Le riflessioni di Richelieu: “I guerrieri del palazzo”

imagePalermo – Eccoli di nuovo insieme, i guerriglieri delle rivoluzioni di Palazzo, Crocetta e Cardinale, quasi come Fidel Castro e Che Guevara, (naturalmente Cardinale fa Fidel), al tavolo del convegno che ha lanciato ufficialmente il nuovo “movimento”, il PDR (Patto dei Democratici per le Riforme), pronto a sostenere il Governo del cambiamento (!?) con un gruppo di 6 parlamentari regionali, reclutati nelle file sbandate del centro-destra, con la benedizione ufficiale del PD, regionale e nazionale.

Presenti infatti il Segretario regionale, il giovane Raciti, e il Vicesegretario nazionale Guerini, plenipotenziario di Renzi, gli stessi che settimane fa tuonavano contro Crocetta, troppo  “autonomo” e polemico verso il PD che lo aveva eletto, fino a dichiarare che il Partito Democratico, senza una seria e profonda verifica, non poteva considerarsi presente nel suo governo.

Invece, è avvenuto il miracolo: “Basta con la politica che parla troppo e fa poco – ha detto Guerini -, questo governo lo abbiamo eletto e insieme dobbiamo condurlo avanti fino alla fine”.  Pirandello non poteva che essere siciliano.

Gongolante  Cardinale, regista dell’operazione, ricchissima di back-stage ancora tutti da decifrare: “Questa giornata è una pietra miliare per l’organizzazione di un’area che porti avanti il riformismo che è nel dna di alcuni conservatori. – ha dichiarato – Questo è un progetto serio, e lo dimostra anche la legittimazione di Lorenzo Guerini. Il gruppo cresce, cresce l’area e il consenso”.

Il “riformismo che è nel dna di alcuni conservatori” è una perla tra gli ossimori della politica quasi a livello delle “convergenze parallele”!

Retromarcia anche per il segretario Raciti, costretto ad ammettere l’utilità del  “binario parallelo” al PD costruito da Cardinale:  “Voi del PDR – ha solennizzato il segretario – sarete interlocutori del Pd e non assorbiti nel partito. Discuteremo a viso aperto e spero che insieme agli altri saremo in grado di scrivere una pagina nuova all’esperienza di governo, che non possiamo considerare come un incidente di percorso”.

Anche l’altro azionista di maggioranza del governo Crocetta, quel Lino Leanza (ex-DC, CCD, MPA,UDC, vicepresidente del governo Cuffaro e assessore in quello di Lombardo) oggi Articolo 4 (con deputata europea appena eletta nel PD) era presente e ha chiarito: “I gruppi di maggioranza all’Ars restano separati ma percorreranno strade parallele. Fermo restando il sostegno al governo di Rosario Crocetta”. Sparare divisi per colpire uniti, diceva Mao-tze-tung, a cui, sicuramente, il guerrigliero Leanza si sarà ispirato.

Di presidiare la frontiera dello schieramento moderato per orientarla verso il centro-sinistra, Cardinale è stato sempre il teorico e l’organizzatore. Oggi si prefigura persino, che questa frontiera moderata che guarda a Renzi (e sopratutto al suo Governo), risalga la “linea della palma” di cui parlava Sciascia dalla Sicilia fino a Roma, offrendo ai naufraghi del Titanic del Cavaliere (ex), Alfano, D’Alia & C., un approdo, o un rimorchiatore, per rimanere tra i “ministeriales” col viatico qualificante del “laboratorio politico” a cui ormai dagli anni ’50 la Sicilia ha battezzato le sue “rivoluzioni di Palazzo”.

Ma fuori dal Palazzo, nella Sicilia dei disoccupati dal 23 al 42%,  dei migranti-laureati, nella Sicilia con gli indicatori di povertà infantile e femminile più alti d’Europa, in cui le imprese chiudono senza alternative, è questa la “rivoluzione” che può cambiare la società?

Crocetta e Cardinale, il guerrigliero della legalità (appena scaricato da Confindustria) e l’Innominato del Vallone, (Nord e Sud uniti nella lotta), alla testa di guerriglieri delle istituzioni come quel Pippo Gianni che ha avuto il suo più grande momento di celebrità parlamentare per una porno-battuta sulle quote rosa nella legge elettorale, in che cosa potranno, e vorranno, cambiare, questa società della sofferenza sociale, della mancanza di prospettive, dell’agonia della speranza?

