Ramadan a Caltanissetta, impazza la polemica “social”. Le riflessioni di Pierluigi Campione

imageCALTANISSETTA – “Scorrono fiumi di parole, ormai più digitate che scritte o pronunciate, sulla polemica relativa alla celebrazione della fine del Ramadan in Piazza Garibaldi. Trecento (?) “giovani e forti” hanno sollevato un dibattito – svoltosi per lo più sui social network e sui giornali online – sull’opportunità di consentire un rituale non confacente ai valori e alle funzioni religiose che definiscono l’architettura della “Grande Piazza”. Si evidenzia la profanazione che comporterebbe tale evento nei confronti dell’identità cattolica prevalente nella popolazione, e delle strutture consacrate di fronte a cui si manifesterebbe tale evento. “E’ sentimento diffuso che le Divinità si lascino intravedere, di tanto in tanto, dagli uomini”, scriveva Leopardi. La contrarietà è quindi mossa dalla paura che Allah possa improvvisamente comparire tra Santa Maria La Nova e San Sebastiano, magari in luogo della ripristinata Fontana del Tritone? Dal timore che i musulmani dichiarino Caltanissetta “città santa”, e ne inibiscano l’ingresso e la permanenza ai cittadini di altre confessioni? Dall’incubo che essi impongano, infine, le regole antidemocratiche applicate in molti dei Paesi di provenienza, ove fede e potere politico coincidono pericolosamente? Non si può ritenere che i giovani oppositori siano animati da tali ragioni e discutendo nella “grande piazza” di internet si disvela, nella sua decadenza e anacronismo, il motivo ispiratore: chi scrive ha infatti sollecitato lo scrivente di un secco “contro il Ramadan!” in una pagina “civica” ad illustrargli il motivo di tale fermo rifiuto. Dopo circa venti “post” (cambiano i tempi e i termini), inizialmente negando ragioni ideologiche, ha finalmente affermato di avere un solo idolo, ovvero Benito Mussolini. A nulla è valsa la ripetitiva citazione dello scrivente dell’art. 19 della Costituzione, inerente la libertà religiosa. Piazza Garibaldi si trova a Caltanissetta, Italia ove vige questa Carta fondamentale quanto a Roma, a Firenze o a Trieste. Chiunque, in virtù di tale articolo, può professare e manifestare la propria fede, anche in pubblico, indù e animisti inclusi. Per non scomodare la Costituzione, basta un semplice weekend low cost in una capitale o in una città europea per accorgersi quanto la libertà religiosa sia metabolizzata, accettata come una normale espressione della propria individualità, della propria cultura; nei voli intercontinentali di qualunque compagnia è persino possibile prenotare il menù personalizzato a seconda delle restrizioni alimentari imposte dalla fede.

A Caltanissetta, Italia, Europa sopravviene il turbamento perché alcune centinaia di residenti di etnia e credenze differenti che popolano il nostro centro storico, e quindi rivendicano legittimamente la Piazza Garibaldi come unico spazio di aggregazione adatto in questa occasione, festeggeranno una ricorrenza religiosa. La manifestazione di fastidio e di intolleranza è in realtà la punta di un iceberg di una condizione più ricorrente; affrontando tra nisseni un discorso sulla città storica e beni culturali, il ritornello è la medesima, sdegnata lamentela: “ormai in centro si vedono quasi solo extracomunitari”, dimenticando che un secolo fa vi fossero quasi solo minatori, artigiani, jurnatara; e alcuni nobili di fresca nomina, ovvero i loro padroni. E’ in questo nodo, cruciale, che si gioca il futuro della nostra città. Il “salotto buono” della nostra città, di una intensa ma breve stagione sociale e culturale, non potrà rinascere come in passato, rassegniamoci.

