Il parasole, ha spiegato il procuratore, “venne utilizzato per coprire pietosamente il corpo carbonizzato di Emanuela Loi”, agente di scorsa di Borsellino, e “venne spostato con il piede da un agente della scientifica che abbiamo gia’ individuato e sentito a sommarie informazioni. A dimostrazione della nostra tesi -ha sottolineato Lari- anche tre foto che dimostrano in maniera inequivocabile che non si tratta dell’agenda del giudice. Non dimentichiamo chi era Paolo Borsellino, un giudicerbaramente ucciso mentre si recava dalla madre”. In realta’ sin da quando quel fotogramma e’ stato pubblicato, la Procura escluse che si trattasse dell’agenda del giudice perche’ osservo’ che il diario non avrebbe potuto uscire integro dall’esplosione. In ogni caso, l’oggetto che appare nel filmato non si trovava accanto al corpo del giudice ma accanto alla salma dell’agente Loi, che giaceva accanto a un’auto Citroen BX parcheggiata in Via d’Amelio a circa 20 metri di distanza dal luogo in cui fu rinvenuto il cadavere del magistrato” Adesso la Procura sta acquisendo anche dei video girati da semplici cittadini per accertare la verita’ sull’agenda di Borsellino, attualmente circondata da “troppi vuoti di memoria”, ha concluso Lari.