Priebke: scontri con lanci di bottiglie tra neonazisti e dimostranti. Esequie sospese

Albano Laziale (Roma) – I funerali di Priebke sono saltati. Dopo ore di attesa il prete si e’ tolto i paramenti ed ha abbandonato la cappello dove si teneva il funerale Scontri con lacrimogeni in serata tra gruppi di estrema destra e manifestanti che protestavano contro i funerali di Priebke.
Gli incidenti sono avvenuti in via Trilussa ad Albano Laziale, all’esterno della chiesa lefebvriana. Alcuni militanti di estrema destra hanno lanciato un fumogeno e alcune bottiglie contro i manifestanti.
Il tutto e’ durato pochi minuti. E’ intervenuta la polizia ed ha fermato due militanti di estrema destra e un manifestante di sinistra le cui posizioni sono ora al vaglio degli inquirenti.

Per l’intera giornata e’ stato caos per i funerali di Priebke. Grida, insulti, lancio di oggetti, calci e pugni. La folla si e’ scagliata contro il feretro di Erich Priebke, quando e’ giunto alla cappella Lefebvriana della confraternita San Pio X di Albano, dove si sono svolti i funerali. Una cerimonia prima negata dal sindaco della cittadina laziale e poi permessa da una contro-ordinanza del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, decisione che ha sollevato polemiche anche per l’arrivo ad Albano di un gruppo di militanti dell’estrema destra. La salma ha lasciato il Policlinico Gemelli a bordo di un furgoncino bianco di un’agenzia funebre scortato da due blindati dei Carabinieri. Le forze dell’ordine, con i caschi antisommossa, si sono schierate a presidio della cappella ma non hanno potuto impedire le proteste: oltre 100 persone hanno intonato “Bella ciao”, gridato “Boia”, “Criminale”, “Siamo tutti antifascisti”, “Vergogna, vergogna”, esposto cartelli con scritto “il Padre Eterno ti avra’ (forse) anche perdonato, noi no! Assassino!!!”, lanciato monetine e una busta di spazzatura.

L’arrivo di un sacerdote ha esasperato la tensione: molti manifestanti hanno cercato di bloccarlo e la polizia lo ha poi scortato all’interno della struttura. L’avvocato Paolo Giachini, difensore dell’ex ufficiale nazista, aveva assicurato che sarebbe stata solo “una cerimonia per pochi intimi” come aveva chiesto lo stesso Priebke, una messa in latino e “un momento di raccoglimento che non ha nulla a che fare con la politica”. Ai funerali sono comunque giunti alcuni militanti dell’estrema destra, una ventina in tutto, che hanno fatto saluti romani.
Tra loro anche il leader di Militia Maurizio Boccacci: “Sono qui perche’ partecipo a titolo personale – ha detto – oggi e’ un giorno in cui si rispetta la morte di una persona poi dalla prossima settimana Dio vede e provvede”. Molte le voci critiche al permesso concesso al funerale: in particolare l’Anpi ha parlato di “una decisione inaccettabile” e un “affronto”. Alla Camera il deputato Pd Emanuele Fiano si e’ detto “allibito e scandalizzato” “per il fatto che si sia permesso a un pullman di neonazisti di andare in un Comune, che aveva proibito il funerale e che non lo voleva, a celebrare il maiale Priebke”.
La senatrice 5 stelle, Elena Fattori, eletta nel territorio dei Castelli romani, ha giudicato “inammissibile la mancanza di rispetto verso i cittadini” e ha chiesto le dimissioni del prefetto di Roma.
httpv://youtu.be/BPd9fX8RjW4

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  • Priebke venne portato in Italia nel 1995 e processato (con assoluzione) nel 1996 e NON nel 1955 come da me precedentemente scritto.
    Mi scuso per l'errore e rettifico.

  • ERICH PRIEBKE, ad oltre 100 anni di età, è morto nella città del suo destino, Roma, che lo vide giovane capitano delle SS nel marzo del 1944, eseguire scrupolosamente ed efficientemente l'ordine del suo superiore colonnello Kappler di trucidare 335 civili romani, quale rappresaglia per l'eccidio di 33 soldati tedeschi che stavano transitando in Via Rasella.

    Non ho il minimo dubbio che quei 335 italiani siano stati trucidati da innocenti, ma non dobbiamo dimenticare che in quel periodo gli innocenti, gli inermi erano trucidati a milioni, semplicemente perchè l'intero mondo era in guerra, e in guerra l'atto più esecrabile in tempo di pace, cioè quello di togliere la vita ad un essere umano, viene considerato meritevole di encomio, anzi più ne ammazzi più sei valoroso!

    Quante centinaia di migliaia di morti furono causate da personaggi che la storia reputa grandi, esemplari, come Cesare, Alessandro Magno, Napoleone ?