Sciascia scrittore, Sciascia editore, Vitaliano Brancati non risorgeranno purtroppo. Non rinasceranno, però, per nostra fortuna neanche le case di tolleranza, la solitudine lussuosa dei palazzi dei padroni delle “pirrere”, e le casupole ormai cadenti dei poveri cristi; non ritornerà, per fortuna, il reato di adulterio né quello di diserzione, né la pena di morte. Rimangono le architetture, i quartieri, il tessuto urbanistico, la sacralità dei luoghi, la memoria storica da preservare e trasmettere. Ecco perché, oggi, per ridare dignità alla cittadina non è opportuno vagheggiare, acriticamente, una storia perduta e desueta e le sue spesso ingiuste e indigeribili consuetudini e regole; doveroso e utile è tramandare, trasmettere, rileggere, interpretare le tradizioni e le vocazioni del nostro territorio. La guerra da combattere oggi, anche a Caltanissetta, non è contro i nostri concittadini che scenderanno in piazza in nome di un’altra credenza religiosa: la vera guerra è la sfida della contemporaneità. In assenza di un senso di appartenenza a un mondo più ampio, di ricerca e sperimentazione, di contaminazione e curiosità, qualche giovane concittadino (uno o trecento?) si sentirà confuso, senza memoria e soprattutto senza storia, nel senso più ampio e democratico del termine. E pur di trovare un senso e una definizione in una città avvolta dalle periferie, tra un’apericena e un giro in SUV ma tra poche letture e rari viaggi, qualche giovane si sentirà identificato esclusivamente per negazione, scagliandosi contro l’identità di suoi simili diversi per razza, religione, fede politica, orientamento sessuale; fintamente o da credulone in nome dei “bei tempi andati”, di un dio intollerante e del dittatore Mussolini.

Pierluigi Filippo Campione

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  • la vostra apertura mentale mi commuove.siete i primi ad essere per forza tolleranti verso il "diverso";poi però parlate male dei vostri concittadini magari solo perchè hanno cambiato macchina.prima accettiamoci tra di noi !!!!!con questa storia di libertà e di integrazione abbiamo notato che le cose "forse" ,rispetto a qualche anno fa,sono peggiorate.PROSTITUZIONE,BIVACCO,PAURA,PARCHEGGI,DELINQUENZA.sono sicuro che la situazione si sbloccherà solo quando accadrà qualcosa di grave.è solo questione di tempo.la loro libertà deve terminare quando invadono la nostra.

    • Aglio, fravaglio, frattura cà nun quaglia, corne e bicorne, cap'alice e capa d'aglio!

  • Si può essere tolleranti quanto si vuole in materia religiosa,fra l'altro la Costituzione ce lo impone, ma mi chiedo,in un momento in cui i cristiani sono perseguitati in tutti i paesi islamici,questa apertura di credito all'islamismo mi sembra inopportuna:Pochissimi sono i paesi islamici che "tollerano" la presenza dei cristiani,ma si tratta solo di tolleranza:Da evidenziare anche il fatto che non uno di questi islamici si è avvicinato al cristianesimo mentre circa 70.000 italiani si sono convertiti all'islamismo perchè l'islam condanna con la pena di morte l'apostasia.
    Aveva ragione un certo Carlo Marx che definì le religioni l'oppio dei popoli perchè distrae l'uomo dai poblemi terreni veri ,se poi ci sarà un'aldilà si vedrà.

  • Gentile Sig. Sindaco ,

    Apprendiamo , con piacere , del Suo ampio rispetto dell'art. 8 della Costituzione Italiana , ma tuttavia , pensiamo che il rapporto iniziale del Suo mandato con i veri problemi della città e dei nisseni , non abbia provveduto ad offrire , ad oggi , almeno a noi , umilissimi osservatori ; nulla di positivo se non un senso di apertura pseudo culturale , verso situazioni e progetti che , se anche andassero in porto , nulla provocherebbero per il miglioramento sociale ed economico di Caltanissetta....
    Certamente ancora e' presto per dare un giudizio definitivo sull'operato Suo e della Sua giunta , ma staremo attenti e cercheremo di spronarla per fare meglio.
    Intanto , La preghiamo , dopo aver chiuso la parte di centro storico adiacente a Palazzo del Carmine , che stà provocando grandi difficoltà al traffico locale per far si che i nisseni si dilettino a suonare al pianoforte o giochino a scacchi o a dama , (sperando che non ci intenda come pedine e che non sia un messaggio subliminale) , La invitiamo cortesemente , quando vorrà , ad invitare agli incontri che Lei con molto zelo organizza con i quartieri , anche le associazioni cattoliche esistenti in città , nonche' le Parrocchie , la Curia e i cittadini che non partecipano al RAMADAN per sentire il loro parere , e magari per far si che a Caltanissetta sia organizzato , in Piazza , un raduno per festeggiare una giornata importante per il Mondo Cristiano , e magari farsi promotore nel chiedere al NOSTRO PAPA FRANCESCO , di visitare la Nostra città.
    Poi , se vuole , ci potrebbe anche spiegare , perchè la decisione di chiudere il Centro Storico , come Lei ha fatto , solo in quel tratto e sentendo chi , ha preso tale decisione , sempre che lo voglia fare.
    Per il resto , Ripetiamo che noi non siamo contrari al dialogo fra le diverse Religioni , ma , nemmeno possiamo pensare che Lei , dimentichi che Caltanissetta , al 90% , e' di fede Cattolico Apostolico Romana .
    Saluti
    Nicola Talluto
    Presidente Movimento Cristiano Lavoratori circolo " PAPA PAOLO SESTO"

