Butera. Sui liberi consorzi replica il sindaco Casisi: “I consiglieri non possono addossare all’amministrazione colpe non sue”.

BUTERA. Dopo che in consiglio comunale non è stato possibile discutere la questione dell’adesione o meno di Butera al consorzio dei liberi Comuni facente capo a Catania per mancanza di una proposta di delibera da parte della Giunta, il sindaco Luigi Casisi ha riposto: “I consiglieri comunali non possono addossare all’amministrazione comunale colpe su un argomento che finora non hanno mai discusso in consiglio; se non erro, è da tempo che si doveva discutere questo tema ma ciò non è avvenuto; il presidente del consiglio ha espletato una procedura corretta, per cui scaricare ora la colpa della mancata discussione sul sindaco mi sembra eccessivo”. Il primo cittadino ha poi insistito: “Il consiglio abbia una volta per tutte il coraggio di dire la verità su questa vicenda anziché creare una confusione che politicamente non giova a nessuno”. sindaco luigi Casisi butera

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  • Caro Salvatore, ma come fai a dire che Butera è legata a Caltanissetta?
    I buteresi per i loro servizi si servono tutti a Gela (INPS, INAIL, OSPEDALE, SCUOLA, AGENZIA DELLE ENTRATE).
    Molti buteresi lavorano a Gela negli uffici pubblici, nelle scuole, negli ambulatori ospedalieri, ecc...
    Diciamo che il passaggio di Butera nel consorzio di Catania vi roderebbe molto perché significherebbe perdere il vasto territorio buterese e lo sbocco a mare. Il che farebbe risultare il Consorzio Nisseno piccolo ed insignificante da tutti i punti di vista, compresa la cartina geografica.
    Ti sei mai chiesto come mai nessun Comune confinante con la ex provincia nissena, quindi mi riferisco ai quei Comuni che fanno parte delle periferie estreme delle ex province di AG, PA, EN, non abbiamo nemmeno valutato l'adesione al Consorzio nisseno?
    Perché agli occhi esterni la provincia di Caltanissetta non ha nulla da offrire, è fallita al momento stesso della sua creazione.

    • Caro Valerio, provo a spiegarti.
      Tutti quei servizi di cui parli, sono nella maggior parte dei casi, direttamente dipendenti da Caltanissetta, in quanto promanano da organi nazionali e quindi legati al capoluogo (Inail, Agenzia delle Entrate, Prefettura etc..)..
      Nel momento in cui un Comune dovesse staccarsi, bisognerà verificare come saranno gestiti, di certo Caltanissetta non potrà ne vorrà mantenere queste profanazioni, perché gran parte statali.
      Allora cosa si farà? Si dovrà necessariamente far riferimento al capoluogo che già le possiede e cui Gela ha aderito: Catania. Bella scelta non credi? E come dicevo nell'ottica della spending review, non possono essere moltiplicati tutti gli uffici già esistenti, altrimenti questa riforma non avrebbe senso, non credi? A quel punto immagina il caos, e i disagi. Per ribattere i tuoi punti, più “velenosi” che con un fondamento concreto e per niente “argomentati”,posso solo dire che ti sbagli di gran lunga . Perché alcuni Comuni hanno manifestato l'intenzione (anche se non concretizzata), di aderire al Consorzio vedi Pietraperzia e Barrafranca. Oltre alla volontà già concordata con un tavolo d’intesa tra Caltanissetta ed Enna, di creare una micro regione “Centro Sicilia” per accedere a risorse e creare opportunità intersecando le risorse comuni. A quanto mi risulta a parte Niscemi e Piazza Armerina (da sempre acerrima nemica di Enna) nessun’altra città ha cambiato provincia, salvo quelle che la hanno perso perché parte della zona metropolitana. Mi sbaglio forse? Pertanto, scusami se sono chiuso di vedute, però mi sembra più logico pensare che questi Comuni, che sono andati via (solo 2) hanno deciso sull'onda del campanilismo. Mi chiedo, altrimenti se tanto intesse comune c'era perché ad esempio Licata e Vittoria hanno sonoramente scaricato il progetto di Gela? Pensaci un pò...
      Altra considerazione sulla tua ultima osservazione, tralasciando ogni sterile polemica, la Provincia di Caltanissetta, può offrire molto in tema di agricoltura, servizi e turismo rurale, basta solo conoscere i luoghi e i prodotti invece di criticare in maniera poco costruttiva (non voglio elencare tutti i prodotti dop che si producono tra tutti il grano, le lenticchie i pomodori siccagni e il torrone...). La prospettiva di sviluppo si sta creando poco a poco, grazie anche ad una nuova classe dirigente ed aun Sindaco lungimirante, vedi nuovi collegamenti stradali (strada degli scrittori) alta velocità ferroviaria, campus universitario etc...
      Quindi io di fallimento proprio non parlerei anche perché non ho mai visto nessun "miracolo" di San Gennaro fatto da altre province, e cito le più grandi come Palermo o Catania. Hai mai visto arricchire i Comunid delle loro Province? No, semplicemente perché non sono le Province che hanno queste competenze o poteri, ma la Regione e i singoli Comuni! Si fa quel che si può con i pochi soldi che ci sono, valorizzando i territori tutti. E poi scusami...sentirmi parlare di fallimento o che non si ha da offrire nulla quando oggetto del disquisire è Gela...beh...scusa ho le mie riserve più che giustificate. Se stessimo parlando di realtà del Nord, ben radicate nelle istituzioni e nei tessuti economico sociali, allora forse...
      Ma non siamo nella “Silicon Valley” e Gela non mi sembra sia stata mai la patria di "Re Salomone". Correggimi se sbaglio.
      Allora chi ha cervello per riflettere, rifletta, solo non si faccia abbagliare dai giochi di prestigio di chi dica di contare più degli altri o di essere più bello o più ricco quando invece la situazione è proprio l'opposto. Caltanissetta nel bene o nel male, piaccia o no è sempre stata una città che ha garantito la legalità e bisogna dargliene atto. Se provi a considerare che la legalità è la base per “ogni forma di sviluppo possibile” e se consideri, come dicevo sopra, che le province hanno potere semplicemente di coordinamento tra i territori ad esempio in materia di trasporti(non fabbricano soldi!), allora capirai che la scelta di andare via da Caltanissetta è proprio sbagliata. Se si vuole rimanere ancora erroneamente ancorati ad un’ottica “assistenzialistica” ci si sbaglia di grosso è terminata, e di certo non sono le Province o i Consorzi a poterla garantire.