    Non intendo, con questo, giustificare affatto l'eccidio delle fosse Ardeatine, ma voglio soltanto ricordare che esso non è né migliore né peggiore del bombardamento delle città, spesso avvenuto pur sapendo che in esse non vi erano forze nemiche ma solo civili indifesi, a solo scopo di terrorismo.

    Detto questo, è bene ricordare anche che nel 1948 il tribunale militare di Roma condannò il colonnello Kappler quale unico responsabile di quell'eccidio, mandando assolti tutti gli ufficiali alle sue dipendenze, in quanto meri esecutori dei suoi ordini.

    Tra di essi non fu prosciolto Priebke solo perchè non era stato portato dinanzi a quel tribunale ma era riuscito a fuggire prima, altrimenti sarebbe stato prosciolto anche lui.

    Per questo motivo per Priebke NON viene spiccato mandato di cattura internazionale ed egli vive pacificamente per decenni sulle Ande finchè viene casualmente scoperto da una televisione americana, portato in Italia e processato nel 1955.

    Io ricordo perfettamente la sentenza del tribunale militare di Roma che ne dichiarò la scarcerazione motivando di “non doversi procedere, essendo il reato estinto per intervenuta prescrizione”, e ricordo i tumulti che avvennero immediatamente dopo questa sentenza, il vero e proprio assedio del tribunale che impedì a Priebke di andarsene libero, come da sentenza, e che indusse le autorità, non ho ancora ben capito sulla base di che, a mantenerlo “sotto custodia”, benchè dichiarato formalmente libero, per dar modo alla Cassazione di dichiarare nullo quel processo e disporne uno nuovo che lo condannò all'ergastolo …!

    Certamente quell'ergastolo non riportò in vita i 335 assassinati alle fosse Ardeatine, per me fu un atto di ingiustizia nei confronti di un soldato esecutore di ordini, per i parenti delle vittime fu comunque una forma di riparazione e, in ogni caso, Priebke fu l'unico ergastolano in Italia, nel dopoguerra, a scontare la pena fino all'ultimo, ad oltre 100 anni di età!

    Ma, guarda un po', quegli stessi gruppi e persone che abitualmente si dichiarano non violente, pacifiste, porgitrici dell'altra guancia, che esecrarono l'impiccagione di Saddam e l'esecuzione di Gheddafi, oggi insorgono contro … un morto, e gli negano funerali e sepoltura!

    Che una cosa del genere la dica io, che ho sempre sostenuto la damnatio memoriae per i delitti più efferati, è un conto, ma che la sostenga il “democratico” e cattolico Marino nella sua veste di sindaco di Roma e addirittura la curia cattolica romana … penso sia semplicemente l'ennesima manifestazione di implacabile protervia coi vinti, per distogliere l'attenzione o trovare quasi una compensazione ad altrettanto proterva resa nei confronti dei potenti.

    Capisco e addirittura giustifico lo sdegno degli ebrei romani e dei parenti delle vittime, che hanno tutto il diritto di odiare ed esecrare chi comunque fu l'esecutore di una tragica rappresaglia di guerra, anche adesso che è morto, ma non trovo giustificazione alcuna per chi, con la fascia tricolore o col rosario in mano, non sappia e voglia portare rispetto per un morto che ha espiato per intero la sua pena.

    Rispetto per un soldato che ha perso una guerra senza passare dalla parte del nemico, che ha eseguito gli ordini rispettando il suo giuramento, che non ha voluto pentirsi di un ordine eseguito, anche se ciò gli avrebbe sicuramente fatto mitigare la pena, ma che ha comunque affermato nel suo cosiddetto “testamento” che “Tutti gli atti di violenza indiscriminata contro le comunità, senza che si tenga conto delle effettive responsabilità individuali, sono inaccettabili, assolutamente da condannare” ma anche che “Quello che è successo agli indiani d'America, ai kulaki in Russia, agli italiani infoibati in Istria, agli Armeni in Turchia, ai prigionieri tedeschi nei campi di concentramento americani in Germania e Francia così come in quelli russi, i primi lasciati morire di stenti volutamente dal presidente americano Eisenhower, i secondi da Stalin. … Tutti episodi ripeto da condannare senza mezzi termini, comprese le persecuzioni fatte dai tedeschi a danno degli ebrei; che indubbiamente ci sono state.”

    E questo testamento non lo aveva ancora redatto quando, nel 1997, Montanelli gli scrisse personalmente : “Signor capitano, … Da vecchio soldato, e sia pure di un Esercito molto diverso dal Suo, so benissimo che Lei non poteva fare nulla di diverso da ciò che ha fatto.”

    Sì, Priebke non poteva fare nulla di diverso allora, come forse nulla di diverso possono fare oggi i cattolici a corrente alternata, bravi a perdonare Caino e inesorabili a dileggiare Priebke, da morto, facendolo passare per barbaro, incapaci di accorgersi che barbari si dimostrano loro.

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