“Non consentiro’ a nessuno di umiliare la Sicilia e i colori della sua bandiera. Ancora una volta – prosegue come una furia Crocetta – la Sicilia risulta incomprensibile a Roma e ancora una volta si continuano a fare gli errori di sempre. Non mi pieghero'”. E continua: “Non possiamo accettare l’idea che un grande Partito democratico chiuda le porte al cambiamento e al rinnovamento. Lo svolgimento del congresso regionale del Pd, sulla base del vecchio tesseramento, cristallizzerebbe i giochi di sempre e impedirebbe l’elezione di nuovi quadri giovani alla leadership del partito e soprattutto determinerebbe il gruppo dirigente formato da coloro che oggi magari potrebbero far finta di auto sospendersi dal partito ma che di fatto lo controllano”. Il Pd nazionale “deve rendersi conto dell’anomalia siciliana”. Se da iscritto del Pd, “contrariamente a quanto concordato fin dall’inizio col Pd regionale”, Crocetta non potesse fare parte del gruppo che porta il suo nome nella lista, “sarebbe un gioco autoritario e antidemocratico e persino sleale in contrasto a quanto precedentemente convenuto”. Definisce, infine, una “farsa” quella del mancato pagamento del contributo al partito: “Potrei presentare la lista dei debiti elettorali rimasti sul mio groppone, ma non lo faccio, non ho nessun legame coi soldi, versero’ quel contributo per impedire azioni staliniste, che hanno sempre utilizzato per far fuori i dissidenti”.