      • Caro Salvatore,
        sapresti elencarmi quali strutture e quali vantaggi Gela, Butera, Niscemi, Mazzarino e Riesi abbiano mai avuto nella provincia di Caltanissetta?
        Che legami storico-economico esistono?
        La nostra storia è strettamente collegata a Piazza Armerina, a Caltagirone ed al calatino.
        La stragrande maggioranza dei miei compaesani al giorno d'oggi preferisce andare a Catania a sbrigare le pratiche: vedi università, assistenza ospedaliera, trasporti come aeroporto, ecc...
        Ci sono tante cose che non hanno funzionato nella provincia di Caltanissetta in quanto voi avete assorbito quasi tutto.
        I servizi andrebbero localizzati dove vi è maggior bisogno e non dove i Borboni hanno stabilito le sedi dei loro feudi o quando i fascisti hanno elevato l'inutile Enna a capoluogo (solo 22.000 abitanti).
        Ci sono comuni molto più popolosi in Sicilia rispetto a Caltanissetta ed Enna: vedi Gela, Vittoria, Licata, Modica, Marsala, Acireale ecc...
        Perché la zona sud della ex provincia di Caltanissetta, che conta ben molti più abitanti della zona nord, ha meno posti letto ospedalieri?
        Perché a Caltanissetta con quasi 30.000 abitanti in meno ci sono più forze dell'ordine?
        Perché a Gela, gli sportelli di riscossione della Serit rischiano la chiusura quanto invece è dalla zona sud che si riscuotono i maggiori versamenti di tasse ed è qui che si produce l'80% del PIL provinciale?
        Perché a Gela non c'è la Banca d'Italia se è qui che avvengono le maggiori movimentazioni monetarie della provincia?
        Perché la motorizzazione civile è a Caltanissetta se la maggior parte dei neopatentati e dell'utenza è nella zona sud?
        I perché sarebbero tanti... Ma diciamo che le scelte fatte in passato dai Borboni vi hanno privilegiato non poco.
        Se abbiamo deciso di andare con Catania... La nostra è una scelta libera e democratica... Tanto peggio di come va adesso non potrebbe andare.
        Se gli altri comuni vicinori hanno voglia di seguirci bene, altrimenti non casca il mondo.
        Per lo meno nel nuovo consorzio non saremo il comune più popoloso a non essere capoluogo.
        Possibilmente con il nostro distacco, la provincia di Caltanissetta salirà nelle classifiche nazionali stilate dal sole24ORE per la qualità della vita.
        Io non ho nulla contro Caltanissetta, anzi penso sia una bella città.
        Sono solo amareggiato per il fatto che si sono centralizzati troppo i servizi quanto invece la maggior parte dell'utenza che ne ha bisogno è altrove.
        Saluti

