Richelieu: “L’eredità degli zii buonanima”

imageCALTANISSETTA – Botte da orbi, nel PD nisseno! Appena diradati i fumi della “vittoria” alle elezioni comunali si è aperta una nuova stagione dei veleni, con guerra di comunicati e conferenze stampa, scatenata intorno a classiche questioni da “organigrammi”: la Presidenza del Consiglio Comunale e poi il ruolo di Capogruppo, andati a due esponenti di provenienza “moderata” rispetto alla “sinistra storica”, le due anime (!?) che sono confluite nel PD da quello che rimaneva dei due pilastri politici della prima Repubblica, la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista, nella “fusione fredda” di un nuovo partito che nel nome voleva evocare grandi modelli americani (il Partito Democratico da Kennedy fino ad Obama!) ma che nei fatti rivela una lontananza siderale sia dai modelli contemporanei sia dai “padri nobili” del pantheon italiano (De Gasperi, Togliatti, Berlinguer, Moro; per non parlare di Sturzo e di Gramsci).

Manifestare pubblicamente il proprio dissenso rispetto alle decisioni che costituiscono la linea di un partito è stata sempre una garanzia di democrazia interna e di agibilità politica per le differenze di posizione, e ancora tanti ricordano la mutazione genetica del PCI per il superamento del meccanismo ferreo del “centralismo democratico”, contro cui grandi personalità della sinistra, Ingrao per tutti, avevano fondato la loro battaglia politica per la libertà di pensiero e la “trasparenza” nella formazione delle decisioni. Ma lì si trattava di poter criticare i carri armati sovietici a Praga o di non espellere il gruppo de “Il Manifesto”.

Ben altra cosa ci sembrano le risse da cortile, ancorchè adornate di linguaggio forbito, sulle misurazioni di rappresentanza e le rivendicazioni di quote di potere da investire in “visibilità” che sono venute fuori in questi giorni. Anche perché in altre occasioni, per es. il conferimento di lucrosi incarichi professionali da parte di istituzioni pubbliche (es. IRSAP) per una dei protagonisti della querelle, altrettanta trasparenza e visibilità non sono state ritenute convenienti. Senza dire, peraltro, perché l’Ing. Scalia non andava bene come capogruppo: perché era l’ultimo degli eletti o perché potrebbe avere conflitti di interessi, per es. urbanistici?

Ad errore di grammatica politica dei “ribelli” del Circolo Faletra, triplo errore di grammatica e sintassi dei Segretari degli altri tre Circoli cittadini del PD e, (forse) del Big Bang renzianamenteispirato: comunicato al cianuro e bordate di missili terra-aria di tale violenza che neanche il MUOS avrebbe potuto intercettare.

E dietro i nipotini, ben riconoscibili, anche nella sintassi, le vecchie sagome degli zii: contro i Tip e Tap della Faletra, i Qui, Quo, Qua dei tre Circoli riuniti, mandati avanti da Topolino e Paperino (e anche Zio Paperone) che ne guidano le mosse a distanza.

Ma cosa può interessare ai cittadini di una comunità  stritolata dalla crisi, che è stata invitata a sognare e a sperare “magnifiche sorti e progressive” dal progetto civico-politico del MahatmaRuvolo & C., delle risse di partito di giovani “rottamatori” che hanno preso troppo alla lettera questa espressione simbolica e stanno facendo a pezzi, nella coscienza e nell’opinione pubblica, ogni residuo di fiducia nella possibilità di una buona politica che cancelli gli errori e le degenerazioni del passato?

Come nella farsa tragicomica di un secolo fa, “L’eredità dello zio buonanima”, gli eredi delle due grandi famiglie politiche italiane, appena finito il “visito” post-elettorale, si stanno sbranando senza orrore di se stessi per mettere le mani sul “malloppo” (di potere) che si contendono come eredità. Ma la banca in cui lo zio canonico aveva depositato il suo tesoro, nella commedia, fallisce, e tutti i contendenti rimangono con un palmo di naso.

Abbiamo controllato a che punto è la riserva di consenso, di fiducia e di pazienza, oltre che di sostanza culturale e capacità progettuale che la vecchia DC e il vecchio PCI hanno lasciato nel cuore e nella mente dei loro elettori, mentre gli eredi se ne contendono le spoglie su questioni che Cirino Pomicino e persino Franco Evangelisti avrebbero risolto in poche ore?

