L’indagine è nata da una perquisizione effettuata dalla Polizia, il 14 Febbraio scorso, nella sede dell’Ato, in contrada Brucazzi, nella zona industriale, durante la quale vennero sequestrati documenti su cui lavorare per riscontrare i conti della società d’ambito, con riferimento alla transazione su vecchie pendenze ma anche alle spese sostenute. L’accertamento verterebbe sull’eventuale sussistenza del reato di truffa che sarebbe stato messo in atto con l’emissione di fatture false per lavori inesistenti. Inoltre dai fascicoli e dalle risultanze informatiche operate dai componenti della squadra Mobile del capoluogo nisseno e della guardia di Finanza, i magistrati tentano di accertare altre “situazioni” anomale: quelle legate alle sponsorizzazioni relative ad alcune manifestazioni estive svoltesi nello scorso anno, difficilmente conciliabili con le difficoltà economiche dell’Ato ed il “balletto” delle assunzioni delle società d’ambito.