        • Ricordo al sig. Valerio
          1. Il risultato deludente dei referendum (numero esiguo di votanti) nei comuni di Gela, Piazza Armerina e Niscemi;
          2. I dubbi di costituzionalità dei referendum stessi;
          3. Negli ultimi decenni il presidente della Provincia è stato un gelese con risultati dannosi per gli stessi abitanti gelesi;
          4. Se dovesse andare in porto la Riforma Cocetta (molti dubbi in proposito), Caltanissetta e il nuovo consorzio hanno il diritto di creare sezioni decentrate dei vari uffici statali dove vogliono vedi Mazzarino, Riesi e la stessa Butera togliendoli a Gela compreso il Tribunale, vista la vicinanza di Caltagirone.

          • Da Nisseno, da persona corretta amante della sua terra, è ovvio che si riconosca il dispiacere per aver perso un territorio importante, altrimenti le parole qui scritte non avrebbero senso Ma voglio chiedere al Sig. Valerio: questa vittoria di Pirro l'avete ottenuta? Avete fatto bottino pieno? Bene. Mi chiedo allora cosa si sta ancora a scrivere e a polemizzare con la vs. ex Provincia. Avete ottenuto il vs. Golfo per intero mi sembra, allora che vi aiuti nella navigazione di questo Golfo, un buon comandante. Gli aiuti del comandante Crocetta, finiscono qui. Qui si ferma la Regione, con queste farsa delle anacronistiche guerre di spartizione, qui si ferma la collaborazione (da voi sempre negata) con la tanto odiata Caltanissetta che tanto poco vi ha dato secondo te, ma che tanto ha perso secondo me, per il suo essere sempre corretta e fin troppo democratica. Adesso, per tutto ciò che concerne Giustizia, Istituzioni, sedi decentrate dello Stato e quant’altro la palla passa allo Stato (la Regione non ha competenza in materia, per quanto possa dividere i territori e mettere contro la gente). Quindi spero che il vs. comandante per il nuovo Consorzio non sia come un novello “Schettino”, che prima si “cassiaria”, se la ride, e poi ne piange le conseguenze. Ora bisogna rimboccarsi le maniche, cominciando dai voi cittadini. Io, da Nisseno, starò ad osservare dall'alto delle mie stupende colline da Gela tanto odiate, il vs operato, cercando da comune cittadino di fare del bene per il mio territorio tutto. Come minimo mi aspetto una crescita a livello economico e politico, già dalle prime statistiche del Sole 24 ore di questo fine anno per Gela e Consorzio. Perché di questo parla Crocetta, di crescita economica e sviluppo nella legalità. Crescita, sviluppo, legalità, aldilà delle ridicole battaglie di territorio in stile "Risiko", che ha voluto il Vs. “comandante”.