Ma Gallè non è Cirino Pomicino e Lo Maglio, ai dirigenti del vecchio PCI, non gli somiglia per niente. Peggio di Johnny Stecchino!

 Richelieu

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  • Bene Sua Eminenza,

    il Suo punto, dall’ambientazione storico-Disneiana e dal sapore in qualche maniera nostalgico, ci dà un bel punto di vista, se non che tingerei l’orizzonte un po’ più d’azzurro, e rosa anche (per contemporaneità).
    Che siano anni di crisi e’ indubbio.
    Le crisi, dopo aver portato giù, all’imo, possono creare dei meccanismi virtuosi di risposta in grado di sovvertire lo status quo.
    Questo, si spera, stia avvenendo in Italia, questo si spera avvenga a Caltanissetta.
    L’episodio per cui siamo qui a parlare, potrebbe essere il punto di virata.
    Chi ha l’onere e la fortuna di trovarsi protagonista in questo momento (Tip & Tap, Qui Quo e Qua, ma anche i Puffi, Peter Pan, si spera Superman, si teme il Gatto e la Volpe) tragga le giuste considerazioni, si renda conto delle proprie RESPONSABILITA’, e della necessità di non ripercorrere clichè usati e usurati che rischiano di compromettere del tutto i l rapporto tra cittadini e politica.
    La politica: in questi ultimi mesi sembra aver messo d’accordo un po’ tutti.
    Un po’ da tutte le parti si plaude a Renzi, al suo 40% ; 40 % (lo ricordo soprattutto agli illuminati redattori del comunicato PD) che deriva dalla sua faccia nuova e dalla sua politica “del fare”.
    Appunto “faccia”, “nuova” e “fare”.
    Riprendo spunto dal davvero scomposto, sconveniente e fuori tempo comunicato dei circoli del PD, per dire che la politica è fatta appunto di facce (si spera rassicuranti e nuove) in cui il cittadino può con-fidare, e poi di conseguenza votare:
    visto che dal passato non si scorge neanche una sagoma sbiadita (Il comunicato stesso asserisce come il PD non sia riuscito a trovare UNA candidatura) è il momento di lasciare spazio a queste facce nuove (non mi riferisco a nessuno in particolare, a tutti quelli che hanno una faccia nuova, serietà e voglia di fare politica nello specifico), per far si che magari alle prossime elezioni il PD ne abbia qualcuna su cui puntare.
    I cattivi e vecchi interpreti di ruoli che non gli appartenenvano, protagonisti di pessimi film tragi-comici si facciano da parte,
    Ruvolo non sarà Gandhi, ma oggi non servono pensatori, ideologi, profeti o eroi, oggi ci accontentiamo di qualcuno dalla faccia pulita e credibile, magari acerbo e ingenuo, che ci dia la timida impressione “di fare” , da dove veniamo per ora, ci basta.
    Non pretendiamo fellini , ci accontentiamo di Miyazaki.
    Non pretendiamo La Dolce Vita, ci accontentiamo della Città Incantata.

  • Purtroppo la minestra dei partiti che hanno appoggiato Ruvolo adesso chiedono il conto. La città aveva la possibilità di votare un sindaco non appoggiato da nessun partito e non ha saputo sceglierlo. Adesso contate i cocci. Sono sicuro che questo sindaco non arriverà a ...natale se non esce gli attributi e governa da dolo!!!!

  • Sig Richelieu,

    ritengo che la sua analisi, in certi punti, sia un tantino imprecisa. Quando parla di frizioni tra gruppi del PD di Caltanissetta e descrivendo, altresi, il PD come di una amalgama mal riuscita tra post democristiani e post comunisti, ritengo, che non si tratti di questo. Infatti vorrei comprendere cosa ha di post comunismo Lo Maglio (non è mai stato un uomo di sinistra) e meno che meno Galle' democristiano. I due che appena precedono sono solo interessati a poltrone (CEFPASS il primo gia' acchiappato, mentre il secondo in cerca di qualcosa da raccattare da parte del neo sindaco), gli altri (Montagnino e Margherita) remano a favore dei primi due cercando di accaparrarsi quel che viene (presidenza del consiglio e presidenza di qualche commissione consiliare e poi più in la chissà cosa, magari un assessorato). Cosa diversa riguarda il capogruppo del PD, Scalia, che doveva accaparrarsi la poltrona per potere gestire spartizione di presidenze di commissioni da ricambiare alla Margherita. Purtroppo però qui la situazione riguarda questioni di igiene politica. Infatti nel comunicato si è lambito qualcosa (conflitti di interesse), ma nelle prossime settimane vedremo dell'altro. Li vedremo le due facce delle signore Montagnino e Margherita che colore assumeranno, considerato che fanno finta di non capire perché avevano cambiali da pagare per le proprie poltrone. Lo Maglio e Galle' manteranno sempre lo stesso colore che e' quello che gia' hanno. Veda Richelieu come non si tratti di post comunismo e post DC, ma si tratta di spartizioni di potere e basta. Che i cittadini e gli iscritti del PD aprano gli occhi.

