“Le emissioni di questa stazione andrebbero a sommarsi alle emissioni che questa base ha gia’ e sono emissioni gia’ molto forti”, ha detto il fisico Massimo Coraddu, del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Torino, invitato dalla commissione a riferire sugli effetti che potrebbe avere il Muos sulla salute della popolazione e sull’ambiente. “Indubbiamente -ha spiegato il docente- il Muos comporta dei rischi perche’ chi abita nelle vicinanze subisce un irradiamento superiore a quello che un essere umano puo’ subire stando continuamente nella zona. Rischia di contrarre nel tempo delle malattie tipiche che si riscontrano quando si vivi vicino a delle stazioni radio. Fra le malattie piu’ ricorrenti, vi sono varie forme di leucemie. Quando non ci sono le condizioni le stazioni radio civili o militari non andrebbero realizzate e questo e’ uno di quei casi in cui le condizioni non ci sono perche’ gia’ le emissioni in quella zona sono eccessive. Non si puo’ andare ad aggiungere un altro strumento che aumenta ancora queste emissioni”.
Nella zona di Niscemi esistono gia’ 41 antenne, mentre altre 3, alte 18 metri, sono in costruzione. Il Muos potrebbe avere un impatto nocivo anche sull’ambiente, dato che ricade nella zona protetta della Sughereta di Niscemi. “Ci sono effetti sull’ambiente perche’ -ha concluso il fisico- quella e’ una zona protetta con una fauna particolarmente delicata e ci sono problemi di interferenze e vari rischi associati”.