Riceviamo e pubblichiamo, Andrea Milazzo sulle riflessioni di Richelieu

andrea-milazzo-2_424x640CALTANISSETTA – L’intervento del cardinale, osservato da diversi profili, e’ interessante ed estremamente realistico. Nello stesso e’ narrata, con dovizia di particolari, la patologia endemica che interessa, ad ogni livello istituzionale, i rapporti tra politica e burocrazia. Assistiamo infatti a diverse vicende, dove in particolare quella del ‘piano giovani’, varato dalla giunta regionale, appare particolarmente grave per le conseguenze psicologiche sulla fiducia dei già demotivati giovani in cerca di lavoro che, anche grazie al risalto mediatico della vicenda, vedranno minata, forse irrimediabilmente, la già flebile fiducia nelle Istituzioni, percepite quanto mai incapaci di governare anche solo semplici processi. Sullo sfondo di queste vicende la scena sempre più frequente vede confondere i ruoli degli attori intrinseci del ‘cambiamento’, che dovrebbero individuarsi nei politici, e dei loro ausiliari, costituiti dai burocrati. Questi ultimi sempre più’ spesso alla ribalta delle cronache, assumono spesso maggiore visibilità dei propri ‘committenti’, ma raramente per fatti positivi. D’altro verso assistiamo ad una tecnocratizzazione del sistema politico, con esponenti che assumono spesso funzioni di gestione, sostituendosi, di fatto, ad una burocrazia ritenuta inadeguata a raggiungere gli obiettivi istituzionali. Potremmo dilungarci su altre categorie e ruoli che i vari ‘sistemi’ istituzionali si scambiano tra di loro, acuendo la già enorme confusione che incombe nei cittadini, ma ritengo più utile focalizzare l’attenzione sullo status e ruolo dei politici e dei burocrati. Credo che entrambi sono ugualmente, anche se in modo diverso, predefinibili come servitori dello Stato e della collettività. Il ruolo dei politici e’ di interpretare il ‘sogno del cambiamento’ e discretizzarlo nel codice criptico che è il linguaggio della politica, il cui compito di decifrazione e trasformazione nel linguaggio delle ‘azioni’, compete alla burocrazia. Credo che non ci sia nulla di male se il sistema politico sia conscio e consapevole delle regole del ‘fare’, ne’ tanto meno se addirittura sia in grado di applicarle direttamente ed autonomamente. Credo però che sia più importante che chi abbia il compito di guardare, ascoltare, sognare e progettare il ‘cambiamento’ debba avere garantiti i propri spazi e tempi e credo altresì che occupandosi dei
Compiti del ‘fare’ avrà meno tempo per ascoltare, sognare e progettare. Ma credo anche che se non vi sarà un serio e concreto intervento legislativo sulla pubblica amministrazione che renda equanimi i diritti, le garanzie e le premialita’ del sistema produttivo pubblico e del sistema privato, difficilmente cambierà qualcosa. Forse, detto con lo spirito di chi crede di non avere in tasca nessuna certezza da regalare, ma che ha ritenuto comunque di offrire un un modesto spunto di riflessione, potrebbe essere questo il punto di partenza di una vera ‘rivoluzione’ della normalità. Diversamente potremmo continuare ad assistere a scene identiche o quasi a quella del ‘piano giovani’, dove tra sistema politico e burocrazia finiremo, volta per volta, nell’assegnare poco merito nella virtù e poca colpa all’errore.

Andrea Milazzo

View Comments

  • Intervento impeccabile che coglie i problemi salienti della nostra attualità. La Legge Bassanini ha prodotto più danni che benefici e ha causato tante incertezze, anche nella ripartizione di funzioni e responsabilità. Come ha detto Andrea Milazzo, ottimo professionista e già ottimo assessore comunale, occorre un profondo intervento legislativo che riveda integralmente la disciplina vigente. E' uno dei passi essenziali verso un'azione amministrativa efficace e trasparente.

  • Puro ermetismo in terza persona!
    Adrea scrivi in maniera semplice il popolo ha sete del tuo sapere!

    • Ha! Ha! Ha! Ha! Hai ragione Alfredo, certe volte mi prende un po' la mano. Comunque grazie per l'attenzione e a presto

  • Non so se il mio commento dà ragione o torto all’articolo e non mi interessa, ne colgo solo l’invio a riflettere . La netta distinzione tra le competenze politiche e quelle tecniche è la vera morte dell’amministrazione o del governo. Pensare che il politico debba solo pensare, sognare e inventare e poi consegnare tali preziosi “sogni” al tecnico/burocrate perché le faccia diventare realtà è solo da matti o da manierismo procedurale fine a se stesso. Il politico deve già saper tradurre in progetto il “sogno” . Infatti, il “sogno” s.s. serve a poco se non è già bozza di progetto: non è vero che a inventare l’elicottero è stato Leonardo, il quale lo ha solo pensato e disegnato, ma non era realizzabile in legno e a pedali, e se un progetto non è realizzabile, non è un progetto. Di contro, il tecnico, nell’attuazione del sogno/progetto deve coglierne tutta l’essenza politica. Detto in parole semplici, il politico deve essere anche discretamente tecnico e il tecnico deve rendersi conto delle esigenze politiche. In ogni caso, a metterci la faccia è sempre il politico e se scarica le responsabilità sul tecnico fa solo una pietosa operazione vittimistica che non interessa nessuno . E’ stato Napoleone a perdere a Waterloo, questo dice la storia e tralascia la pioggia infernale che ha bloccato la cavalleria leggera di rincalzo o il mancato utilizzo di shrapnel di cui le artiglierie alleate degli alleate hanno, invece, fatto copioso uso.

    • Penso che Lei abbia colto solo una parte dell'intervento di Milazzo. Lui sostiene che il politico deve avere più tempo per stare con la gente, ascoltarla, raccogliere i sogni e poi tradurlo in progetti. E chiede che per far questo si legiferi per rendere la pubblica burocrazia più efficiente e produttiva per eseguire i progetti. Questo non significa che il politico debba essere un teorico ed un sognatore. Penso che un politico che fa il lavoro della burocrazia invece di fare il politico alla fine fa un favore solo alla burocrazia e che come dice alla fine Milazzo, nella confusione dei ruoli alla fine non e' colpa di nessuno. Il suo pensiero e' comunque chiaro e rispettabile.

Condividi