    • Complimenti per aver firmato. Le opinioni possono differire, ma quelle personali, sottoscritte, sono sinonimo di grande apertura mentale e vero segnale di democrazia.

  • Eminenza, lei è un grande.
    E' riuscito a racchiudere in una discorso molto sintetico la situazione attuale.
    I piccoli interessi di bottega prevalgono in maniera evidente sulla tutela del bene comune, gli interessi non particolari ma personali hanno il sopravvento su quelli comuni.
    Calata qua, per lavarsi la coscienza dello sversamento di liquami nel torrente delle grazie, acqua pubblica su cui sono responsabili, a vario titolo, arpa, genio civile e provincia regionale, pulisce e sottolineo pulisce e non restaura, la fontana cosiddetta de Tripisciano e addirittura rimette il tridente nella posizione corretta.
    Bene, ma a noi comuni mortali cosa c'è n'è frega della fontana, della piazza pedonalizzata e dirò di più, cosa c'è n'è frega delle beghe interne del PD o dell'Atteggiamento dell'UDC, possiamo dire con forza, Ruvolo te lo avevamo detto!
    Certo il sindaco democraticamente eletto può anche fregarsene delle beghe di consiglio, penso che comincerà a preoccuparsi seriamente della cosa nel momento in cui il civico consesso sarà chiamato ad approvare il bilancio annuale e ancora di più quando dovrà essere adottata la revisione di piano regolatore (che per inciso sono le uniche due competenze che ha il consiglio comunale) per il resto, per dirla alla Al Capone è tutto "chiacchiere e distintivo" .
    In quei momenti e solo in quei momenti il sindaco democraticamente e legittimamente eletto perderà la sua maggioranza a colpi di interessi personali che proverranno da tutte le formazioni partitiche o civiche e allora si inizierà a giocare la partita vera.

  • Mio ecc.mo e caro prelato. La storia che tu racconti e' la metafora delle proporzioni. La scena, la città, sempre quella di un piccolo tempo fa, che qualcuno definì abbandonata, qualche altro stuprata, e chissà quali altri orribili aggettivi si sarebbe conquistata, se fosse stata ancora governata dal signorotto di paganiana memoria. Poi d'un tratto l'aura del partecipazionismo borghese, con il talento del suo massimo rappresentante, che sul presenzialiamo oltranzista ha costruito la sua osannabile immagine (salvo poi scoprire che il suo potere edulcorante ha ormai saturato la bevanda), e tutto cambia. L'inferno di Dante, sapientemente condito dalla politica e mala informazione locale, diventa il paradiso terrestre, tutti si sono convertiti, compresi gli attori della scena odierna. Palazzo del Carmine diventa The last resort di tutti i viaggiatori dello spirito, che presto saranno accompagnati dalla musica di un pIanoforte di benefattrice provenienza, che potranno giocare a scacchi la partita della propria vita, sovvenzionati da un infinita' di novelli mecenati (non ultimo il benefattore della fontana del tripisciano poi purtroppo beccato con le mani nella m........armellata). Tutti, proprio tutti sono diventati più buoni, ma ecco in questo clima orgogliosamente idilliaco alcuni infelici turbano la gioia collettiva. Gli attori della vicenda riportano alla dimensione terrena la nostra acme metafisica per farci scoprire che gli angeli, gli arcangeli, i cherubini, e le creature sante tutte, altro non sono che dei nani da circo, la partita a scacchi in realtà un mediocre torneo di dama in una casa di riposo per anziani non autosufficienti ed il pianoforte proviene direttamente dal Titanic, ed accompagna l'intera scena con una musica sinistra, da alcuni più esperti battezzata suite dell'impostura. La metafora delle proporzioni caro cardinale, dove al solito la tua cultura e' incline a dare un senso a tutto, ma dove da un orizzonte più limitato del tuo leggo solo dei nani che giocano a fare i giganti

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