Il termine, utilizzato dai greci per indicare l’azione o la manifestazione di una divinità mediante miracoli, visioni, segni, ecc. deriva dal greco antico e significa letteralmente “manifestazione”, “apparizione”, “venuta”, “presenza divina”.
La festa ha origini molto antiche, che discendono dalle tradizioni precristiane ed è solo dal III secolo che, con il termine Epifania, si indicano le manifestazioni divine di Gesù, tra queste l’adorazione da parte dei Re Magi, il battesimo di Gesù ed il primo miracolo avvenuto a Cana.Oggi invece il termine si riferisce specificatamente alla prima manifestazione pubblica della divinità, con la visita dei Re Magi al bambinello Gesù. Con l’Epifania il mondo Cristiano ricorda quindi l’incontro dei Re Magi con Gesù bambino e la loro conversione alla nuova dottrina.
Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura.
Ancora oggi, inoltre, l’Epifania, pur nel suo significato religioso, presenta nei festeggiamenti popolari di alcune località tutti i caratteri delle Feste Propiziatorie dell’inizio dell’anno: in questo periodo si eseguono riti purificatori, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso; si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio. Nelle zone rurali e montane si usa ancora annunziare in questa occasione i fidanzamenti; si cantano canzoni augurali e canzoni di questua, per scopi benefici. Si offrono e si ricevono doni e, con lo scambio di gesti di pace, si chiudono vecchie questioni o dispute.
Ma l’Epifania chiude anche il lungo periodo delle feste invernali, anticamente dedicate al solstizio d’inverno, (come recita il detto popolare “L’Epifania tutte le feste le porta via”), così che in questo giorno è usanza completare la scena presepiale, sistemando le figure dei Re Magi, per poi disfarla all’indomani mattina o nei giorni seguenti, così come si procede per l’albero di Natale che ormai ha assolto la sua funzione.