per rimarcare il fatto che ero e sono completamente d'accordo con Lei. Del resto se avesse letto con più attenzione la mia nota si sarebbe accorto che per ben 3 volte: 1^ - nell'incipit (Caro Emanuele hai perfettamente ragione); 2^ - nel terzo capoverso (Quindi sono d’accordo con te), 3^ - nel terzultimo capoverso (....per tornare alla tua intelligente osservazione.....), ho sposato la Sua "rimpianta" opinione che su Internet "sono le idee a contare e non le identità". Per cui, rimando al mittente (Lei) le ovvie considerazione della Suo "explicit" (Valutare dei professionisti secondo le dicerie e non secondo meriti oggettivi fa tanto provincia, se lo lasci dire). A questo punto, ribadita la mia più totale adesione alla "Sua Opinione", mi permetta (per rimanere nel campo che più amo: il calcio) qualche riprovevole "falletto di reazione". Evidentemente ha fatto finta di non capire la mia assonanza al Suo pensiero, per cercare invece di sgambettarmi sull'altro argomento da me introdotto: "l'anonimia" nell'esprimere i propri convincimenti. Azione, per me, da cui aborrire sempre, ma da Lei sopportata (le mie esatte generalità sono ininfluenti ai fini della discussione), (rimpiango quel tempo, su Internet, in cui erano le idee a contare e non le identità), (Il mio nome di battesimo è più che sufficiente). E ciò a prescindere dalla importanza o meno dell'argomento. Mi dica, per favore, cosa dovrei temere io, e tutti i lettori del Fatto nisseno, dal Suo essere presente al prossimo bando comunale con nome e cognome ? ....Proprio non lo comprendo. Ho apprezzato la Sua civile partecipazione al tema proposto dall'arch. Geraci, ma non concordo con il Suo modo di dissentire sul tema dell'anonimia. Nulla di male se non si è d'accordo su tutto, le diversità sono una ricchezza. Altra Sua "infelice perla": dare dei provinciali a quanti si sono già dichiarati tali e hanno sperato in un apporto di ulteriore civiltà da parte di chi, come Lei, viene da fuori (io spero sempre che quelli che vengono “da fuori” possano apportare comportamenti, usi e consuetudini che migliorino la nostra paesana visione della vita “in comune”). Ma la provocazione che ho più "sofferto" è stata quella che ha voluto infierirmi parlando a me, semplice uomo di sport, di "fallacia", "dialettica" e “argomentum ad hominem”. E' stato un vero colpo proibito, tipo quelli che nella box sono detti "sotto la cintura". Egregio signor Emanuele, l'Argumentum (e non argomentum) ad hominem è una strategia della retorica (e non della dialettica) con la quale ci si allontana dall'argomento della polemica contestando un'affermazione dell'interlocutore. Nel mio intervento non c'era, e non c'è ancora oggi, una polemica con Lei sull'argomento curricula, e non mi sono allontanato dall'argomento principale, su cui Le ho dato ampiamente ragione; ho semplicemente sottolineato che sarebbe stato più "costruttivo" esprimere la paternità del pensiero. Mi dispiace constatare che è Lei che tenta di avere ragione, ricorrendo maldestramente ad Arthur Schopenhauer ed al suo "L'arte di ottenere ragione" (nel caso specifico utilizzando gli stratagemmi 14 e 18). Già che ci siamo, avendo disturbato il grande Schopenhauer, mi è gradito volerLe ricordare 2 sue affermazioni sul tema "anonimia" datate 1851, non ieri: "La libertà di stampa dovrebbe essere condizionata dal più rigoroso divieto dell'anonimato." e "L'anonimato è furfanteria letteraria, contro cui si deve subito gridare: "Se tu, furfante, non vuoi professarti autore di quel che dici contro altre persone, tieni chiuso il becco di calunniatore!". Credo di essermi dilungato troppo, ma mi consenta chiudere con altra citazione di Nicolas Gomez Davila: "La causa della stupidità democratica è la fiducia nel cittadino anonimo; e la causa dei suoi crimini è la fiducia che il cittadino anonimo ha in se stesso." .....Non se la prenda col colombiano, è morto nel 1994.
          P.S.= Mi auguro che dopo averLa più volte adulata per la Sua provenienza metropolitana non debba alla fine accusare anche la delusione martogliana di don Cola, il quale ne "Aria del Continente" scopre che la bella Concetta Càfiso, in arte Milla Milord, alla fine ".......Carrapipana è".

        • Carissimo Emanuele, si accorgerà come quello che conta a Caltanissetta sia "cu ti manna" e non cosa si è fatto...

  • Come si può non essere completamente d'accordo con l'architetto Geraci ? .....eppure ora assisteremo ad un assordante silenzio dei fans dei proponenti l'iniziativa e ad una, altrettanto silenziosa approvazione, dei meritocratici. Meritocratici che si ritengono tali "neanche a parole"

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