        • Nessuno vuole criticare ovviamente la vostra scelta, ognuno è libero di fare quel che vuole, sempre e comunque nel rispetto della legalità.
          Il punto su cui invece vorrei chiamare la tua attenzione è un altro.
          Quella che tu chiami "centralizzazione" in realtà è una situazione che è in atto in tutte le Province, è normale che chi deve istituire qualcosa lo faccia nel capoluogo e nei centri più grandi (cosa che non vale solo per Caltanissetta).
          Ora il punto è uno, ed è quello su cui sono nate le controversie.
          Gli abitanti...il fatto che Gela abbia una decina di migliaia di abitanti in più rispetto a Caltanissetta, (non 30.000 come tu dici!), non giustifica tutte le scelte che tu ritieni inderogabili. D'altra parte mi risulta che tanti uffici sono decentrati a Gela e per il dicorso delle forze dell'ordine ci sono altre situazioni che forse non conosci (la presenza della Corte d'Appello, della DIA) richiede maggiore supporto e che non decide la Provincia. Non è poi vero che ci sono Comuni piu popolosi nei dintorni, Vittoria, Licata e Agrigento sono piu piccole o equivalenti a Caltanissetta, ma non è questo il problema. Dovresti capire, come già scrivevo, che con la separazione tutti questi uffici non potranno essere spostati a Gela, e sai perchè? Perchè la riforma cosi come nasce, per ritagliare e abbattere i costi non può permettere che si moltiplichino come i funghi tutti questi presidi. In più, pensa come si porrebbe Caltagirone, Piazza Armerina o gli altri Conosrzi di nuova formazone, anche loro vorrebbero i loro presidi, il che non è fattibile. D'altra parte dimmi tu quali Comuni conosci, che hanno tutto decentralizzato, Comuni più grandi di Gela (marsala o mazzara) rimangono in provincia di Trapani per esempio e non hanno mai creato tutte queste diatribe.L'idea della riforma sarebbe quella di avvicinare i territori contigui, ebbene tu dici che non avete contiguità con Caltanissetta che dista a pochi Km, e perchè avete aderito a Catania? Non mi sembra ci sia meno distanza con Caltanissetta o ci sia affinità. Questo fa notare agli occhi di tanti che la volontà era solo politica e cioè di creare una Provincia a tutti i costi, e non per motivi culturali o presunti tali.
          In pratica voglio dire, di guardare a questa riforma come a qualcosa che non ha un fondamento concreto di utilità ma è solo un modo per dividere il territorio e creare incertezze. Per accontentare la gente con bugie grandi come una casa. Se poi penso a tutte quelle province veramente molto estese come Messina o Palermo, cosa doverbbero fare i loro Comuni? Avere ognuono di loro una copia dei presidi presenti nel Capoluogo? Capisci che non è possibile. Quindi lascia perder le scelte dei Borboni, credo che siano state di gran lunga piu vantaggiose "sulla carte" quelle recenti di Crocetta che ha pensato una riforma capestra e assurda. Non voglio tornare sul tema del mio commento precedente, solo ricordare che negli utlimi decenni tutti i presidenti della Provincia sono stati gelesi, nonostante questo non siete riusciti a far nulla di positivo e adesso si addossano le colpe su Caltanissetta come se tutti i mali venissero da lei. Siamo seri...le province non hanno mai avuto ne avranno coi nuovi Consorzi tutti questi poteri di decentramento o decisione solo si occupano di coordinare i territori, questo sia chiaro a tutti. Ciò detto spero che il Comune di Butera scelga per il meglio e alla luce di tutti i possibili vantaggi e svantaggi che pone la riforma.

          • E fu così che anche Butera andò via!
            Hanno votato all'unanimità tutti e 12 consiglieri presenti. Nessuno si è battuto affinché Butera restasse con Caltanissetta.
            Il Libero Consozio Nisseno perde una grossa fetta di territorio e lo sbocco a mare.

  • L'analisi non fa una grinza, a 360°. A Butera, se sono furbi, dovessero essere spostati in là i termini temporali per scegliere un'altro Consorzio, resteranno comunque dove sono adesso.