A loro può bastare chiamare “rivoluzione” il gioco incrociato dei posizionamenti per la sopravvivenza di un ceto politico ormai esaurito nella sua funzione storica e culturale.

Ma ai Siciliani, può bastare? La rivoluzione democratica, fuori dal Palazzo, c’è qualcuno disposto a farla?

Richelieu

View Comments

  • Cardinale (Richelieu) sempre pungente, lungimirante e stimolante... ma il commento dell'onnipresente Jannì? buone vacanze!!

  • L’idea che dobbiamo avere della politica riguarda i giovani, le loro speranze, i loro spazi, le loro possibilità, il loro avvenire, sia in termini di realizzazione, sia in termini di affermazione della loro dignità. Da ogni parte sentiamo ripetere che le ideologie sono superate. Un concetto che mi preoccupa perché svuota le azioni degli uomini. Senza le idealità, senza valori umani e culturali di riferimento, tutto diventa inutile.Per tali ragioni il compito principale è costruire un partito che riparta dalla sostanza e dalle idee e non dalla "pseudofusione" opportunistica di idee da parte di taluni personaggi citati da Richelieu che più a pensare al benessere dell'uomo, che è il valore attorno al quale costruire l'azione politica, pensano a coniare idee riformiste, in contrapposizione al loro conservatorismo. Siamo Nisseni e conosciamo molto bene le "idee riformiste" di Crocetta e Cardinale.

  • ma ancora pensano che i Siciliani possano credere in questi patti !!!!!! ma dove vivono su Marte ? ancora costruzioni misteriose infarcite di alchimie e bizantinismi per motivare la presenza sulla scena politica;

  • Bella domanda! Personalmente temo di no, considerando che siamo in Sicilia dove lo sport preferito è cercare di "fottere" il prossimo o in subordine cercare di mettergli i bastoni fra le ruote. Tempo fa, fu fatta una domanda simile ai virgulti dei 5 stelle locali. La risposta è stata l'inutile (per i siciliani) elezione di una coppia di fratelli.

  • Grazie cardinale. Di nuovo un tema stimolante a smuovere il debilitante scirocco di una tediosa giornata estiva della nostra affezionata Magonza d'entro terra, porta del mediterraneo per i più esperti adepti del nostro signore del palazzo. Il loro civico e partecipativo sguardo li fa vedere più lontano di noi, in una teologica presbiopia che individua una infinita spiaggia il cui unico suono percettibile e' la risacca delle onde, nelle maccalube di santa barbara e ci fa apparire le pietre cadute del nostro centro storico come orgogliosi scogli in un ameno specchio d'acqua lacustre, che fa il paio con il riflesso azzurro celestiale della fontana del tritone, opportunamente celebrata dal vate locale, per tempo convertitosi alla cultura dell'immaginifico. Dal nostro emiciclo, caro cardinale, la scena rimane balneare, o più precisamente marittima, e ben si presta a fare il paio con un altro avvenimento odierno, in un improvvisata metafora, dove il significante e' il relitto. Si cardinale. Un relitto che rappresenta oggi un qualcosa da trainare, nella dicotomia tra tecnocrazia e politica, dove l'elemento tragico tiene l'osservatore in ostaggio. La nave riparte oggi verso un porto, quando ormai ci eravamo rassegnati all'ineluttabilità del suo affondamento, grazie al sapere tecnologico. Anche il governo regionale oggi può ripartire, grazie all'ennesimo capolavoro di tecnocrazia politica della premiata scuola e co., che possiede i rimorchiatori più potenti oggi disponibili. Una sola grande differenza caratterizza le due storie. La nave sarà smantellata per evitare danni ambientali, e perché no, per cancellare il ricordo nella nostra memoria. Il governo del nostro sire di 'Terranova' continuerà invece a navigare, cercando per tutti i porti i rimorchiatori. Una similitudine infine non ti sarà sfuggita eminenza. Le due storie sono accomunate dal talento e dalla figura carismatica dei Comandanti delle navi, entrambi addolorati per il destino della propria imbarcazione, entrambi sopravvivendi al naufragio della stessa, reale per l'uno semantico per l'altro.

  • Che amarezza! Caro cardinale. Mai come questa volta vale la gattopardiana " Tutto cambia per non cambiare nulla".

Condividi