Il manigoldo, in svariate occasioni, oltre alle percosse, aveva anche minacciato la consorte di morte, impugnando un coltello da cucina e, in un’occasione, devastato i mobili dell’appartamento, preannunciando che non avrebbe più provveduto al mantenimento economico della sua famiglia.
In particolare, durante l’ultimo degli episodi, l’uomo incontrava la moglie in via Venezia per restituirle il cellulare precedentemente sottrattole e si abbandonava ad un ulteriore impeto di violenza, tanto da impedirle di scendere dall’auto con cui era giunta in quel posto, e da indurla quindi a fuggire di tutta fretta, al fine di sottrarsi alle sue percosse.
Tutte queste condotte le procuravano svariate lesioni personali, con la conseguenza e l’effetto di umiliarla e mortificarla, rendendole l’esistenza oltremodo degradata e deprimente e mettendo in pericolo la sua stessa incolumità.
Al termine delle formalità di rito, l’arrestato veniva associato presso la Casa Circondariale di Gela a disposizione dell’AG procedente.