  • Mi sembra un segnale importante quello manifestato dal Sindaco di Butera.
    Delle ragionevoli considerazioni, che spero questa spett. le testata giornalistica voglia pubblicare.
    Agli occhi del comune cittadino, sensibile agli interessi della sua comunità, e avulso da trame politiche, oserei dire “medioevali”, l’articolo manifesta in tutta la sua semplicità, la poca chiarezza della riforma Crocetta basata unicamente su logiche campanilistiche ed autoreferenziali, più che economico-sociali.
    La riforma Crocetta è nata male e sta finendo peggio, ha solo ottenuto fallimenti nei referendum con partecipazioni irrisorie (aldilà delle valutazioni giuridiche sulla loro validità), ottenendo solo l’effetto di una frammentazione territoriale ed anacronistiche guerre di paese . Una legge cornice, riformista di facciata e vuota di contenuti, uno specchietto per le allodole L’unità e compattezza territoriale - amministrativa siciliana si è sacrificata sull’altare della costituenda provincia gelese, che si doveva necessariamente fare.
    Un dato certo su tutti: Gela da sempre ha voluto staccarsi da Caltanissetta, adducendo come scuse/ragioni, una presunta oppressione nissena. Attenzione però, se proviamo ad aprire gli occhi e ad essere seri, noteremo che da diversi anni a questa parte Gela ha avuto il reale controllo della Provincia nissena con i suoi presidenti, tutti gelesi. Salta agli occhi di tutti che i risultati non sono stati proprio edificanti per nessuno. Spesso solo per fare dispetti a Caltanissetta si sono anche fatti perdere treni importanti come l'Università ed altro ancora, anche solo con il non prendere nessuna posizione.
    Orbene la riflessione del sindaco di Butera, per tale ragione è di grande valore, riflette in modo cristallino tutti i dubbi dei siciliani, in questa prospettiva di nuova composizione geografica del centro Sicilia.
    Butera, Comune importante nel comprensorio nisseno, di cui condivide storia, cultura, territorio, cosa che non ha con Catania referente di Gela, rimane l'unico accesso al mare per tutti i comuni del Nisseno. La sua vicinanza e la buona comunicazione (si giunge in poco più di 35 minuti da Caltanissetta), assieme alla sua vocazione turistica le assegna di diritto un ruolo centrale nella nuova attuale Provincia/Consorzio nisseno, situazione fino ad oggi difficilmente realizzabile anche per la presenza assorbente di Gela.
    Andare con Gela/Catania, farebbe perdere quel ruolo di esclusività che ha con Caltanissetta, essendo città di mare, città turistica, a Gela sarebbe considerato come un quartiere periferico, vista la presenza del mare e considerata anche l’adesione della ben più turistica e grande Piazza Armerina.
    L’integrazione del tessuto economico e culturale con le istituzioni nissene, (tribunali, uffici e servizi a circa mezz’ora di ottime comunicazioni stradali vedi la SS 626) verrebbe spazzata via senza sapere a chi far riferimento. Di certo non a Gela, che non possiede tutto ciò, e in un’ottica di contenimento economico per la “spending review”, tale dovrebbe rimanere, altrimenti tutta questa riforma sarebbe più falsa di quanto non sia già. Questo significa che si dovrebbe andare non a 20 km, non a 50 ma fino a Catania o peggio ancora si rimarrebbe in un limbo senza sapere a chi rivolgersi. Tutto ciò, cui prodest? A chi giova?
    Aldilà delle polemiche inviterei la gente comune e i politici, a riflettere bene. Basta leggere i giornali e consultare internet, per accorgersi con quale aggressività e astio si stia conducendo la campagna di adesione a Gela, si accusa di antidemocraticità e di pressioni, si critica chi non vuole cambiare o più semplicemente la pensa diversamente.
    Allora penso che la politica serva anche a questo: valutare le convenienze economiche e sociali, ma soprattutto aprire gli occhi alla gente, spiegare bene i pro e i contro, non aderendo supinamente alle lusinghiere quanto utopiche o poco credibili offerte di sviluppo. Bisogna bene indirizzare la gente informata spesso superficialmente sulle riforme e probabilmente mossa solo da campanilismi inutili nel’odierna ottica globalizzante. Sia chiaro non è un volantinaggio a verificare la volontà della gente, non sono le bandiere e i gonfaloni di presunti quanto fantomatici progetti di sviluppo a dovere convincere la gente. Con la crisi attuale i soldi sono sempre quelli, non si possono mica fabbricare per i nuovi Consorzi, non si possono duplicare o sdoppiare gli uffici. Bisogna spiegare tutti gli svantaggi e i vantaggi, sentendo non solo una campana (Gela) ma anche l’altra (Caltanissetta), lungi da becere polemiche di campanile. Bisogna far capire che rimanere dove si è non deve essere visto come un male. D’altra parte la gran parte dei Comuni non indetto nessun referendum.
    Una considerazione finale, che il comune cittadino sente di fare, leggendo i giornali, consultando internet e vedendo la tv: la linea d’azione pro Consorzio gelese, pare quasi "guerrafondaia". Pare cioè evidente e cristallina agli occhi di chi scrive, una cosa da tempo sospettata, e cioè che tutte le lusinghe e gli utopici scenari di ricchezza economica prospettati a Butera così come a Niscemi o ad altri Comuni, nascondano dietro una unica volontà: fare bottino pieno di Comuni, accrescere il territorio.
    Confido nella lungimiranza della gente e della politica affinché si possano adottare le scelte più sagge e oculate per il territorio, mettendo da parte gli oramai desueti gonfaloni medievali.

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