Un centro immigrati a Mussomeli, scoppia la rivolta sul web

“I mussomelesi vogliono lavoro e aiuti economici, non un aggravamento della loro condizione con una nutrita presenza di altri disperati”. “La sicurezza dei cittadini dove la mettiamo?”. “Questi non portano niente di buono”. Il prossimo arrivo di decine di immigrati richiedenti asilo, e che verranno ospitati da privati in una struttura altrettanto privata, sta già provocando un certo allarme sociale. La notizia della riconversione dell’ex molino dell’Annivina- fino a qualche tempo fa sede dell’Agrario e attualmente del Centro per l’impiego- in una struttura Sprar (Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati), è diventata la più discussa sui social network, habitat ideale in cui scaricare le paure ed esprimere contrarietà e dissenso. Il Sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati si fonda sul lavoro e la partecipazione di una rete di cooperative, associazioni, privato sociale, e si stima che il prossimo anno accoglieranno tra i 16 mila e i 32 mila immigrati. Lo Stato poi assicurerà ad ogni ospite una “paghetta” di 2,50 giornalieri per l’acquisto di beni e servizi. Ma il prossimo arrivo degli immigrati (al momento se ne attendono una ventina), non trova nel popolo di internet dei sostenitori, anzi. C’è chi addirittura invoca manifestazioni e petizioni. “Bisogna organizzarsi e preparare una manifestazione di protesta e una raccolta di firme- si legge in un post su Facebook-. Non si tratta di razzismo, che è l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini. L’unica razza che conosco è quella umana, ma la situazione di grave crisi economica e sociale del Paese non ce lo consente”. Ma c’è anche chi (isolato) non sembra per nulla preoccupato. “A Cammarata ce ne saranno centinaia e si fanno i fatti propri”.

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