  • Sciascia scrittore, Sciascia editore, Vitaliano Brancati e tanti altri, senza l'accoglienza di Caltanissetta a questi Migranti da altri territori, lontani allora da Caltanissetta quanto adesso quelli dell'Africa, sarebbe esistita la Piccola Atene?

  • Art. 3

    Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
    Art. 8

    Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

    Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

    I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2]

    PER NON DIMENTICARE LA NOSTRA COSTITUZIONE !
    MA FORSE IN MOLTI LA DISCONOSCONO!!!!!

  • osservazione intelligente, nè meriti nè demeriti soltanto apertura intellettuale e contemporaneità. i commenti a seguire perlopiù denotano la solita arrogante ignoranza e- ancora evidente- isolamento culturale. caltanissetta va sempre a rilento,,,quasi sconsolante.

  • caltanissetta ORMAI è FINITA !!!! la giusta punizione ...è quella di essere INVASI e colonozzati dalla peggio specie di gente proviente da tutte le parti del mondo. Comunque in tutti i casi ...il NISSENO resterà sempre TALE e si distinguerà per l 'IGNAVIA ....e dal motto "cumu veni si cunta".
    In bocca al lupo!

  • La riflessione di Pierluigi Campione contiene parecchie verità condivisibili, ma allo stesso tempo sfugge a quella che è la realtà della città. Premetto che non mi appartengono sentimenti razzisti, faccio parte di quella generazione di cinquantenni che una volta la settimana, sia alle scuole elementari che alle medie , svolgeva il classico tema sul razzismo e lo stesso tema lo aspettava all'esame di maturità!
    Io sono certamente convinto che tutti noi, nessuno escluso, abbiamo il dovere morale e civile di rispettare usi, costumi, religioni di chi vive nella ns città. Il vero tema però è che spesso ed in molti confondono o scambiano l'accoglienza, il dare un letto e un pasto con la dignità di essere uomini (Intendo donne e uomini) ; Caltanissetta pur non essendo in grado di soddisfare i propri bisogni ha avuto la presunzione di soddisfare quelli degli altri è ciò oggi scatena questi sentimenti che superficialmente appaiono razzisti, ma che se guardati nel profondo non sono altro che frutto di una profonda disperazione. Molti di voi non sanno che oggi parecchie famiglie nissene dormono nella loro macchina con i figli perchè non hanno altri posti dove andare, e sono le stesse famiglie che sarebbero anche liete di accomodarsi al centro profughi di pian del lago, vestirsi e mangiare!! Invece dormono in macchina e la mattina si dividono i compiti..il marito cerca lavoro e la moglie staziona al comune ai servizi sociali a chiede l'elemosina e mentre lo fa vede o sente che qualche milioncino di euro viene stanziato per sfamare i profughi. 38 euro al giorno.....almeno dividiamoli a metà, verrebbe da pensare a chi crede in una integrazione vera ed in una condivisione vera!!!! E invece no! Ma davvero pensate che dare un letto e un pasto dia dignità a l'uomo...se lo fate siete falsi perbenisti, la dignità è ben altra, è lavoro, è casa, è tanto altro!
    E allora ecco che 300 cittadini si incazzano come le bestie per un Ramadan che può benissimo svolgersi altrove senza per questo urtare la sensibilità di nessuno; di tutti quelli che già si sentono un pò messi da parte e cercano almeno di difendere quelli che ritengono gli ultimi baluardi della loro città. Sarà esagerato, ma va certamente rispettato!!!!
    Io sono convinto che il futuro di questo mondo globalizzato sta nella integrazioni tra popoli con credenze ed usanze diverse, ma il tutto deve avvenire nel rispetto della dignità di entrambi.
    Cordialmente
    Marcello Rizzo

  • Ma che belle parole, mi rendo conto che effettivamente bisogna essere aperti e tolleranti con chi viene da posti diversi e modi di vivere la religione. Ma vorrei soffermarmi sul Business che questa gente porta, finiamola di fare i buonisti e tolleranti dietro a cooperative che gestiscono questi disperati vi sono gente che si arricchisce e strizza l'occhio alla politica

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